Al via la nuova missione italiana in Antartide: scienza, tecnologia e cooperazione internazionale per lo studio del clima globale
- piscitellidaniel
- 13 ore fa
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È partita la nuova missione italiana in Antartide, la quarantesima spedizione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, un’iniziativa che rappresenta uno dei progetti scientifici più complessi e strategici della ricerca italiana. Oltre 140 tra ricercatori, tecnici e personale logistico opereranno per diversi mesi in uno degli ambienti più ostili del pianeta, con l’obiettivo di approfondire lo studio dei processi climatici, geofisici e biologici che caratterizzano il continente antartico e la sua interazione con il sistema terrestre. La missione, coordinata dal CNR, dall’ENEA e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, si articolerà su due basi principali: la Stazione Mario Zucchelli, situata nella Baia Terra Nova, e la Base Concordia, gestita congiuntamente da Italia e Francia sul Plateau Antartico.
Le attività previste per la campagna 2024-2025 coprono un ampio spettro di discipline. Gli studi glaciologici e climatici sono al centro della missione, con l’obiettivo di monitorare lo stato delle calotte polari, analizzare le variazioni del manto nevoso e misurare i flussi di fusione superficiale, che costituiscono indicatori diretti delle dinamiche del riscaldamento globale. La raccolta e l’analisi dei dati sul campo permetteranno di confrontare le attuali condizioni dei ghiacci con le serie storiche, al fine di individuare eventuali accelerazioni nei processi di scioglimento e nei cambiamenti della massa glaciale. Parallelamente, la ricerca atmosferica si concentrerà sullo studio della composizione chimica dell’aria, delle concentrazioni di aerosol e delle interazioni tra radiazione solare e strati atmosferici superiori, con l’obiettivo di comprendere meglio le retroazioni tra Antartide e clima globale.
Un altro settore chiave della missione riguarda la biologia e l’ecologia marina. Gli studiosi si occuperanno di osservare le catene trofiche polari, l’adattamento delle specie alle condizioni estreme e le variazioni della biodiversità in relazione alla temperatura delle acque e alla presenza di microinquinanti. Questi studi sono essenziali per valutare la resilienza degli ecosistemi marini antartici e il loro ruolo nel ciclo globale del carbonio. La collaborazione con l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale consente di integrare i dati biologici con quelli oceanografici, relativi a salinità, temperatura e correnti marine, creando un quadro complessivo delle interazioni tra oceano e atmosfera.
Sul fronte tecnologico, la missione vede l’impiego di strumenti e infrastrutture avanzate. La nave rompighiaccio “Laura Bassi”, fiore all’occhiello della ricerca oceanografica italiana, sarà impiegata per le operazioni logistiche e scientifiche lungo la fascia costiera e nelle acque del Mare di Ross. A bordo si effettueranno misurazioni geofisiche, campionamenti marini e test di robotica subacquea, mentre a terra saranno installati nuovi sensori automatici per la raccolta di dati in tempo reale su temperatura, pressione, vento e radiazione solare. Verranno inoltre utilizzati droni e veicoli autonomi per il monitoraggio delle superfici glaciali, che consentiranno di ottenere mappe tridimensionali ad alta precisione delle aree di studio.
La componente logistica della spedizione rappresenta una sfida complessa e cruciale. L’approvvigionamento dei materiali, la manutenzione delle basi e la gestione energetica devono essere pianificati con estrema precisione, data la distanza e l’impossibilità di interventi rapidi in caso di emergenza. La Stazione Mario Zucchelli sarà operativa per circa quattro mesi, nel periodo estivo antartico, mentre la Base Concordia continuerà a funzionare durante tutto l’anno, garantendo la continuità delle osservazioni scientifiche anche nei mesi di buio totale. Le temperature che possono raggiungere i –60 °C, i venti costanti e la scarsità di risorse rendono indispensabile una pianificazione meticolosa e l’uso di tecnologie di supporto energetico ad alta efficienza.
Un altro obiettivo della missione è l’analisi geofisica e sismica del territorio. I ricercatori condurranno studi sul comportamento della crosta terrestre e sui movimenti tettonici, monitorando i microterremoti e le variazioni magnetiche che forniscono informazioni preziose sulla dinamica del continente. Tali osservazioni contribuiscono a comprendere non solo l’evoluzione geologica dell’Antartide, ma anche i legami tra fenomeni geofisici e mutamenti climatici. Il continente ghiacciato, per la sua posizione e la sua stabilità geologica, rappresenta infatti un archivio naturale che conserva le tracce del clima terrestre di milioni di anni.
Sul piano della cooperazione internazionale, la partecipazione italiana si inserisce in un quadro di collaborazioni globali che coinvolge oltre 30 paesi. L’Italia, grazie alla continuità delle sue missioni scientifiche, si conferma come uno dei protagonisti europei nel contesto delle ricerche polari. Le attività previste contribuiranno al programma internazionale SCAR (Scientific Committee on Antarctic Research), che coordina la raccolta e la condivisione dei dati a livello globale. La missione italiana partecipa anche a progetti congiunti finanziati dall’Unione Europea, finalizzati alla comprensione delle interazioni tra Antartide, oceani e atmosfera, e all’elaborazione di modelli climatici integrati.
L’importanza strategica di questa nuova campagna va oltre la dimensione scientifica, poiché permette all’Italia di consolidare la propria presenza in un’area di crescente interesse geopolitico e ambientale. L’Antartide rappresenta un laboratorio naturale per lo studio dei cambiamenti climatici e delle loro implicazioni planetarie. La ricerca condotta in questo contesto estremo fornisce informazioni indispensabili per comprendere la direzione che sta prendendo il sistema climatico globale, ma anche per sviluppare soluzioni tecnologiche e politiche di adattamento che potranno essere applicate in altri contesti ambientali.
La nuova missione italiana in Antartide conferma dunque la centralità del Paese nel panorama scientifico internazionale, unendo ricerca avanzata, cooperazione tra istituzioni e innovazione tecnologica in uno scenario che continua a rappresentare una delle ultime frontiere della conoscenza umana.

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