Secondo il rapporto "Finanza di pace. Finanza di guerra", presentato dalla Fondazione Finanza Etica, oltre 959 miliardi di dollari vengono destinati dagli istituti bancari al sostegno della produzione e del commercio di armi. Il proliferare di conflitti in varie parti del mondo ha moltiplicato il giro d'affari e i profitti delle aziende produttrici di armi ma anche degli istituti di credito che hanno cavalcato l'onda di questo business in rapida crescita. Dei quasi mille miliardi di dollari investiti nel settore degli armamenti, metà provengono dagli Stati Uniti, ma anche le banche europee fanno la loro parte per alimentare il business delle armi, con i 15 maggiori istituti finanziari d'Europa che hanno realizzato un investimento di quasi 88 miliardi di euro. Ma c'è anche chi ha deciso di opporsi a questo sistema, come le 71 banche aderenti alla Global Alliance for Banking on Values (GABV), a cui aderisce anche l'italiana Banca Etica. L'obiettivo è sensibilizzare l'opinione pubblica sull'impatto degli armamenti sulla società e sull'ambiente, cercando di rendere più difficoltoso per le aziende di questo settore l'accesso al credito.
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