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Antiriciclaggio, Laviola (Banca d'Italia): "Nuova vigilanza europea più forte e coordinata contro rischi globali"


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Banca d’Italia ha diffuso il testo dell’intervento tenuto il 4 novembre 2025 da Sebastiano Laviola, Capo dell’Unità di Supervisione e normativa antiriciclaggio, dedicato ai risultati e alle prospettive della vigilanza in materia di antiriciclaggio (AML). Il quadro delineato evidenzia come il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo rappresentino minacce strutturali alla stabilità finanziaria e all’integrità del sistema economico, richiedendo strumenti regolamentari e di controllo più efficaci e armonizzati.

Laviola ha sottolineato che l’approccio europeo basato su un’armonizzazione minima non è più sufficiente, soprattutto in un contesto caratterizzato da rischi transnazionali, dall’innovazione tecnologica e da crescenti tensioni geopolitiche. Un punto di svolta è arrivato nel 2024 con l’introduzione del nuovo pacchetto normativo AML dell’Unione europea e con la creazione dell’AMLA, la nuova Autorità antiriciclaggio europea. Quest’ultima avrà competenze di vigilanza diretta su alcuni intermediari significativi e un ruolo di coordinamento e supervisione indiretta sugli altri soggetti obbligati, con l’obiettivo di promuovere la convergenza delle prassi tra gli Stati membri. Nel suo intervento, Banca d’Italia ha rimarcato l’importanza del contributo delle autorità nazionali nella costruzione del nuovo quadro europeo: esse partecipano alla definizione del single rulebook e all’analisi dei rischi emergenti, rafforzando complessivamente l’efficacia dei controlli.

La prima parte del discorso entra nel merito delle analisi tematiche condotte da Banca d’Italia, ormai un caposaldo della vigilanza AML. Attraverso indagini sia cartolari sia ispettive, l’Istituto valuta in modo trasversale gli intermediari, individuando criticità e sostenendo un miglioramento diffuso dei presidi antiriciclaggio. Le aree approfondite sono tre: soluzioni tecnologiche innovative, autovalutazione dei rischi e sistemi di monitoraggio delle transazioni.

Sul fronte tecnologico, Laviola ha evidenziato come strumenti quali l’identificazione da remoto, l’intelligenza artificiale e l’analisi avanzata dei dati possano generare benefici significativi, purché inseriti in una strategia di trasformazione digitale ben strutturata, supportata da competenze adeguate e da presidi di governance efficaci. In tema di autovalutazione dei rischi, le analisi hanno rivelato forti disparità tra gli operatori, motivo per cui sono stati avviati lavori volti a promuovere metodologie più uniformi e solide. Per quanto riguarda il monitoraggio delle transazioni, le ispezioni mostrano una rapida diffusione di soluzioni avanzate, che richiedono tuttavia un rafforzamento della governance e dei controlli interni per garantirne l’efficacia. La seconda parte dell’intervento dettaglia la partecipazione di Banca d’Italia ai lavori dell’EBA per la predisposizione degli standard tecnici richiesti dalla Commissione europea, riguardanti la valutazione del rischio, gli obblighi di adeguata verifica e il regime sanzionatorio. Le proposte, ora al vaglio dell’AMLA, potranno essere ulteriormente affinate per assicurare un equilibrio tra efficacia, proporzionalità e rispetto delle specificità operative nazionali. Sono inoltre in fase di sviluppo ulteriori standard relativi alla banca dati centrale AML e alle linee guida per il monitoraggio dei rapporti e delle transazioni, strumenti cruciali per favorire una maggiore convergenza delle pratiche europee.

In chiusura, Laviola ha richiamato le sfide che attendono sia le autorità sia gli intermediari: il nuovo assetto AML/CFT richiede investimenti, capacità di adattamento, una più matura cultura del rischio e un dialogo costante tra settore pubblico e privato. Solo grazie a questo percorso sarà possibile costruire un sistema europeo integrato, credibile ed efficace nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.

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