Salvini ad Autostrade: “Stop alle code e ai profitti perenni. All’8% si ridiscutono le concessioni”
- piscitellidaniel
- 12 ore fa
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Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha lanciato un duro avvertimento ai concessionari autostradali, in particolare ad Autostrade per l’Italia, chiedendo interventi immediati per ridurre i disagi sulla rete viaria nazionale e per rivedere i livelli di redditività delle gestioni. Durante un incontro con i vertici del settore, Salvini ha dichiarato che il governo non intende più tollerare “code perenni e profitti garantiti”, sottolineando che un rendimento dell’8% sulle concessioni non può essere considerato accettabile in presenza di carenze infrastrutturali e manutentive. Le parole del ministro aprono un fronte politico e industriale di rilievo, con potenziali conseguenze sulle relazioni tra Stato e concessionari e sul futuro modello di gestione della rete autostradale.
Il tema delle concessioni è tornato al centro del dibattito pubblico dopo le polemiche estive legate ai rallentamenti, ai cantieri infiniti e ai disservizi che hanno penalizzato milioni di automobilisti. Secondo Salvini, le lunghe code registrate lungo i principali assi viari, dall’A1 all’A14 fino alla Liguria, rappresentano “una situazione inaccettabile per un Paese moderno e per chi paga pedaggi tra i più alti d’Europa”. Il ministro ha annunciato che il Ministero sta elaborando una revisione complessiva dei criteri di remunerazione dei concessionari, con l’obiettivo di legare i profitti alle reali performance del servizio, alla qualità delle manutenzioni e alla sicurezza delle infrastrutture.
Il rendimento dell’8% a cui Salvini ha fatto riferimento rappresenta, secondo il governo, una soglia non più sostenibile nel contesto economico attuale. La struttura delle concessioni, definita da contratti pluriennali che garantiscono margini elevati anche in presenza di traffico ridotto o lavori sospesi, è ritenuta da tempo eccessivamente favorevole alle società gestori. “Chi guadagna miliardi grazie a infrastrutture pubbliche deve garantire un servizio efficiente e sicuro, non scaricare le inefficienze sugli utenti” ha affermato il ministro, annunciando che il governo è pronto a “rimettere mano alle regole del gioco” se non arriveranno risposte rapide e concrete.
Autostrade per l’Italia, dal canto suo, ha replicato ricordando gli investimenti realizzati negli ultimi anni e il piano industriale da oltre 21 miliardi di euro destinato all’ammodernamento della rete, alla digitalizzazione dei sistemi di controllo e alla costruzione di nuove tratte. La società ha sottolineato che gran parte dei cantieri attualmente aperti è frutto delle prescrizioni normative imposte dopo il crollo del ponte Morandi e dei successivi interventi di messa in sicurezza obbligatori. Tuttavia, il governo ritiene che la lentezza nell’esecuzione dei lavori e la gestione del traffico durante le opere di manutenzione abbiano compromesso la fiducia degli utenti e richiedano una revisione della governance del settore.
Salvini ha inoltre annunciato che il Ministero sta studiando un nuovo schema di regolazione delle concessioni che preveda premi e penalità legati a parametri oggettivi di efficienza e qualità. Tra le ipotesi al vaglio vi è la possibilità di introdurre meccanismi di revisione automatica dei rendimenti qualora i livelli di servizio non raggiungano gli standard concordati. L’obiettivo è spingere le società concessionarie a investire in innovazione, manutenzione preventiva e tecnologie per la fluidità del traffico, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sulla redditività finanziaria.
Un altro punto centrale del confronto riguarda i pedaggi. Il ministro ha ribadito che il governo intende evitare aumenti ingiustificati delle tariffe, soprattutto in un momento in cui il costo della vita grava pesantemente su famiglie e imprese. Salvini ha aperto alla possibilità di una revisione della formula di calcolo dei pedaggi, con maggiore trasparenza e collegamento diretto tra tariffe, costi reali e investimenti effettivamente realizzati. La misura, se attuata, comporterebbe un cambiamento radicale rispetto al modello finora adottato, basato su automatismi contrattuali e su indicatori finanziari poco legati alla qualità del servizio.
Il messaggio politico del ministro è chiaro: la stagione delle concessioni autostradali considerate rendite garantite deve finire. Salvini ha ricordato che lo Stato ha il dovere di tutelare l’interesse pubblico e la sicurezza degli automobilisti, anche a costo di riaprire il dossier sulla revisione o, in casi estremi, sulla revoca delle concessioni. “Non esistono contratti intoccabili quando è in gioco l’interesse nazionale”, ha dichiarato, aggiungendo che il governo valuterà caso per caso la coerenza tra impegni assunti e risultati conseguiti.
L’intervento di Salvini si inserisce in un contesto politico ed economico complesso. La gestione delle infrastrutture strategiche è un tema sensibile che coinvolge equilibri industriali e finanziari di grande rilievo. Le società concessionarie rappresentano infatti uno dei principali investitori nel settore dei trasporti, ma la percezione pubblica di un sistema opaco e poco efficiente ha eroso la fiducia dei cittadini. Il governo intende dunque ristabilire un equilibrio che salvaguardi l’attrattività degli investimenti ma che, al tempo stesso, metta fine a quella che Salvini ha definito “una rendita di posizione costruita sulle spalle degli automobilisti”.
Dal punto di vista operativo, il Ministero delle Infrastrutture sta preparando una serie di misure per monitorare in tempo reale la situazione del traffico e lo stato dei cantieri. Saranno potenziati i controlli sulle tempistiche di esecuzione dei lavori e sull’utilizzo dei fondi destinati alla manutenzione straordinaria. È previsto inoltre un piano di ispezioni a campione lungo le principali arterie, con l’obiettivo di verificare la conformità delle opere agli standard di sicurezza e la qualità dei materiali impiegati.
Sul fronte parlamentare, la maggioranza appare compatta nel sostenere l’approccio del ministro, mentre le opposizioni chiedono trasparenza sui criteri di revisione e temono che lo scontro con i concessionari possa tradursi in una nuova fase di instabilità. Il dibattito, tuttavia, sembra destinato a proseguire nei prossimi mesi, anche alla luce della scadenza di diverse convenzioni in corso e della necessità di aggiornare il quadro normativo europeo sulle concessioni infrastrutturali.
La posizione di Salvini segna dunque un cambio di passo nella politica dei trasporti italiani, che mira a riequilibrare il rapporto tra pubblico e privato, con l’obiettivo di garantire infrastrutture efficienti, tariffe eque e un utilizzo più trasparente delle risorse generate dai pedaggi. Un messaggio diretto a un intero comparto economico, ma anche a milioni di cittadini che ogni giorno attraversano un sistema autostradale da troppo tempo al centro di polemiche e inefficienze.

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