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Parmigiano Reggiano: 3,2 miliardi di euro e gli Stati Uniti primo mercato estero

Il Parmigiano Reggiano, emblema del made in Italy agroalimentare, ha chiuso il 2024 con numeri record: un giro d'affari complessivo di 3,2 miliardi di euro e oltre 4 milioni di forme vendute nel mondo. I dati, presentati dal Consorzio di Tutela, confermano una tendenza di crescita che resiste alle difficoltà economiche globali e alle tensioni commerciali internazionali.


Il primo mercato estero è oggi rappresentato dagli Stati Uniti, che da soli assorbono quasi il 23% dell'export totale del prodotto, pari a oltre 12.000 tonnellate. Si tratta di una quota in costante crescita, sostenuta da una domanda sempre più orientata verso l’autenticità e la qualità certificata. Il consumatore americano, sempre più attento alla provenienza dei prodotti, ha premiato la lunga stagionatura, l'artigianalità della lavorazione e l'origine protetta del Parmigiano Reggiano, che può essere prodotto esclusivamente nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e in parte di quelle di Mantova e Bologna.


Il successo negli Stati Uniti è frutto di una strategia di promozione molto strutturata. Il Consorzio ha investito in campagne educative per differenziare il Parmigiano Reggiano originale da prodotti similari, spesso venduti sotto il nome generico di “parmesan” ma privi di qualsiasi legame con il disciplinare produttivo italiano. In questo contesto, il lavoro svolto sul fronte legale per la protezione della DOP è stato fondamentale per contrastare le contraffazioni e difendere il valore della denominazione.


Oltre agli Stati Uniti, altri mercati strategici per il Parmigiano Reggiano sono Francia, Germania e Regno Unito. In particolare, si segnala la crescita in aree come il Canada, dove l'accordo CETA tra l'Unione Europea e Ottawa ha facilitato l’ingresso del prodotto, e negli Emirati Arabi, dove il Parmigiano è sempre più richiesto nei ristoranti di fascia alta.


Non mancano però le difficoltà. Il fronte commerciale resta particolarmente esposto alla minaccia dei dazi. Negli anni passati, l’amministrazione statunitense aveva imposto tariffe fino al 35% sul Parmigiano Reggiano, incidendo direttamente sui margini dei produttori e costringendo molti importatori ad assorbire parte dei costi per non perdere competitività. Anche se questi dazi sono stati in parte sospesi, il rischio che possano essere reintrodotti continua a pesare sulle prospettive dell’export.


Un altro elemento di preoccupazione è rappresentato dai costi di produzione, che nel 2024 sono cresciuti sensibilmente a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime, dell’energia e della manodopera. Nonostante ciò, i produttori hanno scelto di non scaricare totalmente gli aumenti sul prezzo finale, continuando a investire nella qualità, nella tracciabilità e nella sostenibilità ambientale.


Il Consorzio sta lavorando anche sul fronte dell’innovazione. Tra le priorità per il 2025 ci sono la digitalizzazione delle filiere produttive, l’introduzione di sistemi avanzati per la certificazione blockchain della filiera e lo sviluppo di nuovi canali di vendita online, in particolare per il mercato statunitense. È in corso inoltre un progetto per introdurre packaging eco-compatibili, in linea con le nuove direttive europee sulla sostenibilità ambientale.


Al centro della strategia futura rimane la tutela del valore economico e culturale del prodotto. Il Parmigiano Reggiano è oggi più di un formaggio: è un asset nazionale, capace di generare reddito per un intero territorio e di trasmettere un’identità. Nel 2024, circa 330 caseifici hanno contribuito alla produzione, impiegando oltre 50.000 persone lungo tutta la filiera, dal latte alla stagionatura, dalla logistica alla distribuzione.


L’interesse per il Parmigiano Reggiano cresce anche nei mercati asiatici, con Cina e Giappone che si affermano come nuove frontiere di sviluppo. Qui il Consorzio punta su accordi commerciali e partnership con la ristorazione d’eccellenza, puntando non solo sul consumo domestico ma anche sull’utilizzo del prodotto nella cucina gourmet internazionale.


Il 2025 si prospetta quindi come un anno decisivo per consolidare i risultati raggiunti e rafforzare la presenza del Parmigiano Reggiano nei mercati strategici. In un mondo sempre più competitivo, il valore della tradizione, se accompagnato da innovazione, può continuare a garantire al Parmigiano un ruolo da protagonista nel panorama agroalimentare globa

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