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Wall Street in frenata tra allarmi della Fed, trimestrali deludenti e incertezza politica

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Martedì i principali indici di Wall Street sono scesi ai livelli più bassi da oltre una settimana, dopo che i CEO delle maggiori banche statunitensi hanno lanciato un allarme su una possibile svendita del mercato. Le loro dichiarazioni hanno alimentato i timori legati alle valutazioni elevate del comparto tecnologico, mentre le previsioni di vendita, sebbene positive, fornite da Palantir non sono riuscite a convincere gli investitori.


I vertici di Morgan Stanley e Goldman Sachs hanno avvertito che i mercati azionari potrebbero registrare un calo tra il 10% e il 15%, evidenziando le crescenti preoccupazioni legate ai prezzi considerati eccessivi.


Il titolo Palantir Technologies ha perso il 7,5%, nonostante la società di analisi dati preveda per il quarto trimestre ricavi superiori alle stime degli analisti. Nell’ultimo anno, il titolo aveva messo a segno un balzo di quasi il 400%.


Le Big Tech hanno a loro volta chiuso in ribasso: Nvidia ha ceduto il 2,3%, Alphabet l’1,8% e Microsoft lo 0,7%. Il settore tecnologico è risultato il principale freno all’S&P 500, sceso dell’1,3%.


Alle 11:36 ET, il Dow Jones Industrial Average è sceso di 161,30 punti, ovvero dello 0,34%, l'S&P 500 ha perso 48,16 punti, ovvero dello 0,70%, e il Nasdaq Composite ha perso 285,68 punti, ovvero dell'1,20%.


Intanto, l’indice di volatilità CBOE, considerato il termometro della paura a Wall Street, è salito vicino ai massimi delle ultime due settimane.


Gli indici avevano recentemente toccato nuovi massimi e messo a segno robusti rialzi in ottobre, sostenuti dai risultati trimestrali delle grandi aziende tecnologiche, che hanno evidenziato un incremento degli investimenti nell’intelligenza artificiale. Questo entusiasmo aveva contribuito a spingere al rialzo le azioni statunitensi per gran parte dell’anno.


Negli ultimi giorni, però, sono riaffiorati i timori legati alla natura circolare di tali investimenti e alla reale capacità di monetizzare la tecnologia, inducendo gli investitori a prendere profitto dopo l’ascesa vertiginosa dei titoli legati all’IA.


Il rally sarà nuovamente messo alla prova con i risultati di Advanced Micro Devices e Super Micro Computer, attesi per dopo la chiusura dei mercati di martedì.


La stagione degli utili del terzo trimestre si è rivelata solida: oltre l’83% delle società dell’S&P 500 che avevano pubblicato i conti entro sabato ha superato le stime degli analisti, ben al di sopra della media di lungo periodo del 67,2%, secondo i dati LSEG.


IL DIVARIO NEI DATI METTE IN DIFFICOLTÀ LE SPERANZE DI UN TAGLIO DEI TASSI A DICEMBRE


Con la chiusura del governo statunitense arrivata a eguagliare il record della più lunga mai registrata, i dati provenienti dal settore privato hanno assunto un peso maggiore sia per gli investitori sia per la Federal Reserve. L’attenzione ora è rivolta al rapporto ADP sull’occupazione nazionale, atteso per mercoledì.


I recenti commenti, spesso discordanti, dei funzionari della Federal Reserve hanno messo in luce differenti visioni su come affrontare la mancanza di dati aggiornati.


Sul fronte politico, gli investitori seguiranno con attenzione anche le elezioni locali, tra cui quella per il sindaco di New York e quelle per i governatori del New Jersey e della Virginia.


Tra i singoli titoli, Uber ha perso il 7,4% dopo aver deluso le attese sugli utili operativi trimestrali, mentre Henry Schein è salita del 9,4% grazie al rialzo delle sue previsioni di profitto annuale.


Spotify e le azioni statunitensi di Shopify hanno cancellato i guadagni del pre-market, chiudendo rispettivamente in calo del 2,2% e del 3,9% dopo la pubblicazione dei risultati.


Sul NYSE i titoli in calo hanno superato quelli in rialzo con un rapporto di 2,19 a 1, mentre sul Nasdaq il rapporto è stato di 2,61 a 1.


Nelle ultime 52 settimane, l’S&P 500 ha registrato nove nuovi massimi e 13 nuovi minimi, mentre il Nasdaq Composite ha segnato 37 nuovi massimi e 175 nuovi minimi.




Fonte: investing.com

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