top of page

BCE pronta a tagliare i tassi: l'onda lunga dei dazi di Trump scuote mercati e strategie


ree

La guerra dei dazi lanciata da Donald Trump ha aperto scenari imprevisti per la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea, entrambe chiamate a bilanciare l’urgenza di combattere l’inflazione con quella di prevenire una recessione. Sarà la BCE a muoversi per prima: giovedì 17 aprile, il Consiglio direttivo si riunirà e, secondo i mercati, è altamente probabile un taglio dei tassi di 25 punti base. Ciò porterebbe il tasso sui depositi al 2,25% e quello principale al 2,4%. L’annuncio dei dazi universali da parte di Trump, avvenuto il 2 aprile (soprannominato “Liberation Day”), ha causato un crollo globale delle borse, colpendo anche il mercato obbligazionario statunitense. I rendimenti sono aumentati in modo anomalo, segno di crescente incertezza e rischio percepito, mentre gli investitori faticano ancora oggi a interpretare con chiarezza le dinamiche in atto. Nel frattempo, saranno pubblicati i dati sull’inflazione dell’Eurozona, elemento chiave per le decisioni della BCE. Le stime indicano un calo dell’inflazione core al 2,4%, dal 2,6% di febbraio, rafforzando l’ipotesi di un approccio più accomodante. Ma l’Eurotower dovrà considerare anche gli effetti futuri delle tensioni commerciali e delle contromisure europee, che potrebbero avere effetti inflazionistici di lungo periodo. Secondo Generali Investment, la BCE è più aperta della Fed nel proseguire il ciclo di tagli, anche grazie alla fiducia nella discesa graduale dell’inflazione. Tuttavia, le politiche fiscali espansive tedesche potrebbero rallentare il percorso di riduzione dei tassi. Più cauta Markets 360 (BNP Paribas), secondo cui il tasso sui depositi potrebbe scendere al 2% entro giugno, ma con prospettive molto incerte. Rabobank sottolinea che l’instabilità delle decisioni di Trump – che ha concesso solo una sospensione temporanea di 90 giorni sui dazi – rende il quadro estremamente fragile. ING, infine, ritiene che la BCE dovrà agire anche per contenere l’apprezzamento dell’euro, che potrebbe alimentare pressioni disinflazionistiche nell’eurozona. In questo contesto di volatilità e rischio geopolitico, la BCE si prepara a una nuova fase di politica monetaria espansiva, cercando di anticipare gli effetti di una crisi commerciale che potrebbe avere impatti più profondi e duraturi del previsto.

Commenti


Le ultime notizie

bottom of page