La tanto agognata tassa sugli Extraprofitti, il capitolo più importante del decreto Asset, da mesi discusso al governo, non si farà. Questa notizia, novità del CDM odierno, arriva dopo le numerose critiche che da tempo giungono da parte della BCE e da numerosi giornali italiani ed esteri, come il Financial Times.
La tassa infatti, che avrebbe raccolto circa 3 miliardi di euro, è ora stata modificata da un emendamento: esso consente alle banche italiane di utilizzare i guadagni derivanti da un aumento dei loro margini netti di interesse per rafforzare le riserve di base, anziché versare un'imposta straordinaria, secondo un testo preliminare.
Le ultime modifiche stabiliscono che le banche potranno optare per l'uscita dalla tassa se destinano 2,5 volte l'importo che sarebbe stato dovuto in base all'imposta per rafforzare le loro riserve di capitale di base di livello 1. L'emendamento fissa anche l'imposta al 0,26 per cento degli attivi ponderati per il rischio delle banche anziché allo 0,1 per cento degli attivi totali.
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