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La nuova strategia dell'Unione Europea sui rimpatri: verso un sistema comune e l'introduzione di hub in Paesi terzi

L'11 marzo 2025, la Commissione Europea ha presentato una proposta di regolamento volta a riformare le procedure di rimpatrio dei migranti irregolari, con l'obiettivo di creare un sistema europeo più efficiente e uniforme. Questa iniziativa mira a superare le attuali discrepanze tra gli Stati membri e ad aumentare il tasso di rimpatri effettivi, attualmente fermo al 20%. ​


Principali novità del regolamento

La proposta introduce diverse misure chiave:​

  • Mutuo riconoscimento delle decisioni di rimpatrio: Le decisioni adottate da un Paese membro saranno valide e applicabili in tutta l'Unione, facilitando l'esecuzione dei rimpatri e riducendo le possibilità per i migranti irregolari di sfruttare le differenze normative tra gli Stati.

  • Creazione di hub in Paesi terzi: Il regolamento prevede la possibilità di stabilire centri di accoglienza temporanea in Paesi non appartenenti all'UE, dove i migranti in attesa di rimpatrio potranno essere trasferiti. Questi hub saranno istituiti attraverso accordi bilaterali tra l'Unione e i Paesi terzi, garantendo il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti. ​

  • Estensione del periodo massimo di detenzione: Per i migranti soggetti a rimpatrio forzato, il periodo massimo di detenzione amministrativa sarà aumentato da 18 a 24 mesi, al fine di assicurare l'effettiva esecuzione delle procedure di espulsione.


Differenze rispetto al modello italiano-Albania

La Commissione ha sottolineato che la proposta di creare hub in Paesi terzi differisce dall'accordo recentemente stipulato tra Italia e Albania. Mentre l'intesa italo-albanese prevede il trasferimento in Albania di richiedenti asilo in attesa dell'esito delle loro domande, gli hub proposti dall'UE sarebbero destinati esclusivamente a migranti la cui richiesta di asilo è stata già respinta e che sono in attesa di rimpatrio. ​


Critiche e reazioni

La proposta ha suscitato reazioni contrastanti. Partiti progressisti e organizzazioni non governative hanno espresso preoccupazione riguardo al possibile impatto sui diritti umani dei migranti, temendo che l'esternalizzazione delle procedure di rimpatrio possa portare a violazioni delle garanzie fondamentali. ​


D'altro canto, i partiti conservatori e alcuni Stati membri hanno accolto favorevolmente l'iniziativa, ritenendola un passo necessario per affrontare in modo più efficace le sfide legate all'immigrazione irregolare e per garantire una gestione più coordinata a livello europeo.​


Iter legislativo e prospettive future

La proposta di regolamento dovrà ora essere esaminata e approvata sia dal Parlamento Europeo che dal Consiglio dell'Unione Europea. Il dibattito si preannuncia intenso, con posizioni divergenti tra le diverse forze politiche e gli Stati membri. Se approvata, la riforma potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nella gestione delle politiche migratorie dell'Unione, promuovendo una maggiore armonizzazione delle procedure di rimpatrio e rafforzando la cooperazione con i Paesi terzi.

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