Gender Pay Gap: un anno per adeguare i modelli salariali e colmare il divario
- piscitellidaniel
- 28 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Il gender pay gap in Italia continua a rappresentare una sfida significativa nel mondo del lavoro. Secondo i dati più recenti, le donne guadagnano in media il 20% in meno rispetto ai colleghi uomini, una disparità che si manifesta sin dalle prime fasi della carriera e si accentua con l'avanzare dell'età e delle responsabilità professionali.
Disparità persistenti e settori più colpiti
Il divario salariale è particolarmente evidente in settori con una bassa presenza femminile e in ruoli dirigenziali. Ad esempio, nel gruppo dei dirigenti, il gap raggiunge il 30,8%, con retribuzioni orarie medie di 34,5 euro per le donne e 49,8 euro per gli uomini. Anche tra gli artigiani e operai specializzati, la differenza è del 17,6%, con le donne che percepiscono 10,6 euro lordi l'ora contro i 12,8 euro degli uomini. Nel settore delle Forze Armate, le donne guadagnano il 27,7% in meno rispetto ai colleghi maschi.
Fattori strutturali e culturali
Le cause del gender pay gap sono molteplici e spesso interconnesse. Le donne tendono a lavorare meno ore rispetto agli uomini, spesso a causa di contratti part-time o interruzioni di carriera legate alla maternità e alla cura della famiglia. Secondo un report, per ogni dieci anni di esperienza lavorativa maturata da un uomo, una donna ne accumula solo 8,6. Queste interruzioni di carriera comportano un rientro più difficile e penalizzante in termini di retribuzione e prospettive.
Direttiva europea sulla trasparenza salariale
Per contrastare il gender pay gap, il Parlamento europeo ha approvato nel 2023 la direttiva sulla trasparenza salariale (970), che tutti gli Stati membri dovranno recepire entro giugno 2026. Questa direttiva introduce obblighi per i datori di lavoro, tra cui la pubblicazione delle informazioni sulle retribuzioni e il divieto di chiedere ai candidati informazioni sulle retribuzioni percepite in precedenti rapporti di lavoro. Le imprese con più di 250 dipendenti dovranno riferire annualmente all'autorità nazionale competente in merito al divario retributivo di genere all'interno della propria organizzazione.
Ruolo delle aziende e delle tecnologie
Le aziende hanno un ruolo cruciale nel colmare il divario retributivo di genere. Alcune organizzazioni stanno già adottando misure per promuovere l'equità salariale, come l'implementazione di sistemi retributivi basati su criteri oggettivi e neutri sotto il profilo del genere. L'utilizzo di tecnologie avanzate, come l'analisi dei dati e l'intelligenza artificiale, può supportare le aziende nell'identificare e correggere le disparità salariali.
Impatto economico e sociale
Il gender pay gap non è solo una questione di equità, ma ha anche implicazioni economiche significative. Secondo un report, le donne che iniziano la carriera in un'occupazione di fascia medio-bassa hanno meno probabilità di accedere a livelli salariali più alti rispetto agli uomini. Inoltre, la disparità retributiva espone le donne a un maggiore rischio di povertà e contribuisce al divario pensionistico.
Prospettive future
Con l'entrata in vigore della direttiva europea sulla trasparenza salariale e l'adozione di nuove politiche aziendali, l'Italia ha l'opportunità di compiere progressi significativi nella riduzione del gender pay gap. Tuttavia, è fondamentale che le aziende si preparino adeguatamente, rivedendo i propri sistemi retributivi e promuovendo una cultura organizzativa inclusiva.
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