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Dagli sfratti veloci al piano casa: la manovra apre il cantiere sugli immobili e rilancia la politica abitativa nazionale

La prossima legge di bilancio si prepara a intervenire in modo strutturale sul comparto immobiliare, uno dei settori più sensibili dell’economia italiana e al tempo stesso uno dei più intrecciati con le politiche sociali. Nelle linee guida anticipate dal governo, il “cantiere casa” rappresenta uno dei pilastri della manovra: un insieme di misure che spaziano dalla semplificazione delle procedure di sfratto per morosità al rilancio dell’edilizia residenziale pubblica, fino agli incentivi per la riqualificazione degli immobili privati e la creazione di nuovi strumenti di accesso all’abitazione per le famiglie con redditi medio-bassi.


Il capitolo più discusso è quello relativo alla procedura di sfratto. Il governo punta a introdurre meccanismi più rapidi e uniformi su tutto il territorio nazionale per i casi di morosità accertata, in modo da ridurre i tempi giudiziari che oggi possono superare i due anni. L’obiettivo dichiarato è garantire maggiore certezza del diritto ai proprietari, senza tuttavia compromettere le tutele per gli inquilini in difficoltà. La misura dovrebbe prevedere una procedura semplificata per le situazioni in cui l’inadempimento risulti evidente e documentato, con un ruolo più incisivo dei tribunali civili e la possibilità di attivare canali di mediazione obbligatoria prima dell’esecuzione dello sfratto. Parallelamente, saranno rafforzati i fondi di sostegno per l’affitto e per la morosità incolpevole, così da evitare che il provvedimento si traduca in un aggravio sociale.


Accanto alle misure sui rapporti locativi, la manovra prevede un vero e proprio “piano casa” nazionale. Dopo anni di interventi frammentari, l’esecutivo intende coordinare le politiche abitative in un quadro unico, che includa incentivi fiscali, semplificazioni edilizie e fondi per il recupero del patrimonio pubblico dismesso. Al centro del progetto ci sarà la valorizzazione del patrimonio immobiliare inutilizzato, con la trasformazione di immobili statali, regionali o comunali in alloggi a canone calmierato. Si prevede la creazione di un fondo rotativo gestito da Cassa Depositi e Prestiti, che potrà finanziare gli enti locali e le imprese sociali impegnate nella riqualificazione urbana.


La misura nasce dall’esigenza di dare una risposta concreta alla crescente emergenza abitativa, che coinvolge oltre 700 mila famiglie in tutto il Paese. I costi degli affitti, soprattutto nelle grandi città, hanno raggiunto livelli insostenibili per molti nuclei a reddito medio, mentre la disponibilità di case popolari resta inferiore rispetto alla domanda reale. Secondo le linee programmatiche anticipate, il nuovo piano mira a raddoppiare in cinque anni l’offerta di alloggi a canone sostenibile, con interventi che includono sia la costruzione di nuovi edifici sia il recupero di immobili pubblici dismessi o inutilizzati.


Sul fronte della fiscalità immobiliare, la manovra introduce correttivi agli incentivi per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico. Il superbonus, ormai in fase di superamento, sarà sostituito da un sistema più selettivo e stabile, con aliquote differenziate in base al reddito e alla tipologia di intervento. L’obiettivo è garantire continuità agli investimenti nel settore edilizio senza generare squilibri di bilancio. Le nuove detrazioni dovrebbero concentrarsi su interventi di messa in sicurezza antisismica, riduzione dei consumi energetici e riqualificazione degli edifici pubblici. Inoltre, per favorire la rigenerazione dei centri urbani, sarà introdotta una fiscalità agevolata per i proprietari che affittano a canone concordato o che concedono immobili a progetti di housing sociale.


Un ulteriore capitolo riguarda la digitalizzazione del catasto e la mappatura del patrimonio immobiliare. Il governo intende completare l’aggiornamento delle banche dati catastali e armonizzare i valori di riferimento, senza però procedere a una revisione generalizzata delle rendite. L’obiettivo è rendere più efficiente la gestione amministrativa e migliorare la trasparenza del mercato, facilitando la tracciabilità delle transazioni e la lotta all’evasione fiscale nel settore immobiliare. La digitalizzazione permetterà anche di individuare con precisione gli immobili inutilizzati o abbandonati, che potranno essere inseriti nei programmi di rigenerazione urbana.


Il pacchetto casa si intreccia con il tema della sostenibilità. Parte delle risorse stanziate nella manovra saranno destinate a interventi di edilizia verde, con incentivi per l’uso di materiali ecocompatibili e per la costruzione di edifici a basso impatto energetico. In questo contesto si colloca anche il progetto di riqualificazione delle periferie, che punta a recuperare aree degradate attraverso interventi integrati di urbanistica, servizi sociali e infrastrutture. Il governo intende coinvolgere le Regioni e i Comuni in partenariati pubblico-privati, così da mobilitare investimenti aggiuntivi e accelerare la realizzazione dei progetti.


Dal punto di vista economico, il piano sugli immobili rappresenta una leva importante per la crescita del settore edilizio, che negli ultimi mesi ha mostrato segnali di rallentamento. Le misure di semplificazione burocratica e di incentivo agli investimenti privati dovrebbero rilanciare la domanda e favorire l’occupazione, in un comparto che rimane tra i più rilevanti per il PIL nazionale. Allo stesso tempo, l’attenzione al sociale mira a contenere le disuguaglianze abitative, rafforzando la coesione tra le politiche fiscali e quelle di welfare.


Il capitolo sugli sfratti veloci, pur rappresentando una misura tecnica, ha un valore politico rilevante. Esso si colloca in una linea di intervento che il governo intende presentare come equilibrio tra tutela della proprietà privata e garanzia dei diritti sociali. La sfida principale sarà mantenere questo equilibrio evitando che la velocizzazione delle procedure giudiziarie si traduca in un aumento delle vulnerabilità abitative. In parallelo, la riforma della fiscalità e la pianificazione del patrimonio pubblico dovranno essere accompagnate da una strategia di lungo periodo, capace di integrare i diversi aspetti della politica immobiliare: urbanistica, sociale, ambientale e fiscale.


L’intero “cantiere casa” sarà coordinato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il coinvolgimento di quello dell’Economia e del Ministero dell’Ambiente. La definizione delle risorse sarà completata nelle prossime settimane, ma il governo punta a destinare al pacchetto immobiliare una quota significativa dei fondi disponibili nella manovra, anche attraverso il riutilizzo di risorse europee non ancora impiegate. In prospettiva, la riforma si propone di trasformare il tema della casa da questione emergenziale a componente strutturale della politica economica e sociale del Paese.

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