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La legge di semplificazione e l’apertura alle categorie sociali

  • Immagine del redattore: Luca Baj
    Luca Baj
  • 13 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

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La legge di semplificazione introduce un insieme articolato di interventi che superano l’impostazione tradizionale, concentrata esclusivamente sulla riduzione formale degli adempimenti, per orientarsi verso una semplificazione sostanziale, capace di incidere concretamente sui rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e categorie sociali organizzate.L’impianto normativo valorizza in modo esplicito il coinvolgimento dei soggetti collettivi, riconoscendo che la complessità amministrativa produce effetti differenziati a seconda delle condizioni personali, economiche e sociali dei destinatari delle regole.

Uno degli elementi qualificanti è l’attenzione alle situazioni di fragilità e di diseguaglianza strutturale.Le misure di semplificazione non sono concepite come neutre, ma come strumenti funzionali alla rimozione di ostacoli che, pur non essendo discriminatori in senso formale, incidono in modo sproporzionato su determinate categorie, quali persone con disabilità, famiglie, soggetti economicamente svantaggiati e realtà associative che svolgono funzioni di interesse generale.

In questa prospettiva, la legge rafforza il principio di proporzionalità dell’azione amministrativa, imponendo che procedimenti, oneri documentali e obblighi informativi siano calibrati sulla concreta capacità organizzativa dei destinatari. La semplificazione diventa così un criterio interpretativo e applicativo delle norme, destinato a orientare l’attività delle amministrazioni anche al di fuori delle ipotesi espressamente disciplinate.

Particolare rilievo assume il collegamento tra semplificazione e digitalizzazione.L’accesso ai servizi in modalità telematica viene promosso non solo come fattore di efficienza, ma come strumento di inclusione, a condizione che le soluzioni digitali siano accompagnate da garanzie di accessibilità e da modalità alternative per i soggetti che incontrano difficoltà nell’utilizzo delle tecnologie. La legge, in tal senso, evita una visione meramente tecnologica del cambiamento, richiamando la necessità di un equilibrio tra innovazione e tutela effettiva dei diritti.

Sul piano sistematico, emerge una concezione della semplificazione come processo continuo e partecipato.Le categorie sociali sono chiamate a svolgere un ruolo attivo nella fase di valutazione dell’impatto delle norme e nella segnalazione delle criticità applicative, rafforzando il dialogo istituzionale e contribuendo alla costruzione di regole più aderenti alla realtà sociale ed economica. La semplificazione non è più soltanto una tecnica legislativa, ma un metodo di governo dell’amministrazione, orientato alla qualità delle decisioni e alla loro sostenibilità nel tempo.

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