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Nuova Stablecoin: le banche europee sfidano il dominio del Dollaro


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In Europa è in arrivo una nuova stablecoin, una criptovaluta progettata per mantenere un valore stabile agganciato a un asset tradizionale, in questo caso l’euro. Giovedì un consorzio di nove importanti istituti di credito – tra cui UniCredit, Banca Sella, KBC, Danske Bank, Dekabank, SEB, CaixaBank, Skandinaviska Enskilda Banken e Raiffeisen – ha annunciato la creazione di questa moneta digitale. La gestione sarà affidata a una società con sede nei Paesi Bassi, operante sotto l’autorizzazione e la vigilanza della Banca centrale olandese.

Le stablecoin, a differenza di criptovalute come Bitcoin o Ether, puntano sulla stabilità: il loro valore è ancorato a una valuta reale o a una materia prima, riducendo così le oscillazioni tipiche del mercato cripto. Attualmente il mercato globale delle stablecoin vale circa 300 miliardi di dollari, ma quelle legate all’euro restano una nicchia, con una capitalizzazione che la Banca d’Italia stima in circa 620 milioni di dollari.

Secondo un recente rapporto di Citi, le emissioni di stablecoin potrebbero toccare i 1,9 trilioni di dollari a livello mondiale entro il 2030. La nuova moneta europea sarà regolamentata nel quadro del MiCAR, il regolamento dell’UE sui cripto-asset, e avrà l’obiettivo di attrarre investitori tradizionalmente diffidenti verso le criptovalute, nonché di accelerare il cammino verso un euro digitale. Le transazioni promesse saranno quasi istantanee, a costi contenuti e adatte a pagamenti internazionali, contratti programmabili e ottimizzazione della supply chain.

Non mancano però le perplessità. La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha avvertito a luglio che una stablecoin ancorata all’euro potrebbe rappresentare un “arma a doppio taglio”, con potenziali rischi per la stabilità finanziaria e la politica monetaria.

Oggi il mercato globale è dominato dalle stablecoin statunitensi: Tether, la più grande, ha superato i 170 miliardi di dollari di capitalizzazione. L’iniziativa europea, tuttavia, segna un passo deciso verso una maggiore autonomia nei pagamenti digitali e una possibile riduzione del predominio del dollaro nel settore delle criptovalute.


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