Francia: automobilista investe dieci persone al grido “Allahu Akbar”, tre feriti gravi
- piscitellidaniel
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Un grave episodio ha sconvolto la mattinata sull’isola di Oléron, nella regione della Nuova Aquitania, dove un automobilista ha travolto dieci persone, tra cui pedoni e un ciclista, gridando «Allahu Akbar» subito prima dell’impatto. L’attacco, avvenuto tra i centri di Dolus-d’Oléron e Saint-Pierre-d’Oléron, ha provocato tre feriti in condizioni gravissime e diversi altri con lesioni di entità minore. Secondo le prime ricostruzioni della gendarmeria francese, l’uomo avrebbe agito deliberatamente, lanciando il proprio veicolo contro i passanti in una zona di mercato. Dopo l’impatto, avrebbe tentato di incendiare l’auto che guidava, all’interno della quale sono state rinvenute diverse bombole di gas, alcune delle quali si sarebbero parzialmente incendiate. L’intervento immediato dei soccorritori e delle forze dell’ordine ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente, evitando un bilancio potenzialmente molto più grave.
Il responsabile, un cittadino francese di circa trent’anni residente a La Cotinière, è stato arrestato sul posto e trasferito in custodia. Le autorità hanno confermato che l’uomo era già noto per comportamenti problematici, abusi di alcol e droghe e disturbi della personalità. Il sindaco di Saint-Pierre-d’Oléron ha riferito che il soggetto viveva in condizioni di marginalità e aveva mostrato negli ultimi mesi segni di crescente instabilità. Al momento, la procura di La Rochelle ha aperto un’indagine per tentato omicidio plurimo, mentre la procura antiterrorismo di Parigi segue con attenzione l’evolversi della situazione pur non essendo ancora formalmente coinvolta. La dinamica dell’attacco e la frase pronunciata prima dell’impatto hanno comunque riacceso il dibattito sul confine sempre più sottile tra disturbo mentale e radicalizzazione violenta, un tema che da anni interroga la giustizia francese e i suoi apparati di sicurezza.
Gli investigatori stanno esaminando ogni elemento utile a chiarire le motivazioni del gesto. Oltre alle analisi sul veicolo e sulle bombole di gas, sono in corso accertamenti sui dispositivi elettronici dell’uomo, per individuare eventuali contatti o messaggi che possano ricondurre a moventi ideologici o a influenze esterne. Gli esperti della polizia scientifica hanno sequestrato l’auto, che presentava segni di manomissione e un sistema artigianale predisposto per l’innesco delle bombole. Parallelamente, i periti psichiatrici dovranno stabilire se il soggetto sia pienamente imputabile, poiché, secondo alcune testimonianze, già in passato aveva manifestato comportamenti violenti e frasi deliranti a sfondo religioso. La complessità del caso potrebbe portare a una doppia pista investigativa, penale e psichiatrica, con la possibilità che l’accusa venga rimodulata nelle prossime settimane.
La comunità locale è sotto shock. L’isola di Oléron, tradizionalmente considerata una destinazione turistica tranquilla e sicura, non aveva mai assistito a episodi di tale gravità. Le autorità hanno rafforzato la presenza della gendarmeria e predisposto un piano straordinario di sorveglianza per i prossimi giorni. La prefettura della Charente-Maritime ha chiesto il massimo riserbo alla popolazione, invitando i cittadini a evitare la diffusione di voci o immagini dell’attacco, mentre la protezione civile ha organizzato un supporto psicologico per i testimoni e le vittime. Gli ospedali di La Rochelle e Rochefort hanno accolto i feriti più gravi, stabilizzando le condizioni di due di loro dopo interventi chirurgici d’urgenza. Le autorità sanitarie hanno confermato che l’evento ha comportato l’attivazione del protocollo per incidenti con più vittime, dimostrando un’efficiente risposta operativa in una situazione estremamente critica.
L’episodio si inserisce in un contesto nazionale di crescente attenzione ai cosiddetti atti “isolati”, azioni violente spesso compiute da soggetti non appartenenti a organizzazioni terroristiche ma che ne imitano la simbologia o il linguaggio. In Francia, dopo gli attentati del 2015 e del 2016, il sistema di prevenzione è stato rafforzato con l’adozione di misure di allerta permanente, ma la natura individuale di alcuni episodi continua a sfuggire al monitoraggio tradizionale. Il caso di Oléron evidenzia ancora una volta la difficoltà di distinguere tra terrorismo vero e proprio e violenza estrema di matrice personale. Le indagini in corso dovranno chiarire se l’urlo “Allahu Akbar” rappresenti un richiamo ideologico o un’espressione di delirio. Intanto la Francia si ritrova nuovamente a confrontarsi con la paura e l’incertezza, mentre le autorità di sicurezza mantengono alto il livello di vigilanza in tutto il territorio nazionale.

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