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Elettricità, a settembre tornano a crescere i consumi: +1,2% rispetto al 2023, spinta da industria e clima mite mentre cala l’import dall’estero

Dopo mesi di flessione, i consumi di energia elettrica in Italia tornano a crescere. Secondo i dati più recenti diffusi da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, nel mese di settembre la domanda di elettricità è aumentata dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2023, segnando un’inversione di tendenza che riflette sia la ripresa dell’attività industriale sia le condizioni climatiche più miti rispetto all’anno precedente. La crescita della domanda interna, pur contenuta, rappresenta un segnale significativo in un contesto di rallentamento economico e di transizione energetica in corso.


In termini assoluti, la richiesta complessiva di energia è stata pari a circa 25,9 miliardi di chilowattora, con un incremento distribuito in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Il Nord si conferma la zona con il maggior consumo, trainato dai comparti manifatturieri e dai distretti industriali, mentre il Centro e il Sud hanno registrato variazioni positive più moderate. Rispetto ad agosto, mese tradizionalmente più debole per la domanda energetica, settembre mostra una ripresa del 3,5% al netto dei fattori stagionali, segno di una progressiva normalizzazione dei consumi dopo la pausa estiva.


La crescita è stata sostenuta soprattutto dall’industria, che ha registrato un aumento dei consumi di circa il 2% su base annua. I settori più energivori, come siderurgia, chimica e meccanica, hanno intensificato la produzione, spinti dalla stabilizzazione dei prezzi energetici e da una moderata ripresa della domanda estera. Anche il comparto dei servizi ha contribuito alla crescita, in particolare il commercio e la logistica, mentre i consumi domestici sono rimasti pressoché stabili. Le temperature più miti rispetto a settembre 2023 hanno ridotto l’uso dei condizionatori, compensando parzialmente la maggiore domanda industriale e mantenendo l’aumento complessivo su livelli controllati.


Dal punto di vista delle fonti di approvvigionamento, si registra un dato rilevante: la produzione nazionale copre una quota crescente della domanda interna, mentre l’importazione di elettricità dall’estero continua a ridursi. A settembre, la produzione interna ha soddisfatto circa l’88% dei consumi totali, contro l’84% dell’anno precedente. L’import netto di energia elettrica si è ridotto del 14%, un calo legato in parte alla maggiore competitività della generazione nazionale e in parte alla contrazione delle esportazioni dai Paesi confinanti, in particolare dalla Francia, che ha ridotto i flussi a causa di manutenzioni programmate nelle centrali nucleari.


Le fonti rinnovabili hanno giocato un ruolo decisivo nella copertura della domanda. L’energia prodotta da fonti verdi ha coperto quasi il 40% dei consumi nazionali, un dato in crescita rispetto al 36% di un anno fa. L’idroelettrico ha beneficiato di un incremento significativo della produzione grazie alle abbondanti piogge estive che hanno riempito i bacini, mentre il fotovoltaico ha mantenuto livelli elevati di generazione, anche se in lieve calo rispetto ai mesi estivi di picco. L’eolico, invece, ha registrato una leggera flessione, compensata dall’aumento della produzione geotermica e da un buon andamento del termoelettrico alimentato a gas.

Il ritorno alla crescita dei consumi elettrici è stato accompagnato da una maggiore stabilità dei prezzi all’ingrosso dell’energia. Il Prezzo Unico Nazionale (PUN), che rappresenta il riferimento per il mercato elettrico italiano, si è attestato a circa 107 euro per megawattora, in lieve aumento rispetto ad agosto ma in netta diminuzione rispetto ai livelli eccezionalmente alti del 2022. Gli operatori segnalano che la combinazione tra domanda moderata e incremento delle rinnovabili contribuisce a mantenere il mercato equilibrato, riducendo la volatilità e i rischi di tensioni sui costi per imprese e famiglie.


Il dato di settembre rappresenta un segnale positivo anche dal punto di vista macroeconomico. L’aumento della domanda elettrica è spesso considerato un indicatore anticipatore dell’attività produttiva, e la crescita osservata potrebbe riflettere un lieve recupero della produzione industriale dopo mesi di stagnazione. Tuttavia, gli analisti invitano alla prudenza, sottolineando che l’andamento dei consumi energetici rimane influenzato da fattori climatici e dalla progressiva diffusione di misure di efficienza energetica, che tendono a contenere la crescita strutturale della domanda.


Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha commentato i dati sottolineando l’importanza di consolidare la tendenza verso una maggiore autosufficienza energetica. Gli investimenti in infrastrutture rinnovabili, nelle reti di distribuzione e nei sistemi di accumulo restano al centro della strategia nazionale, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dall’import e garantire stabilità al sistema elettrico. I nuovi impianti di accumulo, sia centralizzati che diffusi, stanno iniziando a contribuire in modo concreto alla gestione dei picchi di domanda, migliorando la flessibilità della rete e l’integrazione delle fonti rinnovabili.


Sul piano territoriale, la Lombardia, l’Emilia-Romagna e il Veneto restano le regioni con i consumi più elevati, mentre Sicilia e Puglia si distinguono per la maggiore incidenza della produzione da fonti rinnovabili. In particolare, la Sicilia ha registrato un incremento del 20% nella produzione solare rispetto all’anno precedente, grazie all’entrata in funzione di nuovi impianti di grande scala. Anche la Sardegna, in vista del processo di transizione energetica post-carbone, ha aumentato la produzione da eolico e biomasse.


Le prospettive per i prossimi mesi restano incerte ma tendenzialmente stabili. Le previsioni indicano che la domanda elettrica italiana potrebbe mantenersi su livelli moderatamente crescenti fino alla fine dell’anno, trainata dalla ripresa industriale e dal progressivo ritorno alla normalità dei consumi civili. L’evoluzione dei prezzi internazionali del gas, ancora soggetti a volatilità, e le condizioni climatiche invernali saranno i principali fattori determinanti per l’equilibrio del sistema.


Il quadro complessivo che emerge dai dati di settembre mostra un Paese in fase di consolidamento energetico, dove la crescita della domanda si accompagna a un incremento della produzione interna e a una riduzione delle importazioni. Un segnale che, pur in un contesto economico complesso, indica una direzione chiara verso maggiore autonomia e sostenibilità, con la rete elettrica nazionale sempre più orientata all’efficienza e alla resilienza.

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