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Wall Street chiude in calo, pesano i rendimenti e i dubbi sulla Fed

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Mercoledì l’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso in rialzo, trainati dal balzo di Alphabet, che ha toccato un nuovo massimo storico intraday dopo una sentenza antitrust favorevole. Allo stesso tempo, i dati sulle offerte di lavoro di luglio, risultati inferiori alle attese, hanno rafforzato le scommesse su un taglio dei tassi d’interesse a settembre.


Le azioni Alphabet sono salite dell’8,1% dopo che un giudice di Washington ha stabilito che Google non sarà costretta a vendere Chrome, ma dovrà condividere alcuni dati con i concorrenti.


Apple ha guadagnato il 2,6%, sostenuta dal fatto che la decisione consente a Google di mantenere i pagamenti redditizi al colosso di Cupertino.


Il settore dei servizi di comunicazione ha registrato un balzo del 3,1%, toccando un record, mentre il comparto tecnologico ha chiuso con un +0,6%. In controtendenza, l’energia è scesa dell’1,6%, penalizzata dal calo del greggio.


Un rapporto del Dipartimento del Lavoro ha inoltre evidenziato un calo superiore alle attese delle offerte di lavoro e un ritmo più contenuto nelle assunzioni, segnali coerenti con un progressivo allentamento del mercato del lavoro.


Secondo il FedWatch Tool del CME Group, gli operatori stimano ora una probabilità del 95,6% di un taglio dei tassi a settembre, in aumento rispetto al 92% precedente alla pubblicazione dei dati.


L’attenzione si sposta ora sul rapporto di venerdì sulle buste paga non agricole, considerato cruciale dopo che il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, a Jackson Hole ha indicato che l’andamento dell’occupazione potrebbe essere determinante nella riunione del 17 settembre.


Il mercato sta cercando qualcosa che convinca la Fed a tagliare, ha affermato.


Alle 11:59 ET, il Dow Jones Industrial Average è sceso di 162,75 punti, ovvero dello 0,36%, a 45.133,04, l'S&P 500 ha guadagnato 19,62 punti, ovvero dello 0,31%, a 6.435,20 e il Nasdaq Composite ha guadagnato 181,62 punti, ovvero dello 0,85%, a 21.461,25.


Il calo dei titoli industriali ha pesato sul Dow.


Martedì Wall Street ha chiuso in forte calo, zavorrata dal rialzo dei rendimenti obbligazionari dopo che una sentenza della scorsa settimana ha dichiarato illegittima gran parte dei dazi imposti dall’allora presidente Donald Trump, riaccendendo timori legati alla politica fiscale.


Mercoledì, per la prima volta dal 18 luglio, il rendimento del Treasury a 30 anni ha toccato quota 5%, per poi attestarsi al 4,8917%.


Settembre si conferma un mese storicamente debole per i listini americani: secondo i dati LSEG, dal 2000 l’S&P 500 ha perso in media l’1,5% nel periodo.


Sul fronte societario, Macy’s ha guadagnato il 17% dopo aver alzato le proprie previsioni per l’anno, mentre Dollar Tree è scivolata del 7,1% nonostante un outlook rivisto al rialzo, risultando il titolo peggiore dell’S&P 500.


La Federal Reserve ha continuato a inviare segnali misti. Il governatore Christopher Waller ha ribadito la necessità di un taglio dei tassi, mentre Raphael Bostic (Fed di Atlanta) ha giudicato appropriata una sola riduzione di un quarto di punto quest’anno. Alberto Musalem (Fed di St. Louis) non ha preso una posizione chiara, mentre Neel Kashkari interverrà più avanti nella giornata.


Sul NYSE i titoli in rialzo hanno superato quelli in calo con un rapporto di 1,12 a 1, mentre sul Nasdaq il rapporto è stato di 1,18 a 1.


Nelle ultime 52 settimane l’S&P 500 ha registrato 15 nuovi massimi e 4 nuovi minimi, mentre il Nasdaq Composite ha contato 76 nuovi massimi e altrettanti nuovi minimi.




Fonte: investing.com

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