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Rapporto sull’allargamento dell’Unione Europea: via libera politico all’Ucraina, ma con condizioni su riforme, corruzione e Stato di diritto

La Commissione Europea ha approvato il nuovo rapporto sull’allargamento, confermando il proprio sostegno all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione ma fissando precise condizioni in materia di governance, lotta alla corruzione e tutela dei diritti fondamentali. Il documento, atteso da mesi e considerato uno dei più delicati degli ultimi anni, rappresenta un passaggio chiave nel processo di avvicinamento di Kiev a Bruxelles, aprendo di fatto la strada alla possibile apertura dei negoziati formali di adesione nel corso del 2025. La decisione, salutata con favore dal governo ucraino, segna una svolta politica di rilievo, ma evidenzia al tempo stesso la complessità del percorso che il Paese dovrà affrontare prima di diventare un membro a pieno titolo dell’Unione.


Nel rapporto, la Commissione riconosce i progressi compiuti dall’Ucraina nonostante le condizioni eccezionali imposte dal conflitto in corso. Bruxelles elogia la resilienza delle istituzioni ucraine e l’impegno del governo nel portare avanti riforme strutturali, anche in ambiti sensibili come la giustizia e la pubblica amministrazione. Tuttavia, il testo sottolinea la necessità di ulteriori passi avanti, in particolare nella lotta alla corruzione, nella trasparenza del sistema giudiziario e nella protezione delle minoranze linguistiche e politiche. Solo una piena attuazione delle riforme potrà consentire l’avvio dei negoziati di adesione e l’accesso graduale ai programmi europei di coesione economica.


L’Ucraina, candidata ufficialmente all’ingresso nell’Unione dal giugno 2022, ha accelerato il processo di armonizzazione legislativa con l’acquis communautaire, il corpo normativo europeo che regola tutti i settori, dall’economia alla giustizia. La Commissione ha riconosciuto che il Paese ha compiuto “progressi significativi” in sette delle otto aree prioritarie indicate lo scorso anno, tra cui la riforma della Corte costituzionale, il rafforzamento dell’agenzia anticorruzione e l’adozione di nuove norme per la libertà dei media. Resta però aperto il nodo del controllo sugli oligarchi, tema su cui Bruxelles chiede un’applicazione più rigorosa della legge adottata nel 2021, che mira a ridurre l’influenza economica e politica delle grandi famiglie industriali.


La Commissione ha inoltre segnalato la necessità di migliorare l’indipendenza del potere giudiziario, rafforzando i meccanismi di selezione dei magistrati e garantendo la piena autonomia del Consiglio della magistratura. Il rapporto invita Kiev a mantenere un dialogo costante con la società civile e con le istituzioni internazionali, per assicurare che le riforme non siano percepite come imposte dall’esterno ma come parte integrante del processo democratico. In questo senso, l’Unione intende fornire assistenza tecnica e finanziaria attraverso il nuovo Strumento per l’Allargamento 2024-2027, che mette a disposizione 6 miliardi di euro destinati ai Paesi candidati.


Sul piano politico, il via libera della Commissione rappresenta un segnale forte, che conferma la volontà di Bruxelles di mantenere l’Ucraina saldamente ancorata al progetto europeo. La guerra con la Russia ha accelerato la percezione dell’allargamento come una necessità strategica oltre che politica, e l’Ucraina viene ormai considerata un partner essenziale nella costruzione di una nuova architettura di sicurezza e cooperazione nel continente. Il sostegno europeo ha anche una dimensione simbolica: dimostrare che la prospettiva dell’adesione rimane aperta per tutti i Paesi che condividono i valori dell’Unione, indipendentemente dalle difficoltà contingenti.


Il rapporto non riguarda solo l’Ucraina, ma anche altri Paesi candidati come Moldavia, Georgia e i Balcani occidentali. Tuttavia, il caso ucraino assume un peso particolare per il contesto geopolitico e per l’impatto che l’allargamento potrebbe avere sugli equilibri interni dell’Unione. L’ingresso di Kiev comporterebbe, infatti, una ridefinizione profonda della politica agricola comune e dei fondi strutturali, data la vastità del territorio e il peso economico del settore primario ucraino. Bruxelles è consapevole che l’adesione dell’Ucraina richiederà una revisione dei meccanismi di voto e di bilancio, per evitare squilibri tra i Paesi membri.


Il documento mette inoltre in evidenza il rischio di un allargamento “prematuro” che potrebbe mettere sotto pressione le istituzioni europee. Per questo, la Commissione insiste sulla necessità di garantire che i nuovi membri rispettino pienamente i principi dello Stato di diritto, della separazione dei poteri e della concorrenza economica. Solo una volta completate le riforme richieste, l’Ucraina potrà essere invitata a partecipare ai primi tavoli negoziali, che dovranno essere approvati all’unanimità dai 27 Stati membri. Diversi Paesi, tra cui Francia, Germania e Paesi Bassi, hanno espresso cautela, sottolineando che l’ingresso di Kiev non potrà avvenire prima del completamento delle riforme interne dell’Unione stessa.


Dal canto suo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accolto il rapporto con entusiasmo, definendolo “una decisione storica che premia il sacrificio e la determinazione del popolo ucraino”. In un messaggio pubblico, Zelensky ha ribadito che l’obiettivo dell’Ucraina è l’ingresso nell’Unione entro la fine del decennio e ha assicurato che le riforme richieste saranno completate nei tempi stabiliti. La popolazione ucraina, secondo i sondaggi, continua a mostrare un forte sostegno al percorso europeo, con oltre l’80% dei cittadini favorevoli all’adesione, un dato senza precedenti nella storia recente del Paese.


La Commissione ha infine annunciato che entro la primavera del 2025 verrà presentato un aggiornamento sullo stato di avanzamento delle riforme, per valutare se aprire formalmente i capitoli negoziali. Fino ad allora, l’Ucraina continuerà a ricevere assistenza economica e politica, anche attraverso il nuovo piano europeo di sostegno finanziario a lungo termine da 50 miliardi di euro, approvato per garantire la stabilità macroeconomica del Paese.


Il rapporto sull’allargamento segna così un momento decisivo per l’Unione Europea, che si trova a dover conciliare la solidarietà politica verso Kiev con la necessità di preservare la coesione interna e l’equilibrio tra vecchi e nuovi membri. L’ingresso dell’Ucraina, pur ancora lontano, appare sempre più come una prospettiva concreta, destinata a ridefinire il volto dell’Europa nei prossimi anni e a segnare l’inizio di una nuova fase di integrazione politica, economica e strategica.

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