India, boom dei consumi grazie ai tagli fiscali e alle festività induiste: la crescita interna spinge l’economia verso nuovi record
- piscitellidaniel
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L’economia indiana vive una fase di forte espansione trainata dai consumi interni, che nelle ultime settimane hanno registrato un’impennata senza precedenti grazie alla combinazione di misure fiscali favorevoli e alla stagione delle festività induiste. Le politiche di riduzione delle imposte sui redditi e sul consumo, introdotte dal governo di Nuova Delhi per sostenere la domanda interna, si sono intrecciate con la tradizionale spinta economica generata dal periodo festivo di Diwali, Navratri e Dussehra, trasformando i mesi autunnali in una vera e propria “alta stagione” per il commercio, l’industria manifatturiera e il settore dei servizi.
Secondo le stime delle principali associazioni economiche del Paese, i consumi interni hanno segnato un incremento di oltre il 15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I dati più significativi arrivano dal settore retail, dalla produzione di beni di largo consumo e dal comparto automobilistico, che ha visto una crescita a doppia cifra nelle vendite di veicoli a due ruote e auto di fascia media. Le agevolazioni fiscali introdotte dal governo Modi – tra cui la riduzione dell’imposta sui beni di consumo e incentivi per le fasce di reddito medio-basse – hanno rafforzato il potere d’acquisto delle famiglie, stimolando una dinamica di spesa che si è rapidamente diffusa anche nelle aree rurali e semiurbane.
Le festività induiste, che rappresentano il momento di maggiore circolazione monetaria dell’anno, hanno amplificato questo effetto moltiplicatore. Tradizionalmente, durante il periodo del Diwali, gli indiani acquistano beni durevoli, oro, elettronica e automobili, e investono in nuove attività commerciali o immobiliari come segno di prosperità. Quest’anno, la concomitanza con la riduzione fiscale e l’aumento della disponibilità di credito al consumo ha creato una combinazione ideale per una ripresa generalizzata. Le banche pubbliche e private hanno segnalato un aumento record nelle erogazioni di prestiti personali e commerciali, mentre le piattaforme di e-commerce hanno registrato volumi di vendita in crescita del 20% rispetto al 2023.
Il settore manifatturiero beneficia direttamente di questa dinamica. Le industrie dell’elettronica di consumo, dell’abbigliamento e dell’alimentare hanno aumentato la produzione per far fronte alla domanda interna, con effetti positivi sull’occupazione e sull’indotto. Le grandi aziende del comparto automobilistico hanno annunciato piani di espansione e nuove assunzioni, mentre i produttori di beni di consumo registrano margini in crescita dopo mesi di rallentamento dovuto alla debolezza della domanda globale. L’India, che punta a consolidare la sua posizione come motore industriale dell’Asia meridionale, vede in questa fase un’opportunità strategica per rafforzare il mercato interno come pilastro di stabilità economica, riducendo la dipendenza dalle esportazioni e dagli andamenti esterni.
Anche il settore immobiliare, storicamente indicatore sensibile del ciclo economico indiano, mostra segnali di ripresa robusta. Le vendite di abitazioni nuove e ristrutturate sono aumentate del 12% rispetto all’anno precedente, sostenute da agevolazioni fiscali per i mutui e da un clima di fiducia crescente. Le grandi città come Mumbai, Delhi e Bangalore guidano la ripresa, ma anche le aree secondarie registrano un rinnovato dinamismo, con investimenti crescenti da parte della classe media emergente. Gli analisti sottolineano come la combinazione di politica fiscale espansiva e aumento del reddito disponibile abbia creato una finestra favorevole che potrebbe prolungarsi nei prossimi trimestri, se accompagnata da stabilità dei prezzi e da un controllo efficace sull’inflazione.
Proprio l’inflazione resta il punto critico della fase economica. L’aumento della domanda interna comporta una pressione sui prezzi, in particolare nel comparto alimentare e dell’energia. Le autorità monetarie indiane hanno mantenuto un atteggiamento prudente, cercando un equilibrio tra sostegno alla crescita e controllo della stabilità dei prezzi. La Reserve Bank of India ha deciso di non aumentare i tassi d’interesse nel breve termine, confidando che la produzione agricola, rafforzata dai recenti monsoni, possa contenere l’aumento dei costi alimentari. Tuttavia, gli esperti avvertono che un eccesso di liquidità nel sistema e la persistenza di domanda elevata potrebbero alimentare nuove spinte inflazionistiche nei prossimi mesi.
Il boom dei consumi si riflette anche nelle esportazioni di beni legati alla produzione interna. Le imprese manifatturiere, potendo contare su una maggiore domanda domestica, hanno ridotto la loro esposizione ai mercati esteri, ma allo stesso tempo si preparano a sfruttare il miglioramento della produttività per tornare competitive a livello globale. La strategia del governo indiano di potenziare la produzione locale attraverso il programma “Make in India” e di promuovere investimenti in infrastrutture logistiche e digitali sta creando un ecosistema favorevole allo sviluppo industriale, con effetti che potrebbero consolidarsi nel medio periodo.
Le politiche fiscali adottate da Nuova Delhi mirano a bilanciare l’obiettivo di stimolare la domanda senza compromettere la sostenibilità del bilancio pubblico. Il ministero delle Finanze ha precisato che gli sgravi fiscali concessi saranno compensati da un aumento delle entrate legate all’espansione economica e da un miglioramento della compliance tributaria. Le prospettive per l’anno fiscale in corso restano positive: gli indicatori di fiducia delle imprese e dei consumatori sono ai massimi da cinque anni, e il governo punta a una crescita del PIL superiore al 6,5%, mantenendo il primato mondiale tra le grandi economie emergenti.
La ripresa dei consumi in India, sostenuta da una combinazione di politiche fiscali espansive e dal dinamismo culturale delle festività induiste, dimostra la resilienza dell’economia più popolosa del pianeta. La capacità del Paese di trasformare la spinta della domanda interna in crescita strutturale sarà ora determinante per consolidare un modello di sviluppo equilibrato, fondato su investimenti produttivi, innovazione e inclusione sociale.

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