L’accordo sui dazi tra Stati Uniti e Cina spinge i titoli del lusso: Moncler e LVMH in forte rialzo a Piazza Affari e a Parigi
- piscitellidaniel
- 9 ore fa
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L’annuncio di un’intesa commerciale tra Stati Uniti e Cina, destinata a ridurre in modo selettivo i dazi reciproci, ha avuto un impatto immediato sui mercati finanziari globali e, in particolare, sul comparto del lusso. Il settore, da sempre sensibile ai rapporti economici tra le due superpotenze, ha reagito con slancio all’annuncio dell’accordo: Moncler, gruppo simbolo del Made in Italy di fascia alta, ha guadagnato oltre il 6% a Piazza Affari, mentre LVMH, colosso francese che controlla marchi come Louis Vuitton, Dior e Fendi, ha registrato un rialzo superiore al 4% sulla Borsa di Parigi.
L’attenzione degli investitori si è concentrata soprattutto sull’effetto che l’allentamento della guerra commerciale potrà avere sulla domanda di beni di lusso da parte del mercato cinese, uno dei più strategici per i grandi gruppi del settore. Secondo le stime di Bain & Company, il mercato cinese ha rappresentato nel 2023 oltre il 40% dei consumi mondiali di lusso, una quota che potrebbe crescere ulteriormente in uno scenario di stabilizzazione economica e apertura commerciale.
L’accordo prevede, tra i punti principali, una riduzione dei dazi su alcune categorie di prodotti, in particolare beni di consumo, semiconduttori, cosmetici e abbigliamento di fascia alta. In cambio, la Cina si è impegnata ad aumentare le importazioni di beni e servizi dagli Stati Uniti per un controvalore di circa 200 miliardi di dollari nel biennio 2025-2026, una mossa destinata ad alleggerire il disavanzo commerciale americano e a migliorare i rapporti bilaterali dopo anni di tensioni.
L’effetto domino sui titoli del lusso è stato evidente fin dalle prime ore della giornata borsistica. Oltre a Moncler e LVMH, sono salite anche le azioni di Kering (+3,2%), Hermès (+2,8%) e Salvatore Ferragamo (+4,1%). Il rally si è esteso anche ad altri comparti correlati, come quello delle calzature e degli accessori, con Tod’s e Brunello Cucinelli in rialzo rispettivamente del 3% e del 2,7%. Analogo entusiasmo si è visto sulle piazze asiatiche, dove le società attive nella distribuzione di articoli di lusso, come Chow Tai Fook a Hong Kong o Belle International in Cina continentale, hanno beneficiato dell’effetto entusiasmo innescato dalle prospettive di un ritorno alla normalità nei flussi commerciali.
Gli analisti delle principali banche d’investimento internazionali, tra cui Goldman Sachs e JP Morgan, hanno aggiornato al rialzo le loro stime sulle performance del settore per il secondo semestre 2025, sottolineando che la stabilizzazione delle relazioni tra USA e Cina potrebbe tradursi in un’accelerazione degli investimenti retail in Asia e in una maggiore fiducia da parte dei consumatori ad alto reddito. Gli esperti ritengono inoltre che la fine, almeno parziale, delle tensioni possa favorire un ritorno ai flussi turistici cinesi verso l’Europa, altro fattore decisivo per le vendite nei negozi fisici dei brand del lusso.
Particolarmente interessante è stato il caso di Moncler, che ha beneficiato di diverse revisioni positive degli obiettivi di prezzo da parte di analisti internazionali. Alcuni broker hanno ipotizzato che il gruppo italiano possa chiudere il 2025 con una crescita a doppia cifra del fatturato, in gran parte grazie alla spinta proveniente dall’Asia e alla ripresa delle vendite in Nord America. L’azienda, che negli ultimi anni ha puntato con decisione su una strategia omnicanale e sulla sostenibilità della filiera produttiva, viene vista come ben posizionata per cogliere le nuove opportunità offerte da uno scenario globale più disteso.
Nel frattempo, a livello istituzionale, i portavoce della Commissione Europea e del Ministero delle Finanze cinese hanno commentato positivamente l’accordo, sottolineando come esso possa rappresentare una base concreta per una normalizzazione progressiva degli scambi globali. L’intesa, seppur limitata nel perimetro, è considerata un passo simbolico rilevante verso una maggiore cooperazione economica multilaterale, soprattutto in un momento storico segnato da inflazione elevata, tensioni geopolitiche e instabilità del sistema commerciale internazionale.
Sul fronte macroeconomico, l’impatto dell’accordo è stato visibile anche sui principali indicatori di fiducia e sugli scambi valutari. L’euro ha guadagnato terreno nei confronti del dollaro, mentre lo yuan ha registrato un apprezzamento di circa lo 0,7% in seguito all’annuncio. Anche le commodity legate ai beni di consumo hanno beneficiato dell’ottimismo, con il prezzo del cotone e della seta in leggera ripresa, segnale che i mercati si aspettano una ripresa dell’attività manifatturiera legata al settore moda.
In questo scenario, il comparto del lusso emerge ancora una volta come termometro sensibile e barometro anticipatore delle dinamiche economiche globali. La reazione dei titoli quotati, in particolare di quelli più esposti alle dinamiche Cina-USA, conferma quanto le strategie geopolitiche e commerciali influenzino in profondità non solo le economie nazionali, ma anche i comportamenti di consumo e le prospettive industriali di interi settori.
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