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Crisi e opportunità, Panetta e Giorgetti chiedono alle banche di fare la loro parte

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Le crisi rappresentano spesso momenti di svolta, capaci di innescare cambiamenti profondi e offrire nuove opportunità. Una visione condivisa, almeno nell’auspicio, anche dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, e dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenuti ieri a Milano all’assemblea dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana. Entrambi hanno sottolineato l'importanza per istituzioni e operatori di sfruttare appieno le opportunità derivanti da questa fase di profonde trasformazioni, che certamente generano incertezza, ma offrono anche potenziali miglioramenti significativi per l’Italia e per l’Europa.

Fabio Panetta ha riconosciuto come l’attuale scenario internazionale, caratterizzato dall’inasprimento delle barriere doganali, potrebbe frammentare le filiere produttive mondiali, aumentando costi e inflazione, con un impatto negativo stimato in mezzo punto percentuale sulla crescita europea tra il 2025 e il 2027. Tuttavia, secondo Panetta, l'indebolimento in corso della centralità del dollaro rappresenta una straordinaria occasione per l’Europa, a patto che vengano adottate misure decisive. In particolare, ha ribadito l’importanza di rilanciare con forza il processo di integrazione europea, completando il mercato unico e sviluppando politiche coordinate in materia di innovazione, produttività e crescita.

In quest’ottica, Panetta ha rilanciato la proposta di un «titolo pubblico europeo» (eurobond), che potrebbe ridurre di mezzo punto percentuale il costo del finanziamento per le imprese, generando investimenti aggiuntivi per circa 150 miliardi di euro all’anno e un incremento del Pil europeo pari all’1,5%. Questa misura potrebbe compensare abbondantemente gli effetti negativi della guerra commerciale avviata da Trump.

Altro elemento chiave per Panetta è la realizzazione del mercato unico dei capitali in Europa, indispensabile per trattenere nel Continente investimenti che altrimenti continueranno a fluire principalmente verso gli Stati Uniti. L'Europa, infatti, ogni anno risparmia più di quanto investa (3.700 miliardi di euro contro 3.200 previsti per il 2024), diversamente dagli USA, che investono ben 5.900 miliardi a fronte di risparmi pari a 4.700 miliardi.

Ma le istituzioni da sole non bastano. Il governatore chiede al sistema bancario maggiori investimenti nella transizione digitale, evidenziando come già oggi tre italiani su quattro utilizzino l’home banking, beneficiando di risparmi significativi di tempo e costi. Nel 2023, infatti, i conti online risultavano mediamente il 70% più economici rispetto a quelli tradizionali. Secondo Panetta, è fondamentale continuare su questa strada.

Anche il ministro Giorgetti ha sollecitato le banche a fare di più, sia nel sostegno alle imprese, denunciando preoccupazione per la contrazione del credito, sia nell’adeguamento dei tassi di remunerazione dei conti correnti, area in cui, secondo Giorgetti, le banche hanno mostrato una certa lentezza.

Il ministro ha ribadito che, davanti a sfide come dazi, conflitti internazionali, crollo demografico, cambiamenti climatici e rivoluzione digitale, il Paese deve agire in maniera coesa, con il coinvolgimento attivo di governo, autorità di vigilanza e intermediari finanziari. Ha ricordato inoltre i risultati positivi già ottenuti, come il Pil cresciuto dello 0,3% nel primo trimestre 2025, la disoccupazione al 6,5%, l’inflazione all’1,6% e lo spread ai minimi degli ultimi 15 anni.

Non è mancato poi un richiamo specifico del ministro al settore della difesa, sottolineando che altri Paesi hanno investito cifre importanti, mentre in Italia molti pezzi significativi di questo comparto vengono acquisiti da fondi esteri. Giorgetti ha quindi chiesto esplicitamente alle banche italiane di intervenire più decisamente anche in questo campo.

Di fronte a queste osservazioni, la risposta dei principali istituti di credito non si è fatta attendere. Gian Maria Gros-Pietro (Intesa Sanpaolo), Pier Carlo Padoan (Unicredit) e Giuseppe Maino (gruppo Bcc Iccrea), pur respingendo garbatamente alcune delle critiche mosse, hanno ribadito che il sistema bancario è già allineato con le richieste del governo. Resta, dunque, l’interrogativo sollevato ironicamente dai presenti: con chi ce l’aveva davvero il ministro Giorgetti?

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