Ponte sullo Stretto, arriva l’ultimo parere della Corte dei conti: l’avvio dei lavori in attesa del via libera definitivo
- piscitellidaniel
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Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina entra in una fase decisiva. Dopo mesi di analisi tecniche, audizioni e valutazioni amministrative, la Corte dei conti si appresta a rendere l’ultimo parere sul piano economico e finanziario dell’opera, un passaggio indispensabile per consentire l’apertura effettiva dei cantieri. Si tratta di uno degli interventi infrastrutturali più discussi e complessi della storia italiana, al centro di un dibattito che intreccia questioni ingegneristiche, ambientali, economiche e politiche.
Il parere della Corte non riguarda l’opportunità dell’opera, già approvata dal governo, ma la conformità degli atti amministrativi e la sostenibilità finanziaria del piano predisposto dalla società Stretto di Messina. L’attenzione dei magistrati contabili si concentra in particolare sui meccanismi di copertura economica, sulle previsioni di costo e sulle modalità di affidamento degli appalti. Il valore complessivo dell’intervento, stimato in circa 13,5 miliardi di euro, è frutto di una revisione aggiornata che tiene conto dell’inflazione, dell’aumento dei prezzi dei materiali e dei costi di adeguamento alle nuove normative europee in materia ambientale e di sicurezza.
L’opera, destinata a collegare la Sicilia alla Calabria con un ponte a campata unica sospesa di oltre 3.300 metri, rappresenta una sfida ingegneristica di livello mondiale. Il progetto prevede la realizzazione di una struttura capace di sostenere un doppio binario ferroviario e una carreggiata stradale a sei corsie, collegata alle reti autostradali e ferroviarie nazionali. La costruzione del ponte dovrà integrare anche una serie di opere complementari: nuovi raccordi, sistemi di sicurezza antisismica, protezioni ambientali e riqualificazioni urbane nelle aree di approdo. L’obiettivo dichiarato del governo è far partire i lavori principali entro il 2025, dopo una fase preliminare di cantierizzazione e bonifica dei terreni.
La Corte dei conti, nella sua funzione di controllo preventivo, dovrà esaminare la compatibilità del piano di finanziamento con gli impegni di bilancio dello Stato e la coerenza con le norme del codice dei contratti pubblici. Uno dei punti più delicati riguarda la ripartizione dei costi tra pubblico e privato: il piano prevede una quota di copertura statale pari a circa il 60%, con il restante 40% affidato a finanziamenti da parte di soggetti privati e istituzioni finanziarie internazionali. Tuttavia, il rischio di variazioni nei costi complessivi o di ritardi nell’erogazione dei fondi è considerato elevato, e la Corte potrebbe chiedere ulteriori garanzie di stabilità economica prima di autorizzare la fase esecutiva.
Dal punto di vista amministrativo, il progetto è stato riattivato dopo oltre un decennio di sospensione. La società Stretto di Messina, controllata dal Ministero dell’Economia e delle Infrastrutture, ha aggiornato il progetto originario del 2011 per adeguarlo alle nuove condizioni ambientali e tecniche. Gli studi di impatto ambientale sono stati rivisti per tenere conto delle criticità sismiche dell’area e dell’ecosistema marino, con particolare attenzione alla tutela delle rotte migratorie dei cetacei e alle correnti dello Stretto. Le prescrizioni dell’Ispra e del Ministero dell’Ambiente, inserite nel piano di mitigazione, impongono controlli costanti durante tutte le fasi di costruzione.
Il dibattito politico intorno al ponte resta acceso. Da un lato, il governo considera l’opera una priorità strategica per il rilancio infrastrutturale del Mezzogiorno, con l’obiettivo di integrare la Sicilia nel sistema di trasporti europeo e di ridurre drasticamente i tempi di attraversamento dello Stretto, oggi superiori a un’ora con i traghetti. Dall’altro, opposizioni e associazioni ambientaliste contestano la sostenibilità economica del progetto, temendo che i costi effettivi possano superare le stime e che le opere accessorie comportino impatti ambientali rilevanti. Le forze contrarie sostengono che le risorse potrebbero essere destinate a migliorare le infrastrutture ferroviarie e portuali esistenti, più che a costruire una nuova mega-struttura.
Sul fronte tecnico, la società costruttrice ha ribadito la fattibilità dell’opera, sottolineando che le tecnologie oggi disponibili permettono di realizzare ponti sospesi di campata superiore a quella del progetto messinese. I collaudi strutturali e gli studi aerodinamici hanno confermato la capacità della struttura di resistere a venti superiori ai 200 km/h e a eventi sismici di elevata magnitudo. Il ponte, una volta completato, sarebbe il più lungo al mondo nella sua categoria e rappresenterebbe un simbolo di capacità ingegneristica italiana.
Dal punto di vista economico, il governo stima che l’opera possa generare circa 120mila posti di lavoro tra diretti e indiretti durante la fase di costruzione, con un impatto positivo sul PIL stimato in 2 punti percentuali per le regioni coinvolte. Inoltre, il collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria dovrebbe favorire la crescita dei flussi turistici e commerciali, migliorare la mobilità delle merci e ridurre le emissioni legate al trasporto marittimo. Tuttavia, i benefici economici a lungo termine dipenderanno dalla capacità di completare l’opera nei tempi e nei costi previsti, evitando le inefficienze che in passato hanno rallentato molte grandi opere pubbliche.
Il parere della Corte dei conti rappresenta quindi l’ultimo ostacolo formale prima dell’avvio effettivo dei lavori. In caso di esito positivo, la società Stretto di Messina potrà pubblicare i bandi per l’affidamento degli appalti principali e per la selezione delle imprese esecutrici. Le procedure saranno gestite secondo le nuove regole del codice degli appalti, con l’obiettivo di assicurare trasparenza e velocità. Parallelamente, saranno avviate le prime attività di monitoraggio ambientale e di predisposizione delle aree di cantiere nei pressi di Messina e Villa San Giovanni.
L’attesa decisione della Corte determinerà dunque il futuro immediato del progetto, che dopo decenni di dibattiti, sospensioni e ripartenze, si trova a un passo dall’inizio concreto. Il Ponte sullo Stretto resta un’opera simbolo per l’Italia: una sfida ingegneristica e politica che potrebbe segnare un punto di svolta per il Sud e per l’intero sistema infrastrutturale nazionale.

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