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L’Italia dei servizi digitali: la nuova economia invisibile

La digitalizzazione dei servizi è diventata il principale motore della crescita italiana. nel 2026 il settore rappresenta oltre il 70% del pil nazionale e impiega più di 18 milioni di persone. non si tratta solo di banche online o piattaforme di e-commerce, ma di un ecosistema di competenze che va dalla consulenza informatica all’amministrazione digitale, dal marketing ai servizi professionali in cloud.

la rivoluzione dei servizi digitali ha trasformato il modo di produrre e consumare. le imprese italiane, soprattutto le pmi, stanno abbandonando i modelli analogici per abbracciare processi automatizzati, architetture cloud e analisi dei dati in tempo reale. ciò ha ridotto i costi operativi e aumentato la produttività, ma ha anche imposto nuove sfide: sicurezza informatica, protezione dei dati e carenza di competenze specializzate.

la pubblica amministrazione sta recuperando terreno. la digitalizzazione dei servizi pubblici, accelerata dal pnrr, ha migliorato la trasparenza e la rapidità dei processi. tuttavia, il gap con i paesi più avanzati resta ampio: l’italia spende ancora meno della metà della germania in infrastrutture digitali pubbliche.

il futuro dell’economia italiana passerà dalla capacità di valorizzare la “nuova economia invisibile”: quella fatta di software, analisi, gestione delle informazioni e servizi tecnologici integrati. la competitività del paese dipenderà non tanto dal costo del lavoro, quanto dalla qualità dei servizi digitali che saprà offrire al mondo.

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