Eli Lilly e Novo Nordisk tagliano i prezzi dei farmaci dimagranti negli Stati Uniti: la sfida sul mercato dell’obesità entra in una nuova fase
- piscitellidaniel
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La competizione nel mercato dei farmaci anti-obesità entra in una fase cruciale con la decisione di Eli Lilly e Novo Nordisk di ridurre i prezzi dei propri trattamenti negli Stati Uniti. Le due case farmaceutiche, protagoniste indiscusse della rivoluzione terapeutica nel campo della perdita di peso, hanno annunciato una revisione al ribasso dei listini dei loro prodotti di punta, con l’obiettivo di ampliare la platea dei pazienti e consolidare la propria posizione in un settore che vale già decine di miliardi di dollari. La mossa, che segna una svolta strategica per l’industria farmaceutica globale, risponde anche alle crescenti pressioni politiche e sociali sul costo dei medicinali negli Stati Uniti, dove il tema della sostenibilità sanitaria è diventato centrale nel dibattito pubblico.
Eli Lilly ha comunicato di aver avviato un piano di riduzione selettiva dei prezzi per il suo farmaco dimagrante Zepbound, derivato dal principio attivo tirzepatide, già approvato per il trattamento del diabete di tipo 2 e ora impiegato con successo nella gestione del peso corporeo. La casa americana, che negli ultimi mesi ha visto una domanda esplosiva per il proprio prodotto, punta a garantire un accesso più ampio, in particolare attraverso accordi diretti con assicurazioni sanitarie e programmi di sconti dedicati ai pazienti. In parallelo, la danese Novo Nordisk ha annunciato una politica analoga per il suo celebre Wegovy, basato sul principio semaglutide, che ha trasformato l’approccio farmacologico all’obesità grazie alla capacità di ridurre il peso fino al 15% in media nei pazienti trattati.
Entrambe le aziende hanno sottolineato che la decisione nasce dalla necessità di rendere sostenibile la diffusione dei nuovi farmaci, i cui costi elevati ne avevano limitato l’accessibilità. Negli Stati Uniti, infatti, i trattamenti anti-obesità possono superare i 1.000 dollari al mese, una cifra spesso non coperta dalle assicurazioni sanitarie. Secondo le nuove politiche, i prezzi effettivi per i pazienti assicurati potrebbero scendere fino a 350-500 dollari mensili, mentre per coloro che aderiscono a programmi di assistenza specifici la riduzione potrebbe essere ancora più significativa. L’obiettivo dichiarato è duplice: ampliare il mercato e ridurre la percezione di disuguaglianza nell’accesso a cure che, fino a poco tempo fa, erano riservate a una fascia ristretta della popolazione.
Il mercato dei farmaci anti-obesità è oggi uno dei più dinamici e redditizi del settore farmaceutico mondiale. Le vendite combinate di Eli Lilly e Novo Nordisk per i loro farmaci dimagranti hanno già superato i 25 miliardi di dollari nel 2024 e si prevede che possano raggiungere i 70 miliardi entro il 2030. L’obesità, considerata una delle principali sfide sanitarie del XXI secolo, colpisce oltre il 40% della popolazione adulta statunitense e genera un costo annuo stimato di oltre 170 miliardi di dollari per il sistema sanitario. La diffusione dei nuovi trattamenti farmacologici, basati su analoghi ormonali che agiscono sul senso di sazietà, ha rivoluzionato il modo di affrontare questa patologia cronica, finora gestita prevalentemente con interventi dietetici o chirurgici.
La decisione delle due aziende riflette anche la volontà di anticipare la concorrenza. Diversi gruppi farmaceutici, tra cui Pfizer, Amgen e Roche, stanno accelerando lo sviluppo di nuovi composti anti-obesità con meccanismi d’azione alternativi e potenzialmente più efficaci. Il calo dei prezzi deciso da Eli Lilly e Novo Nordisk mira a consolidare la loro leadership in un momento in cui la domanda continua a superare la capacità produttiva. Entrambe le società hanno già annunciato piani di investimento per ampliare gli impianti di produzione e ridurre le liste d’attesa, che in alcuni Paesi possono superare i sei mesi.
Negli Stati Uniti, la mossa ha avuto un forte impatto politico ed economico. La Casa Bianca ha salutato positivamente la decisione, definendola un “passo importante verso un sistema sanitario più equo”, e ha invitato altre aziende del settore a seguire l’esempio. Allo stesso tempo, il Congresso continua a discutere proposte di legge per regolamentare i prezzi dei farmaci da prescrizione e ampliare la copertura assicurativa dei trattamenti per l’obesità, attualmente esclusi da molti piani pubblici e privati. L’agenzia federale per la sanità Medicare, in particolare, sta valutando la possibilità di includere i nuovi farmaci dimagranti tra i trattamenti rimborsabili, una misura che potrebbe ampliare ulteriormente il mercato potenziale.
Le reazioni degli investitori sono state contrastanti. Nei giorni successivi all’annuncio, i titoli di Eli Lilly e Novo Nordisk hanno registrato una leggera flessione, riflettendo i timori di un impatto negativo sui margini nel breve periodo. Tuttavia, gli analisti ritengono che la strategia di riduzione dei prezzi possa generare benefici a medio e lungo termine, aumentando la penetrazione del mercato e stabilizzando la domanda. Secondo le stime di Morgan Stanley, una riduzione media dei prezzi del 30% potrebbe tradursi in un aumento del numero di pazienti trattati superiore al 50% entro i prossimi due anni, compensando ampiamente la contrazione dei margini unitari.
Dal punto di vista scientifico, la concorrenza tra Eli Lilly e Novo Nordisk continua anche sul piano dell’innovazione. Entrambe le aziende stanno sviluppando nuove generazioni di farmaci iniettabili e orali che promettono una maggiore efficacia e una migliore tollerabilità. Eli Lilly ha già avviato la fase finale di sperimentazione clinica su un composto orale che potrebbe rappresentare una svolta nella gestione dell’obesità, eliminando la necessità di iniezioni settimanali. Novo Nordisk, invece, sta investendo nello sviluppo di combinazioni terapeutiche in grado di agire simultaneamente sul metabolismo e sul controllo dell’appetito.
Il taglio dei prezzi negli Stati Uniti segna quindi l’inizio di una nuova fase competitiva per il settore. L’industria farmaceutica si trova di fronte alla sfida di rendere accessibili terapie che, oltre a migliorare la qualità della vita dei pazienti, potrebbero ridurre significativamente i costi legati alle complicanze dell’obesità, come il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e alcune forme di tumore. La sostenibilità economica e sociale di questi farmaci rappresenterà uno dei temi centrali della sanità globale nei prossimi anni, in un equilibrio complesso tra innovazione, profitto e diritto alla cura.

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