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Cuzzilla: “I manager sono la risorsa chiave per la crescita delle PMI”

Il ruolo dei manager nella transizione delle PMI italiane

Nel corso di un recente intervento pubblico, il presidente di Federmanager Stefano Cuzzilla ha ribadito con forza l’importanza strategica dei manager nel processo di crescita, innovazione e internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane. In un Paese in cui il 92% del tessuto produttivo è composto da PMI, Cuzzilla ha sottolineato che “la managerialità non è un lusso, ma un bisogno primario per affrontare le sfide di un mercato in continua evoluzione”.


Il presidente ha poi evidenziato come la presenza di figure manageriali nei processi decisionali aziendali rappresenti un fattore determinante per la modernizzazione delle imprese, soprattutto in ambiti come la trasformazione digitale, la transizione green, l’accesso al credito e l’espansione internazionale. Senza competenze manageriali, secondo Cuzzilla, le PMI rischiano di restare indietro, perdendo terreno sia in termini di competitività che di capacità innovativa.


Digitalizzazione e transizione ecologica: due sfide da guidare con competenze

Uno degli aspetti centrali dell’analisi proposta da Cuzzilla è l’incapacità di molte PMI di affrontare in autonomia le trasformazioni imposte dall’evoluzione del contesto produttivo. Dalla digitalizzazione dei processi aziendali alla riduzione dell’impronta ambientale, fino alla gestione dei flussi internazionali e dei rapporti con la Pubblica Amministrazione, le imprese hanno bisogno di una guida capace di integrare visione strategica, capacità operativa e conoscenza tecnica.


Secondo Federmanager, le imprese che hanno inserito manager con competenze digitali o esperti in sostenibilità hanno migliorato del 25% la loro efficienza interna e ottenuto migliori condizioni di accesso al credito e ai fondi pubblici per la transizione ecologica. Cuzzilla ha fatto appello a un’alleanza tra imprese, istituzioni e sistema formativo per aumentare il numero di manager inseriti nelle PMI, in particolare nelle micro e piccole imprese delle aree interne.


Formazione e aggiornamento continuo: il valore del capitale umano

Un altro tema centrale toccato da Cuzzilla riguarda l’importanza della formazione continua per i dirigenti e i quadri aziendali. Secondo il presidente di Federmanager, non basta “essere manager”, bisogna anche rimanere costantemente aggiornati su tecnologie emergenti, normative, strumenti finanziari e nuovi modelli di business. Per questo Federmanager ha rafforzato la propria offerta di percorsi formativi attraverso 4.Manager, proponendo programmi in collaborazione con università, business school e centri di ricerca, con l’obiettivo di potenziare la cultura manageriale come leva di competitività nazionale.


L’idea che emerge è quella di un manager non solo capace di guidare l’azienda, ma anche di interpretare il cambiamento e anticipare le tendenze del mercato. Il capitale umano, secondo Cuzzilla, va considerato a tutti gli effetti come un asset strategico dell’impresa.


Collaborazione imprenditore-manager: binomio vincente per la crescita

Al centro dell’intervento anche la relazione tra imprenditore e manager, spesso percepita come complessa o conflittuale, specie nelle PMI a conduzione familiare. Cuzzilla ha voluto sfatare questa narrazione, sottolineando come una collaborazione virtuosa tra chi ha fondato l’impresa e chi la gestisce possa produrre enormi benefici in termini di performance economica, efficienza e capacità di attrarre investimenti.


L’inserimento di un manager, secondo Cuzzilla, non deve essere visto come una perdita di controllo da parte dell’imprenditore, ma come una scelta strategica per valorizzare la visione imprenditoriale attraverso strumenti operativi, metriche di valutazione e modelli organizzativi moderni. Il rapporto deve fondarsi su fiducia, obiettivi condivisi e delega responsabile.


Incentivi e politiche pubbliche per favorire l’inserimento manageriale

Un aspetto cruciale della proposta di Federmanager riguarda il rafforzamento delle politiche pubbliche a supporto della managerialità nelle PMI. In particolare, Cuzzilla ha rilanciato l’idea di incentivi fiscali per le imprese che assumono manager, sotto forma di crediti d’imposta o decontribuzioni, nonché la necessità di reintrodurre e stabilizzare misure analoghe al “Voucher Innovation Manager” introdotto alcuni anni fa dal Ministero dello Sviluppo Economico.


Altre proposte comprendono l’attivazione di sportelli regionali per il matching tra domanda e offerta di competenze manageriali e la promozione di iniziative sperimentali di “manager a tempo condiviso” per le microimprese, soprattutto nei distretti industriali.


Una visione industriale fondata sulle persone

Il futuro dell’industria italiana passa per la capacità delle imprese di affrontare un contesto sempre più complesso e competitivo. Per farlo, secondo Cuzzilla, occorre una visione fondata sulle persone, e in particolare su quelle dotate di competenze manageriali trasversali, capaci di guidare il cambiamento. In un’epoca in cui l’incertezza è diventata una costante, è proprio la managerialità a rappresentare la leva per trasformare l’innovazione in crescita concreta, sostenibile e duratura per il sistema economico nazionale.

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