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Belgio, aeroporto di Bruxelles chiuso per un drone non identificato: scatta l’allerta sicurezza e si blocca il traffico aereo europeo

L’aeroporto internazionale di Bruxelles è rimasto chiuso per diverse ore a causa del rilevamento di un drone non identificato che ha sorvolato lo spazio aereo circostante lo scalo. L’episodio, avvenuto nella tarda mattinata, ha provocato la sospensione di tutti i decolli e gli atterraggi, con ripercussioni significative sul traffico aereo europeo. Le autorità belghe hanno immediatamente attivato le procedure di emergenza previste in caso di violazione dello spazio aereo controllato, disponendo la chiusura temporanea dell’aeroporto e il dirottamento dei voli in arrivo verso altri scali, tra cui Charleroi, Amsterdam e Parigi.


Secondo quanto comunicato dalle autorità aeroportuali, il drone è stato avvistato a un’altitudine di circa 400 metri nei pressi delle piste principali di Zaventem, in un’area di decollo particolarmente sensibile. Le squadre di sicurezza hanno immediatamente avviato le operazioni di ricerca, con l’intervento della polizia federale, delle unità antiterrorismo e della direzione generale dell’aviazione civile. Nonostante la rapida reazione, il dispositivo non è stato individuato con certezza, circostanza che ha reso necessario il mantenimento delle misure di blocco per evitare qualsiasi rischio di collisione con i velivoli in movimento.


L’episodio ha riportato l’attenzione sul problema crescente della sicurezza aerea legata all’uso improprio dei droni. Negli ultimi anni, gli aeroporti europei hanno registrato un aumento degli incidenti e degli avvistamenti di dispositivi non autorizzati nelle aree di sorvolo. Anche se la maggior parte dei casi si rivela priva di intenzioni dolose, la sola presenza di un drone in prossimità di una pista rappresenta una minaccia potenzialmente grave per la sicurezza dei passeggeri e degli equipaggi. A Bruxelles, la chiusura preventiva è stata adottata in linea con i protocolli dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA), che impongono la sospensione immediata delle operazioni in caso di rischio accertato per la navigazione.


Durante le ore di interruzione, oltre 150 voli sono stati cancellati o dirottati, coinvolgendo circa 20.000 passeggeri. Le sale partenze sono state temporaneamente evacuate per consentire controlli supplementari e la verifica dei sistemi radar. Le autorità hanno dichiarato che la decisione di chiudere completamente lo scalo è stata dettata dalla necessità di garantire il massimo livello di sicurezza, evitando anche il rischio di falsi allarmi. La direzione dell’aeroporto ha espresso rammarico per i disagi causati, assicurando tuttavia che le operazioni di sicurezza hanno funzionato correttamente e in modo coordinato tra tutte le forze coinvolte.


Il ministero dell’Interno belga ha confermato che sono in corso indagini per identificare il responsabile del volo illegale del drone. L’ipotesi più accreditata è quella di un dispositivo civile di tipo commerciale, ma non si esclude l’azione deliberata di un operatore non autorizzato. In Belgio, come in tutta l’Unione Europea, il volo dei droni è regolato da norme precise che vietano il sorvolo di infrastrutture critiche, come aeroporti e centrali energetiche. Le violazioni possono comportare sanzioni fino a 75.000 euro e, nei casi più gravi, la reclusione.


La polizia federale ha utilizzato sistemi di tracciamento elettronico e scanner a radiofrequenza per individuare la posizione del segnale, ma il dispositivo sembrerebbe aver interrotto le trasmissioni poco dopo l’avvistamento, rendendo difficile la localizzazione. Sono state inoltre coinvolte le unità specializzate in cyber-intelligence, che stanno analizzando i dati raccolti dai radar civili e militari per determinare la provenienza del segnale. Fonti investigative non escludono che il drone possa essere stato controllato a distanza da un’area esterna alla città o addirittura da un Paese confinante, ipotesi che complicherebbe ulteriormente le indagini.


L’incidente ha generato preoccupazione anche a livello europeo, poiché Bruxelles rappresenta uno degli snodi principali del traffico aereo internazionale. La chiusura dello scalo ha provocato ritardi a catena in diversi aeroporti collegati, in particolare Londra, Francoforte e Madrid. Eurocontrol, l’agenzia europea per la gestione del traffico aereo, ha attivato un piano di emergenza per ridistribuire i voli dirottati e minimizzare i disagi. Alcune compagnie, come Lufthansa e Air France, hanno annunciato rimborsi e riprotezioni per i passeggeri rimasti bloccati.


La vicenda riapre il dibattito sull’efficacia delle misure di sicurezza adottate per prevenire intrusioni di questo tipo. Nonostante i progressi tecnologici, la capacità di intercettare e neutralizzare rapidamente un drone resta limitata. Gli esperti sottolineano la necessità di implementare sistemi di difesa specifici, come radar dedicati, reti anti-drone e dispositivi di disturbo del segnale. In diversi Paesi, tra cui Francia e Regno Unito, sono già in fase di sperimentazione soluzioni di neutralizzazione elettronica, ma la loro applicazione resta complessa in contesti civili ad alta densità abitativa.


L’episodio di Bruxelles non è isolato. Nel corso dell’ultimo anno, situazioni analoghe si sono verificate a Parigi, Monaco e Londra, con conseguenti chiusure temporanee degli scali. Secondo i dati dell’EASA, nel 2024 sono stati registrati oltre 300 episodi di interferenza tra droni e aeromobili in Europa, il doppio rispetto al 2022. Il rischio principale è rappresentato dal possibile impatto con le turbine degli aerei in fase di decollo o atterraggio, scenario che potrebbe causare gravi danni strutturali ai velivoli.


Il governo belga ha annunciato l’intenzione di accelerare il piano di potenziamento delle misure anti-drone già avviato negli scorsi mesi. Il progetto prevede la creazione di una rete di sorveglianza aerea dedicata, gestita congiuntamente dalla polizia federale e dall’aeronautica militare, per il monitoraggio in tempo reale dei voli non autorizzati. Verranno inoltre introdotte nuove regole per il registro dei droni civili, con l’obbligo per gli operatori di installare sistemi di identificazione elettronica che consentano alle autorità di tracciarli immediatamente in caso di emergenza.


L’incidente di Zaventem evidenzia come la sicurezza aerea, in un’epoca di rapida diffusione delle tecnologie autonome, rappresenti una delle principali sfide per il settore dell’aviazione civile. La gestione dell’episodio ha dimostrato la capacità di reazione delle autorità belghe, ma anche la necessità di rafforzare la cooperazione internazionale nella prevenzione delle minacce legate ai droni, ormai diventati strumenti tanto accessibili quanto potenzialmente pericolosi per le infrastrutture critiche e la sicurezza collettiva.

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