Meloni: “Non vedo incrinarsi i rapporti Usa-Ue, ma l’Europa deve imparare a difendersi da sola” tra autonomia strategica e nuovo equilibrio geopolitico
- piscitellidaniel
- 1 giorno fa
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Le dichiarazioni di Giorgia Meloni sulla tenuta dei rapporti tra Stati Uniti e Unione Europea si inseriscono in un momento delicato per gli equilibri internazionali, segnato da elezioni imminenti, crisi regionali e ridefinizione delle priorità strategiche occidentali. La presidente del Consiglio ha sottolineato come, nonostante il clima politico complesso e l’evoluzione delle leadership a Washington, non vi siano segnali di un deterioramento strutturale dell’alleanza transatlantica. Tuttavia, ha ribadito con forza che il contesto globale richiede all’Europa un salto di qualità: assumere una maggiore autonomia nelle politiche di difesa, sicurezza e gestione delle crisi, senza attendere necessariamente la guida statunitense come avvenuto nelle fasi storiche precedenti.
Il tema dell’autonomia strategica europea, più volte discusso negli ultimi anni, acquisisce nuova centralità nelle parole di Meloni, che invita i partner europei a dotarsi di strumenti più efficaci per affrontare instabilità regionali, cyberminacce e pressioni geopolitiche crescenti. La guerra in Ucraina, il mutamento dei rapporti con la Russia e l’espansione dell’influenza cinese in ambito tecnologico ed economico rappresentano elementi che, secondo la premier, impongono all’Europa un’accelerazione sul fronte della difesa comune. Le tensioni internazionali mostrano infatti che la sicurezza del continente non può dipendere esclusivamente dalla disponibilità politica degli Stati Uniti, variabile sensibile ai cambiamenti interni di Washington.
Meloni ha posto l’accento sulla necessità di investire maggiormente nelle capacità militari europee, rafforzando la cooperazione industriale e favorendo l’interoperabilità tra gli eserciti degli Stati membri. La possibilità di sviluppare programmi comuni, dalla difesa aerea alla tecnologia spaziale, viene considerata un passaggio essenziale per ridurre la frammentazione degli attuali sistemi nazionali. In questo quadro, l’Italia punta a valorizzare il proprio comparto industriale legato alla difesa, che rappresenta un settore strategico sia in termini di innovazione sia in termini di competitività internazionale, con una filiera che spazia dall’aerospazio ai sistemi elettronici avanzati.
Accanto al tema della difesa, Meloni ha evidenziato la necessità di rafforzare il ruolo geopolitico dell’Unione, soprattutto nelle regioni limitrofe come il Mediterraneo, il Medio Oriente e i Balcani occidentali. Secondo la presidente del Consiglio, l’Europa deve essere in grado di adottare una postura più assertiva nelle crisi che si sviluppano lungo i confini meridionali, evitando di delegare interamente la gestione a partner esterni. La questione migratoria, le tensioni energetiche e le sfide legate alla stabilizzazione dei paesi africani evidenziano quanto una politica estera più unitaria e coerente possa rappresentare un fattore decisivo per la sicurezza e la competitività dell’intero continente.
Sul fronte economico, Meloni ha richiamato l’importanza della collaborazione transatlantica, pur sottolineando che l’Europa deve attrezzarsi per competere alla pari nelle catene del valore strategiche, dalle tecnologie digitali all’intelligenza artificiale, dall’energia alle materie prime critiche. La premier ritiene che l’Unione debba affrontare con maggiore decisione la sfida della sovranità tecnologica, riducendo le dipendenze esterne e sostenendo investimenti che possano garantire un ruolo più forte nei settori emergenti. L’Italia si pone in questo contesto come promotrice di una linea pragmatica, volta a mantenere solida la cooperazione con gli Stati Uniti ma anche a costruire strumenti europei più robusti.
Il riferimento esplicito alla stabilità del rapporto con Washington risponde alla crescente attenzione internazionale sulle possibili evoluzioni della politica estera americana. Le oscillazioni strategiche degli ultimi anni, insieme alle dinamiche interne degli Stati Uniti, alimentano interrogativi sulla continuità dell’impegno americano in Europa. Meloni ha voluto rassicurare sul fatto che il legame transatlantico resta saldo, pur richiamando l’Unione a non confondere la solidità dell’alleanza con una dipendenza esclusiva. Il messaggio è chiaro: l’Europa deve essere in grado di agire come attore politico autonomo, in grado di difendere interessi e valori senza rinunciare alla cooperazione con gli alleati storici.
La prospettiva espressa dalla premier si inserisce anche nel dibattito interno all’Unione, dove le posizioni degli Stati membri divergono sul grado di autonomia da perseguire. Alcuni paesi ritengono prioritario mantenere un coordinamento stretto con gli Stati Uniti, mentre altri chiedono una maggiore emancipazione. Meloni propone una via intermedia: rafforzare le capacità europee senza indebolire il rapporto transatlantico, evitando così sia la dipendenza strutturale sia il rischio di isolamento strategico. Questa posizione mira a coniugare pragmatismo politico e responsabilità internazionale, spingendo l’Europa a dotarsi degli strumenti necessari per essere protagonista nel nuovo scenario geopolitico globale.

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