Mps supera le stime con un utile da 1,37 miliardi: margini in crescita e posizione patrimoniale ai massimi, la banca guarda con fiducia al 2026
- piscitellidaniel
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Monte dei Paschi di Siena archivia i primi nove mesi del 2025 con risultati superiori alle attese e conferma la fase di rilancio che, negli ultimi due anni, ha permesso alla banca più antica del mondo di tornare al centro della scena finanziaria italiana. L’istituto guidato dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio ha registrato un utile netto di 1,37 miliardi di euro, in aumento rispetto agli 895 milioni dello stesso periodo del 2024, battendo ampiamente le previsioni degli analisti. Il risultato riflette la solidità del margine d’interesse, l’ulteriore miglioramento della qualità del credito e la capacità di mantenere sotto controllo i costi operativi, elementi che consolidano il processo di risanamento avviato con il piano industriale 2022-2026.
Il margine d’interesse, trainato dal contesto di tassi ancora elevati, ha superato i 2,6 miliardi di euro, in crescita di oltre il 20% rispetto all’anno precedente. Le commissioni nette sono rimaste sostanzialmente stabili, mentre il risultato operativo lordo ha raggiunto quota 1,9 miliardi, segnando un incremento significativo grazie alla riduzione dei costi e all’efficienza della rete commerciale. L’indice cost/income è sceso al 51%, uno dei migliori del sistema bancario italiano, mentre la redditività misurata in termini di ROTE (Return on Tangible Equity) si è attestata intorno al 10%, in linea con gli obiettivi fissati dal piano strategico.
Particolarmente positivo anche il profilo patrimoniale: il CET1 ratio fully loaded è salito al 17,5%, un livello tra i più alti del sistema europeo, segno della solidità della banca e della capacità di generare capitale in modo organico. La qualità del credito si è ulteriormente rafforzata, con un NPL ratio lordo sceso al 2,2% e un coverage medio superiore al 55%. Il costo del rischio si è mantenuto su livelli storicamente bassi, attestandosi a 36 punti base, grazie alla riduzione dei flussi di nuove sofferenze e alla cessione di portafogli deteriorati minori.
L’amministratore delegato Lovaglio ha sottolineato che i risultati confermano la validità della strategia di rilancio, basata su una combinazione di rigore finanziario, digitalizzazione e rilancio commerciale. “Monte dei Paschi – ha dichiarato – ha completato la trasformazione industriale più complessa del sistema bancario italiano, dimostrando che una gestione disciplinata e una visione di lungo periodo possono riportare valore a una banca con oltre cinque secoli di storia”. Il manager ha aggiunto che la banca è ora pronta a concentrarsi sulla crescita organica, con una maggiore attenzione ai segmenti delle piccole e medie imprese, della consulenza finanziaria e della gestione del risparmio.
Tra i fattori che hanno sostenuto la performance, un ruolo decisivo è stato giocato dalla politica di controllo dei costi. Dopo il piano di uscite volontarie che ha coinvolto circa 4.000 dipendenti, l’organico è stato stabilizzato e i risparmi ottenuti si sono tradotti in un miglioramento strutturale dei margini operativi. Parallelamente, la banca ha accelerato la digitalizzazione dei processi interni e dei canali di vendita, aumentando l’efficienza e riducendo i tempi di risposta ai clienti. Il numero di operazioni gestite online è cresciuto del 35% rispetto all’anno precedente, e oltre il 70% delle nuove aperture di conto avviene oggi tramite canali digitali.
Sul fronte commerciale, Mps ha rafforzato la propria presenza nel mercato del credito alle imprese, con particolare attenzione ai finanziamenti legati alla transizione energetica e alla sostenibilità. I nuovi prestiti erogati alle aziende sono cresciuti del 12%, mentre la raccolta diretta ha superato i 90 miliardi di euro, sostenuta dall’aumento dei conti correnti e dei depositi vincolati. Anche la raccolta indiretta è tornata in territorio positivo, con un incremento del 6%, trainato dai fondi di investimento e dalle polizze assicurative.
Gli analisti hanno accolto i risultati con valutazioni positive. Secondo diverse case d’investimento, la banca ha ormai completato la fase più difficile del risanamento e può concentrarsi sulla crescita, mantenendo una redditività sostenibile. Il titolo Mps, dopo un inizio di seduta debole, ha chiuso la giornata in rialzo, beneficiando del sentiment positivo generato dai conti trimestrali. Gli operatori di mercato hanno apprezzato in particolare la solidità patrimoniale e la disciplina finanziaria, due elementi che rendono l’istituto senese uno dei più stabili del sistema bancario italiano.
Un aspetto centrale per il futuro resta la partecipazione pubblica. Il Tesoro detiene ancora circa il 39% del capitale e dovrà decidere nei prossimi mesi come gestire la propria quota, in vista della scadenza del termine fissato da Bruxelles per la dismissione. Al momento, il governo ha confermato l’intenzione di procedere con un’uscita graduale, valutando opzioni di mercato o eventuali operazioni di integrazione con altri istituti. Tuttavia, l’attuale solidità di Mps consente al Ministero dell’Economia di muoversi con maggiore flessibilità rispetto al passato.
Le prospettive per il 2026 restano improntate all’ottimismo. La banca prevede un utile netto annuo compreso tra 1,5 e 1,7 miliardi, un ROTE sopra l’11% e un payout ratio in crescita, con la possibilità di distribuire dividendi già a partire dal prossimo esercizio. L’obiettivo dichiarato del piano industriale è trasformare Mps in un istituto competitivo e moderno, capace di generare valore in modo sostenibile, riducendo definitivamente la distanza con i principali gruppi bancari italiani.
La sfida per i prossimi mesi sarà mantenere la redditività in un contesto economico che si preannuncia più complesso, con la possibile discesa dei tassi d’interesse e il rallentamento della crescita europea. Lovaglio ha ribadito che la banca continuerà a lavorare sulla diversificazione delle fonti di ricavo e sull’innovazione dei servizi, puntando a rafforzare ulteriormente la fiducia dei clienti e degli investitori. Monte dei Paschi, dopo anni di crisi e ristrutturazioni, appare oggi un istituto stabile, patrimonialmente solido e capace di competere sul mercato, un risultato che fino a pochi anni fa sembrava difficilmente raggiungibile.

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