La ricchezza dell'acqua
- Luca Baj
- 6 set
- Tempo di lettura: 4 min
L’acqua è un’infrastruttura invisibile dell’energia contemporanea.Non solo una risorsa naturale.Nel ciclo elettrico entra come forza motrice, fluido termico, materia da trattare e da

impatti e sicurezza. Su questo equilibrio, tra “energia dall’acqua e per l’acqua”, si concentra l’incontro con Gianluca Ruggieri al Festivaletteratura 2025, dove il fisico e divulgatore presenta i nodi essenziali del suo ultimo lavoro, Le energie del mondo.
Idroelettrico significa trasformare quota e portata in chilowattora. Ma significa anche cambiare paesaggi, regimi fluviali, economie. Il Grande Rinascimento Etiope, la grande diga sul Nilo Azzurro, ne è un esempio eloquente.L’opera garantisce capacità record per l’Africa e simbolizza l’accesso di un paese all’autonomia elettrica, ma ridefinisce i poteri sul fiume condiviso con Sudan ed Egitto.Gli effetti sociali non sono neutri: programmi di reinsediamento hanno coinvolto almeno decine di migliaia di persone e i rapporti con i paesi a valle rimangono tesi, specie per i rilasci in fase di magra.Negli ultimi mesi, con il completamento funzionale dell’impianto e l’avvicinarsi dell’inaugurazione formale, le frizioni diplomatiche sono tornate a salire, a ricordare che l’idroelettrico non muove solo turbine, ma anche trattati e confini.
L’acqua garantisce energia, ma l’energia consuma acqua.Nell’Unione europea, la quota di prelievi idrici legata alle trasformazioni energetiche e al raffreddamento degli impianti è stata storicamente determinante, e i tecnici prevedono che la penetrazione delle rinnovabili riduca nel tempo questi volumi.È un cambio di paradigma: meno centrali termoelettriche dipendenti da grandi flussi d’acqua e più generazione diffusa a basso fabbisogno idrico.Tuttavia, i sistemi esistenti sono vulnerabili alle ondate di calore e alle siccità. In anni recenti, in Francia, reattori lungo Rodano e Garonna hanno limitato la potenza per rispettare le soglie termiche degli scarichi o per livelli idrici insufficienti, mostrando come il clima possa “strangolare” la produzione quando la domanda cresce.
Il lato oscuro delle mega-dighe abita nelle mappe degli spostamenti forzati e nella geologia. Il bacino delle Tre Gole sullo Yangtze, lungo centinaia di chilometri, ha comportato il trasferimento di oltre un milione di persone, oltre a criticità ambientali prolungate.È l’altra misura dell’elettricità fluviale: reddito, navigazione e controllo delle piene da un lato, perdita di comunità e di biodiversità dall’altro.In Italia, la memoria corre al Vajont.Non fu il collasso del manufatto, ma una frana titanica a generare l’onda che scavalcò la diga e distrusse Longarone e altri paesi.È un monito tecnico e culturale: l’idraulica non basta se ignora le dinamiche del versante e le soglie del rischio residuo.
L’acqua è anche arma.Nel 2023 la distruzione del Kakhovka, in Ucraina, ha provocato alluvioni a valle, crisi idriche e problemi di raffreddamento per infrastrutture critiche, con effetti umanitari e ambientali duraturi. La guerra ha mostrato quanto un bacino artificiale sia insieme centrale elettrica, serbatoio potabile, cerniera agricola e, nel peggiore dei casi, vettore di danno strategico.
Il nesso acqua-energia attraversa anche le filiere fossili e dei materiali.Sabbie bituminose, fratturazione idraulica, litio in salamoie e miniere pongono problemi di consumo, inquinamento e ampie superfici di evaporazione. La transizione non abolisce l’impronta idrica, ma la ridisegna. Su scala europea, studi di impronta d’acqua indicano come lo scenario rinnovabile-intensivo tenda a spostare la pressione dall’acqua di raffreddamento verso l’acqua “incorporata” nei cicli di vita e nelle catene di approvvigionamento, con forti differenze nazionali e tecnologiche.Per questo la diversificazione è cruciale: eolico e fotovoltaico usano poca acqua in esercizio rispetto a nucleare e termoelettrico convenzionale, mentre accumuli e gestione della domanda sostituiscono parte della generazione di punta.
Ci sono anche sinergie virtuose. Il pompaggio idroelettrico, “batteria” geografica, integra le rinnovabili variabili senza impatti idrici addizionali se sfrutta invasi esistenti. Il fotovoltaico galleggiante riduce evaporazione e usa reti già presenti sui bacini idrici.L’accumulo elettrochimico evolverà verso tecnologie meno dipendenti da raffreddamento, con soluzioni che, pur più ingombranti, abbattono consumi ausiliari e complessità operative.E sul lato acqua, i processi di potabilizzazione e di depurazione guadagnano efficienza se alimentati da produzione locale e da sistemi di controllo intelligenti, riducendo perdite e picchi. Il punto, ricorda Ruggieri, è guardare al sistema, non al singolo impianto.
Il Festivaletteratura 2025 è il contesto ideale per tenere insieme questi piani, tecnici e narrativi.Cinque giorni, centinaia di ospiti e oltre duecento incontri diffusi tra piazze e teatri, con un’attenzione speciale ai linguaggi che si contaminano. La rassegna accoglie format agili come Accenti, dentro cui si colloca la conversazione sull’acqua-energia, e intreccia temi ambientali, diritti, economia, città.Mantova diventa così una mappa di discorsi dove la scienza incontra il racconto, e l’energia smette di essere un grafico per farsi storia collettiva.
L’acqua, nella transizione, è misura di responsabilità.Regolare i rilasci da una diga significa anche regolare fiducia e cooperazione.Raffreddare una centrale durante un’estate estrema significa scegliere tra sicurezza del sistema e protezione degli ecosistemi fluviali.Trattare e restituire l’acqua alla sua qualità significa accettare che ogni chilowattora ha un’impronta di cui rispondere. Se energia e acqua sono inseparabili, il loro bilancio va scritto con competenza tecnica e con la cura delle storie umane che vi scorrono dentro.
Al Festivaletteratura questo bilancio diventa dialogo pubblico. Ne esce un messaggio operativo e letterario insieme: non esiste energia “pulita” senza ciclo idrico trasparente, cooperazione tra bacini, monitoraggi indipendenti, politiche di adattamento al clima e urbanistica attenta alle acque.E non esiste racconto dell’energia senza le persone che quell’acqua la attraversano, la perdono, la ritrovano o la difendono ogni giorno.
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