Putin annuncia il successo del test del Poseidon, il missile sottomarino nucleare che ridefinisce la deterrenza strategica russa
- piscitellidaniel
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Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato il completamento con esito positivo di un test del sistema d’arma strategico Poseidon, il siluro sottomarino a propulsione nucleare considerato una delle tecnologie più avanzate e controverse del programma militare russo. Il test, effettuato secondo le autorità di Mosca nelle acque artiche, rappresenta un passaggio cruciale nello sviluppo di una piattaforma concepita per eludere ogni sistema di difesa occidentale e garantire alla Federazione russa una capacità di deterrenza di seconda generazione.
Il Poseidon, presentato per la prima volta nel 2018 durante un discorso di Putin al Consiglio della Federazione, è un’arma senza precedenti per concezione e potenziale distruttivo. Si tratta di un siluro autonomo, lungo circa venti metri e con un raggio operativo teoricamente illimitato grazie alla propulsione nucleare. Può viaggiare a profondità superiori ai mille metri e raggiungere velocità di oltre cento chilometri orari, trasportando una testata termonucleare stimata in decine di megatoni. Il progetto, sviluppato dal complesso militare-industriale russo sotto la sigla “Status-6”, è destinato a colpire infrastrutture costiere, basi navali e città portuali, generando un’onda d’urto sottomarina di potenza tale da rendere impossibile la sopravvivenza di qualunque installazione lungo le coste nemiche.
Secondo quanto comunicato dal Cremlino, il test condotto nel Mare di Barents ha riguardato la piena operatività del sistema di lancio dal sottomarino Belgorod, la piattaforma d’attacco dedicata allo schieramento del Poseidon. Le verifiche avrebbero confermato la funzionalità della propulsione nucleare e dei sistemi di navigazione autonomi, senza la necessità di controllo remoto. Mosca sostiene che il Poseidon sia in grado di eludere completamente i radar e i sistemi antimissile occidentali, viaggiando a grande profondità e con una rotta imprevedibile.
La presentazione pubblica del successo dei test arriva in un momento di forte tensione con l’Occidente, segnato dalla guerra in Ucraina e dalla crescente militarizzazione dell’Artico. L’annuncio, diffuso attraverso i canali ufficiali russi e accompagnato da un discorso di Putin al Ministero della Difesa, è stato interpretato come un messaggio politico e strategico diretto a Washington e alla NATO. Il presidente russo ha sottolineato che la Russia “continuerà a sviluppare le proprie capacità difensive per garantire la sicurezza e l’equilibrio strategico globale”, ribadendo che i nuovi sistemi d’arma “non sono destinati all’attacco, ma alla difesa della sovranità nazionale”.
Il sistema Poseidon rappresenta una delle sei “superarmi” russe menzionate da Putin negli ultimi anni, insieme ai missili ipersonici Avangard e Kinzhal, al vettore intercontinentale Sarmat, al drone nucleare Burevestnik e al laser Peresvet. Tutti questi sistemi hanno in comune l’obiettivo di superare la superiorità tecnologica occidentale e rendere inefficaci le difese missilistiche sviluppate dagli Stati Uniti e dai loro alleati europei. In particolare, la combinazione tra propulsione nucleare autonoma e lunga autonomia operativa rende il Poseidon un’arma difficilmente intercettabile, capace di colpire dopo giorni o settimane di navigazione sottomarina.
L’introduzione di un’arma di questo tipo comporta implicazioni rilevanti sul piano della dottrina nucleare internazionale. L’arsenale strategico russo si basa sul principio della “deterrenza garantita”, ovvero la capacità di rispondere in modo devastante a qualsiasi attacco nucleare subito. Il Poseidon, con la sua natura ibrida tra missile e drone sottomarino, amplifica questo principio, introducendo un vettore in grado di sopravvivere a un primo attacco e di infliggere danni catastrofici anche a distanza di tempo. La prospettiva di un’arma autonoma, invisibile e potenzialmente in grado di provocare tsunami radioattivi, modifica gli equilibri su cui si è basata la stabilità strategica della Guerra fredda.
L’annuncio ha immediatamente suscitato reazioni a livello internazionale. Gli Stati Uniti hanno dichiarato di monitorare con attenzione le evoluzioni del programma russo, senza tuttavia confermare in modo indipendente i risultati dei test. Fonti militari occidentali hanno sottolineato che, pur essendo ancora in fase di sperimentazione, il Poseidon rappresenta un salto tecnologico che obbliga a ripensare le strategie di difesa marittima e di sorveglianza subacquea. La NATO ha ribadito che l’Alleanza è pronta a difendere i propri membri, mentre diversi esperti hanno evidenziato i rischi legati alla propulsione nucleare di un’arma automatizzata, con potenziali conseguenze ambientali in caso di incidente.
Sul piano interno, la notizia è stata accolta in Russia come un segnale di forza e di autosufficienza tecnologica. I media di Stato hanno celebrato il test come prova dell’efficienza dell’industria militare nazionale, sottolineando la capacità del Paese di sviluppare sistemi unici al mondo nonostante le sanzioni economiche e l’isolamento internazionale. Il Poseidon diventa così anche un simbolo di propaganda e di legittimazione politica, utile a rafforzare la narrativa di una Russia in grado di garantire la propria sicurezza contro ogni minaccia esterna.
Parallelamente, la comunità scientifica e le organizzazioni ambientaliste hanno espresso preoccupazione per le conseguenze che l’uso di un sistema nucleare sottomarino potrebbe avere sugli ecosistemi marini. La propulsione atomica del Poseidon, sebbene teoricamente sicura secondo le fonti russe, comporta il rischio di contaminazioni radioattive in caso di malfunzionamento o perdita in mare. Le stesse aree artiche utilizzate per i test rappresentano ecosistemi fragili, dove l’introduzione di tecnologie militari di questo tipo potrebbe compromettere equilibri ambientali già delicati.
L’annuncio di Putin rafforza l’immagine di una Russia che punta sulla deterrenza come pilastro della propria politica di sicurezza, in un contesto internazionale sempre più instabile. Con il test del Poseidon, Mosca intende riaffermare il proprio ruolo di potenza nucleare globale, mostrando di possedere non solo la capacità di risposta immediata, ma anche la possibilità di colpire con mezzi che sfuggono alla logica tradizionale della guerra strategica. Il messaggio, diretto tanto ai rivali quanto agli alleati, si inserisce in una fase in cui la competizione per il dominio tecnologico e militare definisce le nuove regole dell’equilibrio mondiale.

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