TIM supera i 10 miliardi di ricavi nei primi nove mesi, in crescita margini e riduzione del debito
- piscitellidaniel
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Telecom Italia ha chiuso i primi nove mesi del 2025 con risultati in crescita sia nei ricavi sia nei margini operativi, confermando la traiettoria positiva delineata nel piano industriale dopo la separazione della rete fissa. I ricavi complessivi del gruppo hanno raggiunto circa 10,7 miliardi di euro, con un incremento del 3,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi da servizi si attestano a 10 miliardi, in aumento del 4,1 per cento, con un contributo positivo sia dal mercato domestico sia dalle operazioni in Brasile. L’EBITDA è salito a 3,3 miliardi, in crescita di quasi il 9 per cento, mentre l’EBITDA after lease, che esclude gli effetti contabili dei contratti di locazione, è cresciuto di oltre l’11 per cento, raggiungendo 2,7 miliardi di euro. La redditività operativa mostra un miglioramento in entrambe le aree geografiche del gruppo, con l’Italia che conferma una dinamica stabile e il Brasile che consolida un ruolo sempre più determinante per l’intero equilibrio finanziario.
L’andamento positivo è il risultato di un mix di fattori che comprendono la crescita dell’ARPU, la riduzione del tasso di abbandono dei clienti e un rafforzamento dei ricavi nei segmenti a maggior valore aggiunto. In Italia, la divisione Consumer mantiene ricavi totali pari a circa 4,5 miliardi, stabili rispetto all’anno precedente, ma con segnali di ripresa nella componente broadband e nei servizi digitali. Il segmento Enterprise, che include servizi per aziende e pubblica amministrazione, ha registrato una crescita superiore al 5 per cento, spinta dal progressivo ampliamento delle soluzioni di cloud, cybersecurity e Internet of Things. In Brasile, dove TIM opera attraverso la controllata TIM Brasil, i ricavi hanno raggiunto i 3,3 miliardi di euro, con un incremento del 7 per cento su base annua, e l’EBITDA locale ha superato 1,6 miliardi, sostenuto dal consolidamento delle quote di mercato nel mobile e dalla razionalizzazione dei costi operativi.
La solidità finanziaria del gruppo risulta rafforzata dalla riduzione dell’indebitamento netto after lease, sceso al di sotto degli 8 miliardi di euro. Il miglioramento deriva non solo dal buon andamento operativo, ma anche dalla gestione più efficiente delle spese per investimenti e dal completamento della cessione della rete a NetCo, che ha liberato risorse e semplificato la struttura patrimoniale del gruppo. L’operazione di separazione della rete, attesa per anni, ha rappresentato un passaggio strategico per ridurre il peso dell’indebitamento e concentrarsi sui servizi digitali, sulla connettività e sulle piattaforme di innovazione.
TIM prosegue nel piano di trasformazione industriale impostato dall’amministratore delegato Pietro Labriola, che mira a rafforzare la presenza nel mercato business e a valorizzare le sinergie tra i diversi segmenti del gruppo. L’azienda punta a potenziare le competenze nel campo della sicurezza informatica, del cloud e delle infrastrutture digitali, settori ritenuti strategici per il futuro della connettività nazionale. La società ha inoltre intensificato le partnership tecnologiche con aziende internazionali e con il settore pubblico per sostenere la diffusione della rete in fibra ottica e l’espansione del 5G, elementi centrali del piano di innovazione previsto per il triennio in corso.
L’andamento commerciale mostra segnali di consolidamento, con un incremento nella base clienti mobili postpagati e una maggiore stabilità nei servizi di rete fissa. L’azienda ha registrato una ripresa anche nei ricavi legati ai servizi wholesale e all’accesso di operatori terzi, che beneficiano della modernizzazione delle infrastrutture e della progressiva dismissione della rete in rame. Nel mercato residenziale, l’offerta convergente fisso-mobile e le nuove soluzioni digitali integrate contribuiscono a stabilizzare i ricavi e a migliorare la percezione del brand.
L’evoluzione finanziaria positiva ha consentito a TIM di mantenere la guidance per il 2025, che prevede una crescita dei ricavi di gruppo e un ulteriore miglioramento dei margini. La gestione più efficiente delle risorse e il rafforzamento delle sinergie operative tra Italia e Brasile rappresentano i principali fattori di stabilità. Le prospettive per i prossimi trimestri restano legate al completamento delle operazioni di razionalizzazione interna e all’andamento macroeconomico dei mercati in cui il gruppo opera, ma il trend di crescita nei primi nove mesi indica che il processo di ristrutturazione e rifocalizzazione sta producendo i risultati attesi.

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