Rc auto, il centrodestra chiede un riequilibrio delle tariffe: “Serve una revisione territoriale per garantire equità ai cittadini”
- piscitellidaniel
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Il tema delle tariffe Rc auto torna al centro del dibattito politico e riaccende la discussione sulla disparità dei premi assicurativi tra Nord e Sud Italia. Il centrodestra ha presentato una proposta unitaria per rivedere i criteri di calcolo delle polizze, chiedendo un “riequilibrio territoriale” che elimini le forti differenze oggi esistenti tra le varie aree del Paese. L’obiettivo, secondo i promotori, è assicurare un principio di equità che non penalizzi i cittadini in base alla residenza, ma tenga conto di parametri oggettivi legati al comportamento individuale degli automobilisti e non alla zona geografica in cui vivono.
L’iniziativa nasce dopo i recenti dati diffusi dall’Ivass, che mostrano una situazione ancora fortemente disomogenea. A parità di condizioni, un automobilista che vive a Napoli paga in media quasi il doppio rispetto a chi risiede a Bolzano, mentre in città come Palermo, Bari e Reggio Calabria i premi restano tra i più alti d’Europa. Le compagnie giustificano questa disparità con l’incidenza maggiore di frodi assicurative e sinistri in alcune aree, ma i partiti di maggioranza sostengono che le tecnologie di monitoraggio e i nuovi sistemi di profilazione dei rischi consentono ormai di superare questo approccio territoriale. “Non è accettabile che il codice di avviamento postale valga più della condotta di guida – ha dichiarato un esponente della Lega –. L’Italia deve superare una discriminazione che colpisce milioni di automobilisti onesti”.
Il disegno di legge, sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, prevede l’introduzione di un nuovo sistema di classificazione dei rischi basato su parametri personalizzati, come lo storico dei sinistri, la percorrenza media annuale, il livello di manutenzione del veicolo e la presenza di dispositivi di sicurezza. L’idea è quella di creare una tariffazione più equa, legata al comportamento effettivo dell’assicurato e non alla semplice statistica territoriale. La proposta include anche un potenziamento dell’uso della scatola nera, già installata su oltre 10 milioni di veicoli in Italia, che consente di raccogliere dati oggettivi sulla guida, sulla velocità e sugli stili di frenata, riducendo così i margini per frodi e sinistri simulati.
Sul piano politico, la richiesta del centrodestra ha trovato il sostegno delle associazioni dei consumatori, che da anni denunciano l’iniquità del sistema. Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, le tariffe Rc auto in Italia sono tra le più alte d’Europa e la differenza tra Nord e Sud rappresenta una distorsione che si ripercuote sull’economia e sulla mobilità. “Un cittadino del Mezzogiorno paga anche 500 euro in più l’anno per la stessa copertura – si legge in un recente rapporto –. È un divario che non ha più giustificazioni tecniche”. Le organizzazioni chiedono una riforma che premi chi guida in modo corretto, indipendentemente dalla zona di residenza, e che riduca le tariffe per i neopatentati e per le famiglie con più veicoli.
Le compagnie assicurative, invece, invitano alla prudenza. L’Ania, l’associazione che rappresenta le imprese del settore, ha riconosciuto la necessità di un aggiornamento delle regole, ma ha sottolineato che un’eccessiva uniformità potrebbe generare squilibri e incrementare il rischio complessivo. Le aree con un tasso di sinistrosità più elevato – spiegano le compagnie – non possono essere equiparate automaticamente a quelle con un rischio molto basso. Tuttavia, le stesse assicurazioni si sono dette disponibili a collaborare per sviluppare un modello misto che valorizzi la meritocrazia degli automobilisti senza compromettere la sostenibilità economica delle polizze.
Sul fronte tecnico, la riforma proposta dal centrodestra prevede l’introduzione di un “coefficiente di equità” nazionale, un parametro che dovrebbe ridurre il peso dei fattori geografici e aumentare quello dei comportamenti individuali. Tra le ipotesi in discussione anche la creazione di un database unico per la raccolta dei dati sui sinistri, accessibile a tutte le compagnie e agli organi di vigilanza, in modo da contrastare le frodi e armonizzare i criteri di valutazione. Il governo starebbe inoltre valutando di introdurre incentivi fiscali per le compagnie che adottano sistemi di tariffazione basati su algoritmi trasparenti e verificabili, così da promuovere la concorrenza e la trasparenza nel mercato.
La questione Rc auto, tuttavia, non è solo economica ma anche politica. Il Mezzogiorno rappresenta una fetta decisiva dell’elettorato e il tema del costo delle assicurazioni tocca direttamente milioni di famiglie. Nei mesi scorsi, diversi governatori del Sud, compresi alcuni esponenti di opposizione, avevano sollevato il problema chiedendo al governo di intervenire. La proposta del centrodestra mira quindi anche a consolidare il consenso in quelle regioni, presentandosi come una misura di giustizia sociale e di sostegno alla mobilità. Allo stesso tempo, il governo deve però evitare di aprire un fronte di tensione con l’Unione Europea e con le compagnie assicurative, che temono un’eccessiva ingerenza nella libertà tariffaria prevista dalle norme comunitarie.
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, ha accolto positivamente l’iniziativa, definendola “una proposta di buon senso” e annunciando l’apertura di un tavolo tecnico con Ivass e Ania per valutare gli effetti della riforma. Secondo il ministro, l’obiettivo non è imporre tariffe amministrate, ma “correggere un’asimmetria che non ha più ragione di esistere in un mercato tecnologicamente avanzato e digitalizzato”. Il nuovo approccio dovrebbe inoltre incentivare l’uso della telematica, migliorare la trasparenza dei contratti e rafforzare la protezione dei consumatori.
Anche il Parlamento europeo osserva con interesse la discussione italiana, considerata un test per le future politiche comunitarie in materia di assicurazioni auto. Alcuni Paesi, come la Francia e la Spagna, stanno già sperimentando modelli simili, in cui il prezzo della polizza è determinato da algoritmi basati sui comportamenti di guida e non su criteri geografici. L’Italia potrebbe dunque diventare un laboratorio normativo per una riforma più ampia del settore assicurativo europeo.
Con la proposta di riequilibrio delle tariffe Rc auto, il centrodestra punta quindi a risolvere una disparità che dura da decenni, cercando di conciliare la sostenibilità economica delle compagnie con la necessità di garantire equità ai cittadini. Un percorso complesso, che richiederà mediazione politica, innovazione tecnologica e una revisione profonda delle logiche su cui si basa il sistema assicurativo nazionale.

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