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JP Morgan oltre le attese nel primo trimestre, ma Dimon lancia l’allarme: “Il quadro economico resta turbolento”

JP Morgan Chase ha chiuso il primo trimestre del 2025 con un utile netto superiore alle aspettative degli analisti, confermandosi ancora una volta come la più grande e solida banca statunitense.

L’utile netto si è attestato a 14,6 miliardi di dollari, in aumento del 9% rispetto allo stesso periodo del 2024.I ricavi sono saliti a 45,3 miliardi di dollari, con una crescita dell’8% su base annua.L’utile per azione ha raggiunto i 5,07 dollari, battendo le stime di Wall Street che si attestavano intorno ai 4,63 dollari.Questi dati riflettono la resilienza del colosso bancario in un contesto economico ancora incerto, ma accompagnati dalle parole prudenti del CEO Jamie Dimon, che ha messo in guardia contro una possibile recessione entro l’anno.


Risultati trainati da trading e attività da investment banking

I ricavi del segmento di investment banking hanno registrato una solida performance nel primo trimestre, sostenuti dalla ripresa delle operazioni di M&A e dalle prime fasi del rinnovato ottimismo dei mercati per l’agenda economica dell’amministrazione Trump.Le commissioni da attività di consulenza e collocamenti si sono attestate a 2,2 miliardi di dollari, in crescita del 12%.Ma è stato il trading azionario a trainare i risultati, con un balzo del 48% a 3,8 miliardi di dollari.Anche il trading su titoli a reddito fisso ha contribuito in misura rilevante, mostrando un incremento dell’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il reddito netto da interessi ha raggiunto quota 23,4 miliardi di dollari, con una guidance rivista al rialzo per l’intero anno a 94,5 miliardi, grazie alla persistenza di tassi di interesse elevati.


Dimon avverte: “Inflazione, geopolitica e deficit minacciano la crescita”

Nonostante la robustezza dei risultati, il commento di Jamie Dimon ha avuto toni fortemente cauti.Nel messaggio agli azionisti, l’amministratore delegato ha elencato una serie di fattori di rischio che potrebbero compromettere la stabilità macroeconomica globale nei prossimi mesi.Secondo Dimon, le tensioni geopolitiche, le guerre commerciali, i livelli elevati di spesa pubblica e i continui deficit strutturali negli Stati Uniti rappresentano elementi che minano la fiducia degli investitori e aumentano la probabilità di una recessione.

In particolare, ha sottolineato come l’inasprimento tariffario voluto dalla Casa Bianca, e già in fase di implementazione, potrebbe rallentare la crescita e riaccendere l’inflazione nei prossimi trimestri.Pur senza lanciare allarmi diretti, Dimon ha lasciato intendere che JP Morgan sta rafforzando le proprie difese per prepararsi a possibili shock.


Aumentano le riserve contro le perdite sui prestiti

A testimoniare l’approccio prudente dell’istituto, nel trimestre è stato incrementato di 1,4 miliardi di dollari il livello delle riserve per perdite su crediti, portandole a un totale di 3,3 miliardi.

La decisione riflette l’aspettativa di un deterioramento nella qualità del credito, soprattutto nel comparto del consumo.Le perdite nette sono salite a 2,3 miliardi di dollari, con un contributo significativo proveniente dal portafoglio carte di credito, dove l’aumento dell’insolvenza è stato più marcato.

La banca ha spiegato che si tratta di una misura precauzionale, coerente con l’attuale ciclo economico e utile a garantire un cuscinetto in caso di ulteriore peggioramento delle condizioni.Inoltre, la direzione ha ricordato che i consumatori americani stanno cominciando a esaurire i risparmi accumulati durante la pandemia, il che potrebbe aumentare il rischio di insolvenze nella seconda metà del 2025.


Mercati positivi ma resta la volatilità

Nonostante le parole caute del suo amministratore delegato, il mercato ha accolto positivamente la trimestrale di JP Morgan.

Il titolo è salito del 3,8% nel pre-market successivo alla pubblicazione dei dati, anche se da inizio anno resta in calo del 5,3%.Gli analisti hanno definito i risultati “molto solidi” e hanno evidenziato la capacità della banca di generare profitti consistenti anche in un contesto di minore crescita.Tuttavia, le incertezze legate all’evoluzione della politica monetaria della Fed, all’instabilità in Medio Oriente e Asia, e all’aumento della volatilità nei mercati obbligazionari, continuano a pesare sul sentiment degli investitori.Dimon ha precisato che l’istituto manterrà una politica di capitale prudente, con elevati coefficienti patrimoniali e riserve liquide pronte per essere utilizzate in caso di stress sistemico.Ha inoltre ribadito che la banca sarà pronta a sfruttare eventuali opportunità strategiche che dovessero presentarsi in un mercato instabile, ma senza compromettere la solidità della struttura.

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