Il nuovo volto del malessere lavorativo: meno dimissioni, più insoddisfazione
- piscitellidaniel
- 3 ore fa
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Negli ultimi anni, il mondo del lavoro ha assistito a una trasformazione significativa nel modo in cui i dipendenti percepiscono e reagiscono al proprio ambiente professionale. Mentre il fenomeno delle "Grandi Dimissioni" ha segnato un'epoca di cambiamenti radicali, emergono ora segnali di una nuova tendenza: un crescente senso di insoddisfazione tra i lavoratori che, pur rimanendo nei loro ruoli, manifestano un distacco emotivo e una perdita di fiducia nelle istituzioni aziendali.
Dalla "Great Resignation" alla "Grande Disconnessione"
Il termine "Great Resignation" ha descritto l'ondata di dimissioni volontarie che ha colpito numerosi settori, spinta da una ricerca di equilibrio tra vita privata e professionale, nonché da una crescente consapevolezza del proprio benessere mentale. Tuttavia, recenti studi indicano che, sebbene le dimissioni siano in calo, l'insoddisfazione lavorativa è in aumento. Secondo l'European Workforce Study 2025 di Great Place to Work, quattro lavoratori italiani su dieci desiderano cambiare azienda entro l'anno, il dato più alto in Europa. Questo fenomeno, definito "grande disconnessione", evidenzia una crescente distanza emotiva tra i dipendenti e le loro organizzazioni.
Le cause dell'insoddisfazione
Diverse sono le ragioni alla base di questo malessere diffuso. Molti lavoratori si sentono invisibili, non ascoltati né compresi, percependo di essere semplici ingranaggi in una macchina più grande. Questa sensazione di invisibilità genera distacco, rottura e, in alcuni casi, abbandono. Inoltre, la mancanza di fiducia nella leadership aziendale contribuisce a questo sentimento: mentre il 90% dei dirigenti ritiene di fare abbastanza per il benessere dei propri dipendenti, solo il 60% dei lavoratori condivide questa opinione.
Il ruolo delle nuove generazioni
Le generazioni più giovani, in particolare, mostrano una maggiore propensione a cercare nuove opportunità professionali quando le promesse aziendali non vengono mantenute. Secondo un'indagine di GoodHabitz e YouGov, il 40% dei lavoratori italiani sta già seguendo un percorso di carriera non tradizionale, evidenziando un desiderio di cambiamento e di realizzazione personale.
L'importanza del benessere psicologico
Il benessere mentale è diventato un tema centrale nel mondo del lavoro. Una ricerca BVA-Doxa ha rilevato che un under 34 su due lascia il lavoro per motivi legati alla propria salute psicologica. Inoltre, il 42% degli intervistati ritiene inefficaci le iniziative promosse dalla propria azienda per incentivare il benessere e ridurre lo stress legato al lavoro.
Strategie per affrontare la disconnessione
Per contrastare questa crescente insoddisfazione, le aziende devono adottare strategie mirate. Investire in formazione focalizzata sulle competenze umane e relazionali, promuovere il lavoro ibrido e creare un ambiente di lavoro inclusivo e partecipativo sono passi fondamentali. Secondo Great Place to Work, solo il 24% dei lavoratori "ibridi" afferma di voler cambiare lavoro, contro il 34% di chi lavora sempre in presenza e il 37% di chi opera completamente da remoto.
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