Matteo Salvini ammette errori ma esclude una resa dei conti nel consiglio federale: il caso Vannacci divide la Lega
- piscitellidaniel
- 10 ore fa
- Tempo di lettura: 4 min
Matteo Salvini ha riconosciuto che nella Lega sono stati commessi errori, ma ha escluso categoricamente che il consiglio federale convocato per i prossimi giorni si trasformi in una resa dei conti interna. Il segretario del partito ha dichiarato che il momento richiede riflessione e compattezza, non contrapposizioni o processi politici. Al centro della discussione resta il caso del generale Roberto Vannacci, la figura che più di ogni altra ha catalizzato attenzione e tensioni dopo le ultime elezioni, e che rappresenta un nodo politico e simbolico per la direzione futura del partito. Salvini ha confermato che la Lega affronterà un esame autocritico, ma senza spaccature, e che il confronto dovrà essere costruttivo e orientato al rilancio.
Il segretario ha ammesso che i risultati elettorali in alcune aree del Paese, come la Toscana e l’Emilia-Romagna, sono stati inferiori alle aspettative, e che è necessario interrogarsi sulle cause. “Abbiamo fatto errori e li riconosco io per primo”, ha dichiarato, sottolineando però che la responsabilità non può essere attribuita a un solo soggetto. Salvini ha ribadito che la priorità è rilanciare il partito sui territori, concentrandosi sulle prossime scadenze elettorali regionali e comunali. “Non serve cercare colpevoli, serve capire dove migliorare”, ha spiegato ai suoi, invitando i dirigenti locali a guardare avanti e non a consumare energie in polemiche interne.
Il tema del generale Vannacci resta tuttavia sul tavolo e continua a dividere il partito. Dopo il successo personale ottenuto in termini di consenso, il militare è diventato un punto di riferimento per una parte della base, ma anche una figura controversa all’interno dei vertici. Alcuni dirigenti temono che la sua esposizione pubblica possa trasformarsi in un fattore di disorientamento rispetto alla linea ufficiale della Lega. Salvini, pur difendendo il generale, ha chiarito che ogni iniziativa politica dovrà rimanere dentro i confini del partito e sotto la sua guida. “La Lega è una squadra e nessuno può muoversi come battitore libero”, ha spiegato, aggiungendo che la discussione su Vannacci dovrà restare nei canali interni, senza alimentare divisioni.
Nel corso degli ultimi mesi il generale ha espresso posizioni forti e talvolta in contrasto con le scelte della dirigenza. Questo ha alimentato malumori e spaccature, soprattutto tra i dirigenti di lungo corso del Nord, più attenti a preservare l’identità tradizionale del partito. Salvini ha cercato di gestire il caso mantenendo un equilibrio complesso: non rinnegare il sostegno elettorale che Vannacci ha portato, ma allo stesso tempo evitare che la sua figura diventi un centro autonomo di potere. Per questo motivo il leader leghista ha confermato che nel consiglio federale si discuterà apertamente di strategia, risultati e comunicazione, ma senza procedere a provvedimenti disciplinari o epurazioni.
Il vertice sarà quindi un momento di verifica politica e non di resa dei conti. Salvini punta a riaffermare la centralità della sua leadership e a definire una linea unitaria per affrontare la nuova fase politica. La Lega si trova infatti davanti a un bivio: rilanciare la propria presenza territoriale, rafforzare la rete amministrativa e tornare forza trainante del centrodestra in alcune regioni chiave, oppure rischiare di rimanere schiacciata tra le spinte interne e la competizione con Fratelli d’Italia. La questione identitaria del partito, più volte richiamata dai dirigenti storici, torna al centro del dibattito, insieme alla necessità di ridefinire messaggi, priorità e interlocutori.
Nel frattempo Salvini continua a difendere la scelta di partecipare al governo e a rivendicare i risultati ottenuti dai ministeri chiave, in particolare al Mit, di cui è titolare. Ha ricordato le opere infrastrutturali avviate, il sostegno ai cantieri e le politiche per la sicurezza, respingendo le accuse di immobilismo. Tuttavia, la base del partito chiede un cambio di passo anche sul piano della comunicazione, più diretta e coerente con le battaglie storiche della Lega. In molte sezioni territoriali si percepisce l’esigenza di tornare a un linguaggio più vicino ai temi sociali e alle difficoltà quotidiane, come il caro-vita e il lavoro.
Sul piano politico, Salvini dovrà anche affrontare il tema dei rapporti con gli alleati di governo. La crescita di Fratelli d’Italia e la posizione dominante di Giorgia Meloni hanno spostato l’equilibrio interno alla coalizione, relegando la Lega a un ruolo di secondo piano. Il segretario punta ora a recuperare consenso nei territori, rilanciando campagne mirate e temi identitari come l’autonomia differenziata, la difesa dei lavoratori e la tutela delle imprese. Il consiglio federale sarà l’occasione per fissare le priorità e per ribadire che il partito deve restare compatto, evitando divisioni che potrebbero indebolirlo ulteriormente in vista delle prossime elezioni amministrative e regionali.
La scelta di escludere una resa dei conti è dunque parte di una strategia di stabilità. Salvini punta a evitare che la discussione interna si trasformi in uno scontro pubblico e preferisce incanalare il confronto in un percorso di riorganizzazione e rilancio. La linea che intende seguire è quella del rafforzamento della struttura locale, del rinnovamento dei quadri dirigenti e della costruzione di una nuova identità comunicativa. Il partito dovrà affrontare una fase di transizione complessa, in cui la gestione del consenso, l’equilibrio tra anime interne e la ridefinizione dei rapporti di forza saranno elementi decisivi per determinarne il futuro.
Commenti