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Vincent Van Shaik: democratizzare l'accesso all'AI


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Noi del Centro Studi JLC abbiamo intervistato Vincent Van Shaik dell’American Management Association (AMA), uno dei primi speaker dell’Artificial Intelligence Innovation Summit. Il suo intervento ha posto una domanda semplice ma cruciale: come possiamo rendere l’intelligenza artificiale davvero accessibile ai professionisti, anche a chi non è “tecnico”? Van Sheik ci ha raccontato un approccio che parte dall’esperienza concreta delle persone e dalla consapevolezza che l’AI, senza formazione, rischia di restare fuori dalla quotidianità di chi lavora.

Negli ultimi due anni, AMA ha osservato da vicino come le aziende stanno introducendo l’AI. I dati sono chiari: c’è entusiasmo tra i dipendenti, ma spesso mancano strumenti, regole e un vero piano. Quello che AMA propone non è una formula magica, ma un percorso: partire dalle basi, coinvolgere tutti — non solo chi lavora in IT — e costruire una cultura digitale che metta al centro le persone, non solo la tecnologia.

Durante la nostra chiacchierata, Van Sheik ci ha fatto riflettere su un punto importante: molte aziende si stanno muovendo, ma tante altre sono ferme. Alcune hanno una strategia, ma non la comunicano. Altre partono con corsi spot, senza continuità. Il risultato? I dipendenti restano spaesati, mentre l’AI avanza. Per questo, secondo lui, la formazione deve essere pratica, regolare e pensata per essere subito applicabile nel lavoro di tutti i giorni.

A fine intervista, ci ha lasciato con un consiglio semplice: iniziare. Anche solo sperimentando piccoli strumenti di AI nelle attività quotidiane. L’importante è non aspettare che tutto sia “perfetto” per partire. L’AI non è più un tema da laboratorio: è già parte del lavoro, e chi sa usarla bene sarà un passo avanti — non solo tecnologicamente, ma anche professionalmente.

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