La ritirata della finanza sul clima: così gli obiettivi degli Accordi di Parigi rischiano di crollare
- Martina Migliorati
- 1 giorno fa
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Sempre più istituti finanziari internazionali stanno abbandonando gli impegni presi per la lotta al cambiamento climatico, rendendo l’obiettivo degli 1,5 gradi fissato dagli Accordi di Parigi sempre più lontano. Negli ultimi mesi, grandi banche statunitensi come Citigroup, Bank of America, Goldman Sachs, Morgan Stanley e JP Morgan hanno lasciato la Net Zero Banking Alliance (Nzba), l’iniziativa ONU nata per guidare la finanza verso emissioni nette pari a zero entro il 2050. A loro si sono aggiunte tutte le principali banche canadesi e, in Giappone, due delle tre mega banche nazionali.
Dietro questa fuga, motivazioni politiche e strategiche. Negli Stati Uniti, alcuni Stati a guida repubblicana accusano le politiche climatiche di ostacolare lo sviluppo economico, parlando di “capitalismo woke”. Alcuni hanno addirittura citato in giudizio BlackRock, Vanguard e State Street per aver promosso, a loro dire, un’agenda ambientalista dannosa per l’industria fossile. Perfino la Federal Reserve, a gennaio 2025, ha abbandonato il Network for Greening the Financial System, allineandosi al disimpegno generale.
Anche in Europa si avvertono segnali di cedimento. HSBC ha ammesso che i progressi nella riduzione delle emissioni sono stati più lenti del previsto, mentre UBS sta rivedendo i propri obiettivi. Tuttavia, secondo alcuni esperti, è improbabile che le banche europee abbandonino formalmente l’alleanza, sia per motivi politici che per un’economia più avanzata nella decarbonizzazione. In compenso, BNP Paribas, Crédit Agricole e ING Bank hanno già adottato misure concrete per limitare i finanziamenti ai combustibili fossili.
Ma la questione non è solo politica. Secondo il rapporto Banking on Climate Chaos, molti istituti che aderiscono alla Nzba continuano a finanziare massicciamente progetti fossili, con circa 700 miliardi di dollari l’anno. Per alcuni analisti, questa contraddizione riflette una consapevolezza crescente: l’obiettivo degli 1,5 gradi potrebbe non essere più raggiungibile. L’Emissions Gap Report dell’ONU avverte che servono azioni drastiche e immediate da parte delle economie del G20 per restare nei limiti. Altrimenti, la soglia sarà superata.
Eppure, la battuta d’arresto della finanza potrebbe diventare un’occasione per rilanciare impegni più forti. Secondo Patrick McCully di Reclaim Finance, le banche che restano possono guidare un rafforzamento degli standard Nzba e finanziare con più decisione la transizione verde. Secondo l’International Energy Agency, nel 2024 sono stati investiti 2 trilioni di dollari in energia pulita, il doppio di quanto destinato ai combustibili fossili. Le basi per un cambiamento strutturale ci sono. Ora serve il coraggio di non arretrare.
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