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Assegnati a Bergamo i premi letteratura d’impresa 2025

  • Immagine del redattore: Luca Baj
    Luca Baj
  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 4 min

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Cerimonia nell’ambito del Festival Città Impresa con riconoscimento al valore della cultura d’impresa nel sistema produttivo nazionale

La nuova edizione del Premio Letteratura d’Impresa 2025 ha rappresentato un punto di sintesi tra il mondo economico e quello culturale, configurandosi come strumento di promozione della conoscenza d’impresa e della responsabilità sociale attraverso la produzione editoriale. La cerimonia di assegnazione, inserita nel programma del Festival Città Impresa, ha confermato il ruolo del riconoscimento quale piattaforma di dialogo tra cultura manageriale, economia reale e riflessione critica sul lavoro.

Il premio nasce con la finalità di individuare e valorizzare le opere narrative e saggistiche che, con linguaggio accessibile ma rigoroso, analizzano i processi di trasformazione del tessuto produttivo, l’evoluzione delle relazioni industriali e le nuove dimensioni della governance. Le categorie principali sono due: narrativa e biografie d’impresa, e saggistica. La partecipazione è regolata da un bando pubblico che stabilisce criteri di ammissibilità, termini per la presentazione delle opere e modalità di valutazione. L’ammissione è subordinata alla pubblicazione dell’opera entro l’anno solare precedente e alla presenza dell’autore alla cerimonia, requisito considerato essenziale ai fini dell’attribuzione del riconoscimento.

La procedura di selezione prevede un Comitato Tecnico incaricato di verificare la conformità formale delle candidature, un Comitato dei Selezionatori composto da esperti del settore economico e culturale e una Giuria dei Lettori che esprime il voto finale. Il regolamento dispone inoltre che i libri vincitori e finalisti vengano acquistati dall’organizzazione per la loro diffusione, in modo da garantire un ritorno editoriale effettivo e trasparente. Si tratta di un modello che unisce dimensione culturale e procedura amministrativa, riconducibile a una forma di compliance culturale e gestionale.

Nel corso dell’edizione 2025, l’assegnazione dei premi ha assunto anche un valore simbolico in termini di politica culturale. La manifestazione si inserisce infatti nel contesto del Festival Città Impresa, spazio di confronto sui temi della competitività, dell’innovazione e della sostenibilità. La letteratura d’impresa, in questo scenario, diventa veicolo di comunicazione identitaria e strumento di accountability, poiché consente alle imprese di raccontare il proprio ruolo economico e sociale in modo coerente con i principi di trasparenza e responsabilità.

Un elemento innovativo del premio è rappresentato dal coinvolgimento delle università e degli studenti. Attraverso il progetto BookLab, gli studenti di area umanistica e sociale hanno potuto leggere in formato digitale le opere finaliste, partecipare a incontri con gli autori e contribuire alla votazione finale. L’iniziativa integra finalità educative e partecipative, introducendo nel regolamento una clausola di collaborazione formativa che favorisce la diffusione della cultura d’impresa tra le nuove generazioni.

L’organizzazione del premio è affidata a ItalyPost, che agisce in partnership con soggetti editoriali, istituzionali e accademici. Tale assetto, formalizzato da un comitato promotore, riflette un modello di governance integrata fra pubblico e privato, con finalità di promozione culturale. La struttura giuridico-organizzativa del premio si fonda su procedure di selezione trasparenti, che garantiscono tracciabilità nelle fasi di valutazione e imparzialità dei giudizi.

L’edizione 2025 ha visto concorrere opere di particolare rilievo per la capacità di coniugare il linguaggio letterario con l’analisi dei fenomeni economici e giuridici. Nella categoria saggistica sono stati selezionati, tra gli altri, titoli come Capitalisti silenziosi – La rivincita delle imprese familiari di Roberto Mania, Il lavoro in Italia di Manfredi Alberti, Innovatori outsider di Giulio Buciuni, Marketing e brand activism di Romano Cappellari e Ironia di Paolo Iacci. Per la categoria narrativa e biografie d’impresa, la selezione ha compreso Il canto della fortuna di Chiara Bianchi, Ho visto la luce di Adolfo Guzzini, Ritorno in Puglia di Marco Ferrante, Giorgio Armani. L’uomo, il marchio, l’azienda di Frank Pagano e Marco Di Dio Roccazzella, I vent’anni che cambiarono la finanza di Daniele Bozzalla.

Queste opere hanno in comune un approccio orientato alla rappresentazione della dimensione umana e sociale dell’impresa, ma anche un interesse per gli aspetti tecnici del governo societario, della successione familiare e della costruzione del valore. Dal punto di vista giuridico-economico, le analisi contenute nei testi premiati contribuiscono alla diffusione di modelli virtuosi di organizzazione, alla riflessione sul ruolo della proprietà familiare e sulla relazione tra innovazione e competitività.

Il riconoscimento mira inoltre a consolidare un sistema di buone pratiche nella narrazione economica, evidenziando la funzione conoscitiva del racconto d’impresa. Tale prospettiva trova un fondamento anche nel diritto societario e nel diritto della comunicazione economica, poiché valorizza il principio di trasparenza e di veridicità nella rappresentazione dei fenomeni aziendali. Le opere premiate operano dunque come veicoli di cultura giuridica diffusa, capaci di restituire la complessità normativa, gestionale e valoriale che caratterizza il sistema produttivo italiano.

L’attenzione alla sostenibilità, alla qualità del lavoro e all’etica dell’impresa emerge come tratto distintivo delle opere vincitrici e, più in generale, della filosofia del premio. L’impresa è rappresentata come soggetto di diritto e di cultura, portatore di interessi economici ma anche di responsabilità sociale. Ciò riflette la tendenza contemporanea a integrare i principi dell’ESG e della corporate social responsibility nella narrazione pubblica e nella letteratura di settore.

Sotto il profilo normativo, il regolamento del premio presenta caratteristiche di particolare interesse: la previsione di obblighi di partecipazione in presenza, la possibilità di esclusione in caso di inadempienza, la gestione dei diritti editoriali e la definizione dei criteri di selezione rappresentano un modello di procedura culturale assimilabile alle logiche della contrattualistica pubblica. Tale impostazione consente di interpretare il premio non solo come riconoscimento simbolico, ma come atto amministrativo-culturale fondato su regole certe, verificabili e riproducibili.

La cerimonia ha offerto inoltre uno spazio di confronto tra operatori economici, scrittori e rappresentanti istituzionali, in un contesto in cui la letteratura si pone come veicolo di compliance reputazionale. Il racconto dell’impresa assume una funzione di legittimazione sociale, traducendo in linguaggio culturale i principi della buona amministrazione e della sostenibilità. In questa prospettiva, la narrativa e la saggistica d’impresa diventano parte integrante del sistema di comunicazione economica e contribuiscono a costruire un patrimonio di conoscenze che rafforza la fiducia tra impresa, cittadini e istituzioni.

Il Festival Città Impresa, che ospita il premio, consolida così il proprio ruolo di osservatorio sui territori industriali e di laboratorio per la cultura economica europea. Le opere selezionate e premiate dimostrano che la letteratura può costituire uno strumento efficace di indagine e rappresentazione del diritto economico, della gestione d’impresa e dei processi di trasformazione produttiva, contribuendo alla definizione di un nuovo linguaggio della responsabilità e della governance.

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