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La proposta di legge sul recupero crediti

La riforma del recupero crediti, contenuta nel ddl 978, introduce un sistema che elimina l’intervento del giudice nella fase iniziale. L’avvocato del creditore potrà emettere un’intimazione ad adempiere che, se non contestata entro 40 giorni, diventa titolo esecutivo. Il meccanismo mira a velocizzare le procedure e alleggerire i tribunali civili, ma suscita forti critiche sul fronte delle garanzie per il debitore. Senza il controllo di un giudice, infatti, il debitore si trova in una posizione di debolezza e rischia di subire azioni esecutive ingiustificate.

Restano escluse solo le posizioni di origine bancaria e i crediti ceduti alle agenzie di recupero.

Secondo le associazioni dei consumatori, la riforma potrebbe favorire abusi e intimidazioni, inducendo molti a non opporsi per timore o mancanza di risorse. Il dibattito politico e giuridico ruota dunque attorno all’equilibrio tra efficienza procedurale e tutela dei diritti fondamentali del cittadino.

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