Fondo “Salva Casa” e app di autovalutazione: le nuove proposte del Partito Democratico contro il sovraindebitamento
- piscitellidaniel
- 24 ott
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Il Partito Democratico ha presentato un pacchetto di misure per contrastare il sovraindebitamento delle famiglie italiane e proteggere l’abitazione principale, con due strumenti centrali: il Fondo “Salva Casa” e un’app di autovalutazione finanziaria. Si tratta di un’iniziativa che punta a intervenire in modo preventivo, prima che la crisi economica di una famiglia o di un lavoratore porti alla perdita della casa o all’impossibilità di sostenere i propri debiti. Le proposte intendono rafforzare la tutela dei cittadini più vulnerabili e introdurre una logica di gestione anticipata del rischio, combinando tecnologia, garanzie pubbliche e cooperazione con il sistema del credito.
Il Fondo “Salva Casa” è concepito come uno strumento di sostegno mirato ai nuclei familiari che rischiano di perdere l’unica abitazione di proprietà a causa di debiti o pignoramenti. Il meccanismo previsto prevede che lo Stato, attraverso il fondo, possa fornire garanzie o contributi diretti per consentire la rinegoziazione dei debiti, il salvataggio dell’immobile o il riacquisto della casa da parte del debitore in condizioni agevolate. Le risorse verrebbero destinate esclusivamente a soggetti meritevoli, ovvero persone che non abbiano compiuto atti fraudolenti o di dissipazione del patrimonio e che si trovino in difficoltà per cause documentabili, come la perdita del lavoro, la malattia o una crisi familiare.
Il funzionamento del Fondo si basa su criteri di selezione trasparenti e su un modello di intervento integrato con il sistema bancario. Gli istituti di credito coinvolti, in presenza di garanzie statali, avrebbero maggior convenienza a ristrutturare i debiti o a sospendere le procedure esecutive. L’obiettivo è evitare che l’abitazione venga svenduta all’asta, con una perdita economica sia per il debitore sia per il creditore, e permettere invece di costruire un piano di rientro sostenibile. Tra le misure previste rientrano la possibilità di concedere un finanziamento ponte garantito, una rinegoziazione del mutuo a tasso calmierato o un intervento pubblico temporaneo per coprire una quota delle rate insolute.
Parallelamente, l’applicazione di autovalutazione costituirebbe un nuovo strumento di prevenzione del sovraindebitamento. Si tratta di una piattaforma digitale, accessibile da smartphone o computer, che consentirebbe ai cittadini di inserire i propri dati economici e ottenere una valutazione del livello di esposizione finanziaria. L’app calcolerebbe indicatori chiave come il rapporto tra reddito e debito, le spese fisse, la capacità di risparmio e la sostenibilità complessiva delle rate in corso. In base ai risultati, il sistema restituirebbe un profilo di rischio accompagnato da suggerimenti e, nei casi più critici, segnalerebbe la necessità di rivolgersi a un consulente accreditato o a un organismo di composizione della crisi.
L’iniziativa intende promuovere una maggiore consapevolezza finanziaria tra i cittadini, offrendo uno strumento semplice e gratuito per monitorare la propria situazione prima che diventi insostenibile. Secondo la proposta, l’app verrebbe sviluppata in collaborazione con università, enti pubblici e associazioni di tutela del consumatore, garantendo la protezione dei dati personali e la trasparenza degli algoritmi utilizzati. La gestione dei profili di rischio avverrebbe in forma anonima e aggregata, consentendo anche alle istituzioni di monitorare l’andamento del fenomeno del sovraindebitamento su scala nazionale.
Il Fondo “Salva Casa” e l’app di autovalutazione rappresentano due facce di una stessa strategia. Da un lato, si agisce sulla prevenzione attraverso la tecnologia e la formazione economica; dall’altro, si forniscono strumenti concreti di supporto a chi si trova già in difficoltà. L’idea del Partito Democratico nasce dall’esperienza maturata con le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento introdotte dal Codice della Crisi d’Impresa, che hanno evidenziato l’importanza di un approccio anticipatorio e personalizzato. Tuttavia, le attuali procedure sono spesso attivate solo quando la situazione è già grave e la perdita della casa appare inevitabile.
Un aspetto rilevante delle proposte riguarda il ruolo del settore bancario e creditizio. La partecipazione degli istituti di credito al Fondo comporterebbe vantaggi anche per loro, riducendo i costi di recupero, migliorando i tassi di recupero dei crediti e contribuendo a una gestione più ordinata delle posizioni deteriorate. Il sistema permetterebbe inoltre di differenziare tra debitori inadempienti per dolo e debitori meritevoli in difficoltà temporanea, evitando che entrambi vengano trattati allo stesso modo. La garanzia pubblica agirebbe come fattore di stabilità, consentendo una maggiore disponibilità delle banche alla negoziazione.
La proposta include anche la collaborazione con il Terzo settore e con gli organismi di mediazione, che avrebbero il compito di fornire consulenza, accompagnamento e assistenza tecnica ai debitori. Tali enti, accreditati presso il Ministero della Giustizia, dovrebbero possedere requisiti di competenza e indipendenza e potrebbero essere remunerati in parte attraverso il Fondo stesso. Questo approccio mira a integrare le dimensioni giuridica, sociale e finanziaria della crisi da debito, offrendo soluzioni personalizzate e sostenibili.
Sul piano istituzionale, il Fondo “Salva Casa” verrebbe gestito attraverso un ente dedicato o una sezione speciale di Cassa Depositi e Prestiti, con procedure snelle e criteri di selezione uniformi a livello nazionale. Le risorse iniziali potrebbero provenire da un mix di fondi pubblici, contributi delle fondazioni bancarie e quota di proventi fiscali vincolati. La governance sarebbe sottoposta a monitoraggio periodico del Parlamento, con rendicontazione trasparente degli interventi effettuati e dei risultati conseguiti.
Le due iniziative si collocano in un momento in cui il fenomeno del sovraindebitamento assume dimensioni sempre più ampie. L’aumento del costo del denaro, la riduzione del potere d’acquisto e l’incremento dei tassi di insolvenza tra le famiglie a basso reddito rendono urgente una risposta strutturale. L’Italia, pur disponendo di strumenti normativi per la gestione della crisi da debito, sconta un ritardo nella fase preventiva e nella tutela effettiva della casa di abitazione. Le misure proposte dal Partito Democratico intendono colmare questo vuoto, fornendo al tempo stesso un modello innovativo di cooperazione tra pubblico e privato per la stabilità sociale ed economica.

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