Promuovere l’inclusione lavorativa delle persone affette da disabilità attraverso servizi di formazione, orientamento e accompagnamento al lavoro, coinvolgendo aziende, cooperative, associazioni, scuole e università. È questa la mission di Andel, (Agenzia Nazionale Disabilità e Lavoro), un’agenzia di servizi non profit nata solo 3 mesi fa, a fine marzo 2021. L’Associazione nasce su iniziativa di alcune famiglie direttamente interessate e di un tecnico del collocamento disabili con decenni di esperienza nel settore. Scopo dell’agenzia è quello di promuovere la cultura dell’inclusione lavorativa delle persone disabili, agendo in una logica di sussidiarietà e mutuo aiuto. È per questo che abbiamo deciso di offrire servizi a tutti gli stakeholder della disabilità/lavoro”, spiega Marino Bottà, Direttore Generale dell’Agenzia. L’intento è di rendere le persone disabili e le famiglie protagoniste dell’inclusione lavorativa. È in fase di costituzione un comitato scientifico e una consulta rappresentativa di tutte le disabilità e di tutte le tipologie d’ impresa. L’agenzia offre alle persone disabili servizi di orientamento e formazione al lavoro, alle aziende servizi di consulenza sulle problematiche connesse alla gestione dei lavoratori disabili, al sistema del collocamento disabili la diffusione delle buone pratiche. Per le persone disabili abbiamo aperto uno specifico sportello telefonico di informazione e consulenza, stiamo incontrando le associazioni nazionali e locali della disabilità, organizziamo Webinar sul tema disabilità/lavoro, li intercettiamo tramite il sito, i social, i mass-media, i Diversity Day, etc., ma soprattutto sarà il passaparola a richiamare la loro attenzione e a far comprendere il valore di ANDEL, racconta Bottà. Come funziona? I disabili disoccupati, inoccupati o in cerca di un nuovo lavoro dopo essersi iscritti ad Andel, vengono contattati per un colloquio diretto o da remoto; viene valutato il potenziale occupazionale, offerto un orientamento personalizzato, basato anche sul calcolo dalla “Distanza dal mondo del lavoro”. Prossimamente verranno offerte opportunità di formazione al lavoro gratuite. I contatti con le aziende sono per noi fondamentali, in quanto il nostro approccio al collocamento delle persone disabili prevede l’inversione del paradigma tradizionale: “Non dal disabile all’azienda, ma dall’azienda al disabile”. Le opportunità di lavoro nascono attraverso il rapporto diretto con il mondo del lavoro e dal “Progetto personalizzato per l’assolvimento degli obblighi”. Questo modo di operare ha avuto ampio successo presso il Collocamento Disabili di Lecco, da dove proviene l’esperienza di Andel”, spiega il Direttore Generale. È attivo uno sportello telefonico anche per le aziende, con una consulenza gratuita di primo livello. “Stiamo inoltre collaborando con aziende di grosse dimensioni impostando un approccio all’assolvimento degli obblighi personalizzato e soprattutto creativo; sosteniamo le aziende che stanno cercando lavoratori disabili attraverso la divulgazione di annunci e la valutazione del potenziale occupazionale dei candidati - spiega Bottà -. Abbiamo coniato la figura professionale del Disability Job Supporter, un “passeur” per i disabili in cerca di lavoro e un sostegno per le aziende che li devono accogliere. Saranno questi operatori, che stiamo formando, che in futuro contatteranno e gestiranno il rapporto con le imprese”. Anche il sistema del collocamento pubblico viene coinvolto. “Pensiamo di poter dare un contributo nella formazione del personale incaricato, nella diffusione di buone prassi, nel promuovere una cultura inclusiva nelle aziende. Prossimamente prenderemo contatto con i vari livelli del sistema pubblico”, afferma il Presidente Enrico Seta. Tra le iniziative, l’agenzia non profit sostiene e cogestisce alcuni progetti e bandi sparsi sul territorio nazionale che abbiano come finalità l’inclusione lavorativa delle persone disabili e organizza webinar e incontri con associazioni e aziende soggette agli obblighi della legge 68/99. L’obiettivo è diffondere una maggior conoscenza del mondo del lavoro, del mercato del lavoro debole, del sistema del collocamento e del rapporto fra il lavoro e le diverse categorie di disabilità. Come è possibile aumentare la cultura dell’inclusione in Italia? “Innanzitutto ricominciando a parlarne – spiega il Presidente -. Bisogna avere il coraggio di riprendere il confronto, inserendolo in un nuovo patto sociale che la crisi economica e la pandemia ci stanno imponendo. L’attuazione del PNRR sarà il primo banco di prova”. Andel si è battuta affinché il tema dell’inclusione lavorativa delle persone disabili fosse presente - con una sua specifica definizione - nel PNRR. “Trattandosi di un documento strategico, valutiamo che il riferimento nel Piano sia sufficiente ad aprire un cantiere – spiega fiducioso Seta -. Questo cantiere deve avere come obiettivo il rilancio del “collocamento mirato”. “Per dare attuazione ai fondi stanziati – continua - occorre ripartire dai percorsi personalizzati di accompagnamento al lavoro. L’inserimento dei disabili non è un atto burocratico, ma un percorso complesso in cui si parte da una conoscenza della persona disabile e dei suoi specifici punti di forza e dei luoghi di lavoro di destinazione. Occorre una forma diffusa e ordinaria di coprogettazione con il Terzo Settore: è il principio della sussidiarietà. Infine, bisogna partire dalle buone pratiche ed estenderle ovunque possibile”.
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