Fusioni bancarie, tra efficienza e rischio oligopolio: il caso spagnolo come lezione per l'Italia
- Martina Migliorati
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min

Le operazioni di fusione tra istituti bancari non devono essere valutate soltanto in base all’interesse delle singole banche coinvolte, ma anche per gli effetti sull’intero sistema bancario e sui suoi rapporti con l’economia reale. In momenti di apparente solidità del settore, come quello attuale in Italia, si rischia di sottovalutare le ricadute sistemiche di operazioni dal futuro incerto.
Nel nostro Paese sono state annunciate diverse operazioni di concentrazione, ma il fenomeno è particolarmente acceso anche in Spagna, dove il sistema bancario è già fortemente concentrato. Il caso più emblematico è la proposta di fusione tra Bbva e Sabadell, due colossi finanziari di cui il primo ha dimensioni doppie rispetto al secondo. In situazioni simili, si parla più correttamente di incorporazione, con la conseguente perdita progressiva dell’identità della banca più piccola, necessaria per realizzare economie di scala e di scopo.
Questo processo incide in modo significativo sulla struttura commerciale degli istituti coinvolti e comporta spesso la chiusura di sportelli nelle piazze dove le due reti si sovrappongono. Il CEO di Sabadell, pur da posizione interessata, ha evidenziato i rischi delle fusioni nei mercati già concentrati, dove possono minacciare la stabilità e la competitività delle economie locali, penalizzando famiglie e imprese.
Le autorità antitrust valutano tali operazioni sulla base di dati medi, ma questi non riflettono le specificità dei mercati locali, condizionati soprattutto dalle scelte su chiusura e riorganizzazione degli sportelli. L’effettiva competitività del mercato viene così accertata solo dopo l’avvenuta fusione, rendendo incerti e discutibili i giudizi preventivi.
Il caso spagnolo è significativo anche per le reazioni suscitate: oltre 80 associazioni di imprese e consumatori, insieme a governi regionali, hanno contestato l’operazione, temendo la creazione di un oligopolio e un peggioramento nell’accesso al credito. Per la prima volta, il governo centrale ha avviato una consultazione popolare sulla fusione, che pur non avendo effetti giuridici, potrebbe pesare sulle scelte future.
Il CEO di Sabadell ha ricordato infine che fusioni simili non hanno sempre portato benefici nemmeno alle banche coinvolte, come dimostra il caso Santander-Banesto, i cui effetti positivi sono arrivati solo dopo quasi trent’anni.
In una fase in cui la redditività degli istituti bancari è già elevata, con dividendi generosi e buoni risultati in Borsa, non è scontato che nuove fusioni siano davvero necessarie. Sebbene il caso sia spagnolo, anche in Italia sarebbe utile riflettere attentamente sulle operazioni annunciate, per valutarle oltre i meri dati pubblici e con una visione più ampia e sistemica.
Comentarios