La Commissione europea adotta la proposta di bilancio 2028-2034: priorità a difesa, transizione verde e coesione sociale
- piscitellidaniel
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La Commissione europea ha ufficialmente adottato la proposta per il Quadro finanziario pluriennale 2028-2034, tracciando una linea di continuità e innovazione rispetto al bilancio 2021-2027. L’obiettivo dichiarato è dotare l’Unione Europea di una struttura finanziaria solida e flessibile in grado di rispondere alle sfide geopolitiche, climatiche e tecnologiche dei prossimi anni. La proposta, che dovrà ora essere negoziata con il Consiglio e il Parlamento, prevede una dotazione complessiva di oltre 1.200 miliardi di euro a prezzi correnti, con una netta enfasi sulla sicurezza, la competitività industriale, la doppia transizione verde e digitale, e la coesione territoriale.
Tra le principali novità emerge un rafforzamento significativo del capitolo dedicato alla difesa e alla resilienza geopolitica. Dopo l’esperienza della guerra in Ucraina e l’instabilità ai confini orientali, Bruxelles propone per la prima volta un bilancio che preveda una linea dedicata permanente alla difesa europea, con una dotazione iniziale di 30 miliardi per il settennio. Queste risorse saranno impiegate per finanziare progetti comuni di ricerca militare, approvvigionamenti congiunti e sostegno all’industria bellica europea, in una logica di autonomia strategica e integrazione operativa tra Stati membri.
Il secondo pilastro della proposta riguarda la transizione ecologica. Il Green Deal europeo resta centrale anche per il nuovo ciclo finanziario, con 300 miliardi destinati a progetti legati alla decarbonizzazione, all’efficienza energetica, all’agricoltura sostenibile e alla protezione della biodiversità. La Commissione propone di mantenere una soglia minima del 30% del bilancio vincolata a spese climatiche, e introduce criteri più rigidi per il monitoraggio dell’impatto ambientale dei fondi strutturali. Verranno potenziati i programmi LIFE, Horizon e InvestEU, con un’enfasi particolare sulle tecnologie verdi, sull’economia circolare e sull’idrogeno rinnovabile.
Altro elemento chiave è il rafforzamento della competitività europea, in particolare nei settori della digitalizzazione, dei semiconduttori, dell’intelligenza artificiale e delle infrastrutture tecnologiche. A tal fine, vengono stanziati 150 miliardi per sostenere il programma Digital Europe, Erasmus+, e il nuovo Fondo europeo per l’innovazione industriale. La Commissione prevede anche incentivi per la reindustrializzazione in chiave sostenibile delle regioni in transizione, e il rafforzamento della Banca Europea per gli Investimenti come leva per mobilitare capitali privati.
L’architettura del bilancio mantiene invariati i capitoli fondamentali: Politica agricola comune (PAC), Politica di coesione e sviluppo regionale, Fondo sociale europeo. Tuttavia, la proposta introduce una maggiore condizionalità legata allo stato di diritto, all’efficacia amministrativa e alla transizione verde, e prevede strumenti di revisione automatica di metà periodo per riallocare fondi in caso di nuove crisi o esigenze impreviste. La PAC riceve circa 360 miliardi, ma con criteri aggiornati: una parte più ampia sarà vincolata a pratiche agricole sostenibili e biodiversità.
In tema di coesione, il bilancio 2028-2034 mira a ridurre i divari economici e sociali all’interno dell’Unione, con un occhio di riguardo per le regioni ultraperiferiche, rurali e in declino demografico. Il Fondo di Coesione e il FESR saranno dotati complessivamente di 270 miliardi. Nuovi indicatori, come l’accesso ai servizi pubblici digitali e l’indice di resilienza territoriale, verranno integrati per definire i criteri di riparto delle risorse.
Dal punto di vista delle entrate, la Commissione propone un aggiornamento del sistema delle risorse proprie, con l’introduzione graduale di nuovi strumenti fiscali comuni. Tra questi, il meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (CBAM), la tassa sulle multinazionali digitali, e una quota delle entrate derivanti dal sistema ETS rafforzato. L’obiettivo è ridurre progressivamente il contributo basato sul reddito nazionale lordo e garantire maggiore autonomia fiscale all’Unione.
Particolare attenzione è dedicata alla gestione delle crisi. Dopo l’esperienza del Next Generation EU, la Commissione propone l’istituzionalizzazione di un meccanismo di risposta rapida, finanziato con una riserva speciale da 80 miliardi. Questo fondo potrà essere attivato in caso di shock esterni, emergenze sanitarie, disastri naturali o crisi migratorie. Si rafforza anche il ruolo del Fondo europeo di solidarietà e dello strumento SURE per il sostegno temporaneo all’occupazione.
Sul fronte della governance, il bilancio propone un rafforzamento dei poteri di controllo del Parlamento europeo e un ruolo più incisivo della Corte dei Conti UE, soprattutto nella valutazione dell’efficacia degli interventi. Verranno inoltre introdotti sistemi digitali integrati di rendicontazione, con standard uniformi per tutti i beneficiari, sia pubblici che privati.
La proposta della Commissione sarà ora sottoposta al vaglio del Consiglio europeo e del Parlamento, con l’obiettivo di raggiungere un accordo entro la fine del 2026, così da permettere la ratifica nazionale e l’entrata in vigore del bilancio il 1° gennaio 2028. Restano nodi politici da sciogliere, in particolare tra i Paesi frugali del Nord, che chiedono maggiore efficienza e riduzione delle spese, e gli Stati del Sud e dell’Est che puntano a mantenere forti politiche redistributive.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha definito la proposta come “un bilancio per un’Europa più forte, più verde e più equa”. In un contesto globale segnato da instabilità geopolitica, competizione economica e transizione climatica, la nuova cornice finanziaria si propone come strumento cardine per rafforzare l’autonomia strategica dell’Unione e sostenere una crescita duratura e inclusiva.
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