Aereo cargo esce di pista all’aeroporto di Hong Kong e finisce in mare: due vittime tra il personale di terra
- piscitellidaniel
- 5 ore fa
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Un grave incidente ha colpito nella notte l’aeroporto internazionale di Hong Kong, dove un aereo cargo in fase di atterraggio è uscito di pista, ha travolto un mezzo di servizio e si è in parte inabissato nelle acque che circondano l’isola artificiale su cui sorge lo scalo. L’impatto ha causato la morte di due operatori di terra e il ferimento di altre persone, mentre i quattro membri dell’equipaggio sono stati tratti in salvo e non risultano in pericolo di vita. L’aereo coinvolto è un Boeing 747-400 cargo, appartenente a una compagnia di trasporto merci internazionale e in servizio sulla rotta da Dubai a Hong Kong.
L’incidente si è verificato poco prima dell’alba, durante una fase di atterraggio apparentemente regolare. Le condizioni meteorologiche erano buone e non si registravano segnalazioni di turbolenze o di problemi alla visibilità. Secondo una prima ricostruzione, il velivolo avrebbe toccato la pista 07L, una delle tre in uso, ma subito dopo avrebbe perso aderenza deviando verso sinistra. La traiettoria fuori controllo lo avrebbe portato oltre la recinzione di sicurezza fino a colpire un veicolo di pattuglia aeroportuale che si trovava nella zona di servizio. Dopo l’impatto il mezzo e parte della fusoliera dell’aereo sono precipitati in mare, a poche decine di metri dalla riva artificiale che delimita il sedime aeroportuale.
I soccorsi si sono attivati immediatamente. Squadre di vigili del fuoco, unità navali e mezzi anfibi sono intervenuti in pochi minuti, riuscendo a trarre in salvo i quattro membri dell’equipaggio. Due operatori del personale di terra, invece, sono rimasti intrappolati nel veicolo colpito e sono stati recuperati privi di vita. La struttura del Boeing risulta gravemente danneggiata: la fusoliera si è spezzata in due tronconi e la sezione posteriore è rimasta semi sommersa, mentre la parte anteriore si è adagiata sull’acqua inclinata verso la riva.
Le autorità aeroportuali hanno immediatamente chiuso la pista interessata, mantenendo operative le altre due per garantire la continuità dei voli passeggeri e delle merci. Il traffico ha subito inevitabili rallentamenti, ma l’aeroporto, tra i più trafficati al mondo per volume di merci, ha continuato a funzionare in modalità ridotta. I lavori di recupero del velivolo e delle parti disperse in mare proseguiranno per giorni, data la complessità dell’intervento e la necessità di preservare le prove utili alle indagini.
L’Autorità per la sicurezza dell’aviazione di Hong Kong ha aperto un’inchiesta tecnica per accertare le cause dell’uscita di pista. Gli investigatori stanno analizzando i registratori di volo, le comunicazioni radio e le condizioni della pista al momento dell’atterraggio. Tra le ipotesi al vaglio, oltre a un possibile guasto meccanico, vi è quella di un errore di manovra nella fase finale dell’avvicinamento o di una perdita di pressione nei freni. La dinamica dell’incidente suggerisce una difficoltà di controllo nelle fasi immediatamente successive al contatto con la pista, ma al momento nessuna ipotesi è esclusa.
Il veicolo di servizio colpito operava in una zona perimetrale dello scalo e non si trovava in violazione delle norme di sicurezza, dettaglio che rende ancora più complesso capire come il velivolo abbia potuto spingersi così oltre i limiti della pista. Le autorità hanno confermato che al momento dell’impatto non erano in corso operazioni di manutenzione o di ispezione che potessero interferire con la manovra di atterraggio.
Il Boeing coinvolto nell’incidente era stato costruito oltre trent’anni fa e in passato aveva operato come aereo passeggeri prima della conversione a cargo. La sua età operativa e le condizioni tecniche del velivolo saranno elementi chiave delle indagini. L’aereo, secondo le prime verifiche, non trasportava merce al momento dell’impatto, dettaglio che ha probabilmente evitato danni più estesi e il rischio di un incendio a seguito dell’uscita di pista.
L’evento ha riportato l’attenzione sulla sicurezza dell’aeroporto di Hong Kong, considerato uno dei più moderni e sicuri al mondo, ma costruito interamente su un’isola artificiale e soggetto a vincoli infrastrutturali che lo rendono vulnerabile a incidenti di questo tipo. La presenza di piste in prossimità dell’acqua, con spazi di manovra ridotti e margini limitati per le uscite di pista, comporta infatti rischi specifici che richiedono elevati standard di manutenzione e di prontezza operativa.
Nei prossimi giorni i lavori di recupero si concentreranno sulla messa in sicurezza del relitto e sulla rimozione dei detriti dispersi in mare. Le autorità hanno disposto il monitoraggio costante della qualità dell’acqua per prevenire eventuali sversamenti di carburante o fluidi idraulici. Tutti i voli diretti sulla pista nord sono stati temporaneamente sospesi e i servizi di atterraggio sono stati redistribuiti sulle altre due piste.
L’incidente, il più grave registrato nello scalo di Hong Kong negli ultimi decenni, ha sollevato interrogativi sulla gestione delle operazioni di volo e sulle procedure di emergenza in un aeroporto che rappresenta un nodo vitale per il traffico commerciale globale. Le indagini determineranno se si sia trattato di un malfunzionamento tecnico, di un errore umano o di un insieme di fattori che hanno portato al tragico epilogo.
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