Adidas raddoppia gli utili ma congela le stime: pesa l'incertezza sui nuovi dazi USA
- piscitellidaniel
- 29 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Adidas ha chiuso il primo trimestre 2025 con risultati finanziari nettamente superiori alle aspettative di mercato, raddoppiando gli utili netti rispetto allo stesso periodo del 2024. L’utile operativo si è attestato a 336 milioni di euro, in forte crescita rispetto ai 60 milioni registrati l’anno precedente, mentre il fatturato è salito del 14% su base annua, raggiungendo quota 5,46 miliardi di euro. Una performance sostenuta da un deciso recupero delle vendite in Cina, da una buona crescita in Europa e America Latina, e da una resilienza ancora positiva in Nord America.
Nonostante questi risultati positivi, la società tedesca ha deciso di mantenere invariate le previsioni per l'intero esercizio 2025, citando l'impossibilità di prevedere con precisione l'impatto delle nuove misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti. In particolare, preoccupano i nuovi dazi del 25% sulle importazioni di beni prodotti in Cina e in alcuni Paesi asiatici, tra cui Vietnam e Indonesia, che rappresentano aree chiave per la produzione globale di Adidas.
Il CEO Bjørn Gulden ha sottolineato come l’azienda sia in una fase di consolidamento dopo il difficile periodo segnato dalla gestione della linea Yeezy, interrotta a causa delle polemiche legate a Kanye West. Gulden ha spiegato che la priorità di Adidas è ora quella di ricostruire la fiducia dei consumatori, puntare sull’innovazione di prodotto e rafforzare la distribuzione diretta. Tuttavia, il quadro geopolitico internazionale rende prudente ogni previsione sul medio termine. L’azienda ha precisato che il contesto commerciale potrebbe peggiorare nel secondo semestre a causa dell’inasprimento delle politiche tariffarie.
Sebbene Adidas abbia da tempo ridotto il peso della produzione cinese nelle forniture destinate al mercato statunitense, aumentando la produzione in Vietnam, Indonesia e Cambogia, una parte significativa delle sue calzature e dell'abbigliamento continua comunque a essere esposta ai rischi legati ai nuovi dazi. Per fronteggiare questa situazione, il gruppo sta valutando un'ulteriore diversificazione delle basi produttive, incrementando la presenza in Paesi come l'India e il Bangladesh.
Nel primo trimestre 2025, il mercato cinese ha offerto segnali incoraggianti. Le vendite sono aumentate del 13% rispetto all'anno precedente, segnando una netta inversione di tendenza rispetto alle difficoltà incontrate negli anni precedenti, complici il boicottaggio dei marchi occidentali e la pandemia. In Europa, il marchio ha beneficiato di una crescita a doppia cifra, favorita dalle buone vendite di nuove linee di calzature sportive e casual. Anche in America Latina le vendite sono cresciute del 26%, trainate da un forte incremento della domanda in Brasile e in Messico.
In Nord America, Adidas ha registrato una crescita più modesta, pari al 3%, a causa della graduale uscita dal business Yeezy, che nel primo trimestre 2024 aveva ancora contribuito in modo importante ai ricavi. Senza considerare l'effetto Yeezy, la crescita sarebbe stata più significativa, secondo le indicazioni fornite dalla società.
Per il 2025, Adidas prevede una crescita dei ricavi a una cifra alta (high-single-digit) e un utile operativo compreso tra 700 e 800 milioni di euro. Tuttavia, queste previsioni non incorporano gli eventuali effetti dei dazi americani, per i quali l’azienda ha dichiarato di voler aggiornare la guidance solo se e quando l’impatto sarà più chiaro.
Sul fronte dell’innovazione di prodotto, Adidas punta a rafforzare la propria presenza nei segmenti performance running e outdoor, oltre a rilanciare categorie iconiche come il calcio, il training e il basket. Inoltre, l’azienda ha annunciato il lancio di una nuova gamma di prodotti ecosostenibili in linea con l’obiettivo di ridurre le emissioni di carbonio del 30% entro il 2030.
A livello di mercato finanziario, nonostante l’ottima trimestrale, il titolo Adidas ha subito una lieve correzione alla Borsa di Francoforte, scontando la prudenza mostrata dalla società e l’incertezza che grava sul quadro macroeconomico. Gli analisti si dividono tra chi vede spazio per ulteriori progressi, grazie alla solidità del brand e alla crescita internazionale, e chi teme che le tensioni commerciali e la volatilità dei mercati possano rallentare il trend positivo.
La prudenza di Adidas riflette una tendenza più ampia che coinvolge molte multinazionali europee ed asiatiche esposte al mercato statunitense. In un contesto di crescente protezionismo, con tensioni tra Washington e Pechino sempre più accentuate, la capacità delle aziende di adattare rapidamente le proprie catene di approvvigionamento e strategie commerciali sarà decisiva per garantire la crescita futura.
Comments