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Wall Street in calo: Meta e Microsoft pesano sui listini, mentre l’accordo USA-Cina non entusiasma i mercati

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Giovedì l’S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno chiuso in ribasso, penalizzati dal crollo di Meta e Microsoft. Le due big tech sono state colpite dalle preoccupazioni per l’aumento delle spese legate all’intelligenza artificiale, mentre gli investitori hanno dovuto fare i conti anche con il tono più aggressivo emerso dalla Federal Reserve statunitense.


Le azioni di Meta sono scese di circa l’11%, registrando il peggior calo percentuale degli ultimi tre anni, dopo che il gruppo ha annunciato spese in conto capitale “significativamente più elevate” per il prossimo anno, destinate in gran parte ai progetti di intelligenza artificiale.


Microsoft ha perso circa il 3% dopo aver segnalato una spesa record di quasi 35 miliardi di dollari nel primo trimestre fiscale e aver avvertito che gli investimenti continueranno a crescere nel corso dell’anno.


I risultati delle due aziende sono arrivati all’indomani della decisione della Federal Reserve di tagliare i tassi di un quarto di punto, una mossa ampiamente prevista, ma che ha lasciato incertezze sulle prossime mosse. Il presidente Jerome Powell ha infatti sottolineato che un ulteriore taglio a dicembre non è una “conclusione scontata”.


A seguito di queste dichiarazioni, i mercati hanno ridotto la probabilità di un nuovo taglio a dicembre a circa il 70%, rispetto a oltre il 90% stimato all’inizio della settimana.


Secondo Jack McIntyre, gestore di portafoglio presso Brandywine Global, l’andamento di giovedì è “in parte un’eredità della giornata precedente”, osservando che è logico che la Fed voglia mantenere aperta la possibilità di non proseguire con l’allentamento monetario a dicembre.


Nel frattempo, nonostante alcuni risultati societari abbiano deluso le aspettative, la Fed dovrà comunque considerare il quadro complessivamente positivo della stagione degli utili prima di decidere se ulteriori tagli dei tassi siano necessari.


Secondo i dati LSEG, 222 società dell’indice S&P 500 hanno pubblicato finora i risultati trimestrali, e l’84,2% di esse ha superato le stime sugli utili al mercoledì — una quota ben superiore alla media del 77% registrata negli ultimi quattro trimestri.


Il ribasso di giovedì per l’S&P 500 e il Nasdaq è arrivato dopo che i tre principali indici avevano toccato massimi storici nelle quattro sedute precedenti, sostenuti da risultati societari solidi e da aspettative crescenti di una politica monetaria più accomodante.


L’entusiasmo per l’intelligenza artificiale ha inoltre rappresentato uno dei principali motori della corsa rialzista dei listini statunitensi nel 2025, con i colossi tecnologici che pesano complessivamente per circa il 35% dell’S&P 500.


Giovedì, Nvidia, leader nei chip per l’IA, ha perso l’1,6%, dopo aver però contribuito il giorno prima al rally di mercato, quando è diventata la prima società quotata a superare i 5 trilioni di dollari di capitalizzazione.


L’attenzione degli investitori si concentra ora sui risultati di Apple e Amazon, altri membri dei cosiddetti “Magnifici Sette”, attesi dopo la chiusura dei mercati.


Nel frattempo, Alphabet, la società madre di Google, è salita del 3% grazie a una crescita robusta nei segmenti pubblicitario e cloud, che ha portato risultati superiori alle attese.


Nel frattempo, il tanto atteso accordo commerciale tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping non è riuscito a stimolare i mercati azionari nella giornata di giovedì.


Trump ha concordato una riduzione parziale dei dazi sulle importazioni cinesi in cambio della ripresa degli acquisti di soia da parte di Pechino, della continuità nelle esportazioni di terre rare e di un maggiore impegno nella lotta al traffico di fentanyl.


«Quando arrivano buone notizie e i mercati non reagiscono, significa che probabilmente erano già state scontate», ha commentato Jack McIntyre.


Tra i titoli in evidenza, Cardinal Health è salita del 13% dopo aver rivisto al rialzo le previsioni di utile rettificato annuale, mentre Chipotle Mexican Grill ha perso il 17% in seguito al taglio delle stime sulle vendite per l’anno, penalizzata dall’impatto dei dazi e dell’inflazione sui margini operativi.


Alla Borsa di New York, i titoli in calo hanno superato quelli in rialzo con un rapporto di 1,48 a 1, registrando 142 nuovi massimi e 138 nuovi minimi.


Sul Nasdaq, 1.832 titoli hanno chiuso in rialzo e 2.752 in ribasso, per un rapporto di 1,5 a 1 a favore delle perdite. L’S&P 500 ha segnato 34 nuovi massimi e 32 nuovi minimi nelle ultime 52 settimane, mentre il Nasdaq Composite ha registrato 79 nuovi massimi e 159 nuovi minimi.




Fonte: investing.com

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