La Bce apre il confronto sulla strategia di politica monetaria: oggetto di critiche Quantitative Easing e Forward Guidance
- Martina Migliorati
- 4 ore fa
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Il 6 e 7 maggio a Porto si è aperta la revisione della strategia di politica monetaria della Banca Centrale Europea, con una riunione informale del Consiglio direttivo. I risultati del processo, che proseguirà per diverse settimane, saranno pubblicati nella seconda metà dell’anno. Pur trattandosi di un aggiornamento meno incisivo rispetto a quello del 2021 – quando fu adottato il nuovo obiettivo di inflazione simmetrico al 2% – l’intervento potrebbe introdurre modifiche rilevanti su alcuni strumenti chiave.
Sotto osservazione sono finiti il Quantitative Easing (QE) e la forward guidance, oggetto delle critiche dei membri tedeschi dell’Eurotower. Isabel Schnabel, membro tedesco del comitato esecutivo, ha proposto di ridurre l’utilizzo del QE, ritenuto efficace solo in contesti di instabilità ma meno utile quando si deve contrastare l’inflazione alta. Ha anche sottolineato i costi per le banche centrali nazionali, in particolare la Bundesbank, e auspicato una politica monetaria più flessibile e meno legata a impegni vincolanti.
Anche la forward guidance, accusata di aver ritardato il rialzo dei tassi nel 2022, potrebbe essere rivista. Schnabel propone di sostituire l’approccio “alla Ulisse”, basato su promesse rigide, con uno “alla Delfi”, più adattabile all’evoluzione economica. I tedeschi spingono inoltre per privilegiare strumenti come i rifinanziamenti bancari (Ltro), più facilmente reversibili rispetto agli acquisti di titoli.
Divergenti le posizioni francesi: il governatore François Villeroy de Galhau ha difeso l’uso del QE per abbassare i tassi di lungo periodo, a patto che se ne chiariscano gli obiettivi. Secondo lui, limitarlo rischia di compromettere la capacità della Bce di garantire la stabilità dei prezzi.
La presidente Christine Lagarde ha ricordato che in un contesto economico incerto non è sempre possibile mantenere l’inflazione esattamente al 2%, mentre il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, parlando da Milano all’assemblea dell’Asian Development Bank, ha lanciato un monito contro il protezionismo, sottolineando i rischi che potrebbe comportare per i progressi economici degli ultimi decenni.
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