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L’inflazione globale e le nuove politiche monetarie

Dopo anni di politiche espansive, il 2026 segna il ritorno a un equilibrio monetario più rigido. l’inflazione, esplosa tra il 2022 e il 2023 per effetto dei rincari energetici e delle strozzature produttive, è oggi sotto controllo, ma la sua eredità pesa ancora sulle economie occidentali. le banche centrali, e in particolare la bce e la federal reserve, si trovano di fronte a una scelta complessa: ridurre i tassi troppo presto potrebbe riaccendere la corsa dei prezzi, troppo tardi potrebbe soffocare la crescita.

la nuova politica monetaria deve affrontare un mondo cambiato. la globalizzazione non garantisce più beni a basso costo, e le tensioni geopolitiche rendono instabili le catene di approvvigionamento. la stabilità dei prezzi non può essere disgiunta dalla sicurezza economica.

in europa, la bce punta a un’inflazione di medio periodo intorno al 2%, ma il rischio di divergenza fra nord e sud resta alto. paesi come l’italia, con debito elevato e crescita moderata, sono più vulnerabili a politiche restrittive prolungate.

serve una nuova visione di politica economica integrata: la politica monetaria da sola non può sostenere l’economia, né contenerne gli squilibri. occorre una sinergia tra investimenti pubblici, produttività privata e politiche fiscali espansive mirate. il ciclo economico globale entra così in una fase di maturità: meno euforia, più equilibrio.

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