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Versalis inaugura a Mantova il primo impianto italiano di riciclo chimico: una svolta per la plastica mista difficile da trattare e un tassello chiave nella strategia circolare di Eni

A Mantova è stato inaugurato il primo impianto dimostrativo per il riciclo chimico della plastica mista sviluppato da Versalis, la società chimica di Eni. Si tratta di una struttura pionieristica, che rappresenta il primo tassello operativo del progetto “Hoop”, acronimo che identifica la tecnologia proprietaria sviluppata in collaborazione con la società S.R.S. (Servizi di Ricerca e Sviluppo). L’obiettivo dell’impianto è il trattamento di rifiuti plastici post-consumo difficilmente riciclabili attraverso metodi meccanici, come film multistrato o plastiche contaminate, che attualmente vengono avviate a incenerimento o smaltimento in discarica.


Il nuovo impianto utilizza il processo di pirolisi per decomporre la plastica in un olio chiamato “r-nafta”, che può essere reimpiegato nei processi chimici al pari della nafta di origine fossile. La struttura è in grado di trattare fino a 6.000 tonnellate all’anno di materiale plastico eterogeneo e generare un output che verrà successivamente trasformato in nuovi polimeri vergini attraverso i cracker chimici esistenti. L’impianto dimostrativo di Mantova ha richiesto circa un anno di lavori ed è stato realizzato nel sito chimico mantovano di Versalis, simbolo storico della chimica italiana.


Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato l’amministratore delegato di Versalis, Adriano Alfani, il presidente Marcello Poidomani, rappresentanti del gruppo Eni e delle istituzioni locali. Presenti anche Giuseppe Ricci, chief operating officer per Energy Evolution di Eni, e gli assessori regionali Raffaele Cattaneo (Ambiente) e Guido Guidesi (Sviluppo economico), a sottolineare la rilevanza strategica del progetto sia in ambito industriale sia sul fronte della transizione ecologica. Per Versalis, questa inaugurazione rappresenta un passaggio fondamentale nella strategia industriale che punta a integrare soluzioni sostenibili e a ridurre la dipendenza dalle fonti fossili.


L’impianto è anche uno dei 41 progetti vincitori dell’edizione 2023 del bando europeo Innovation Fund per la categoria small scale, e il solo italiano ad essere stato selezionato tra le 239 proposte presentate. Un riconoscimento che premia l’innovazione tecnologica e la capacità di contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra. Secondo le stime fornite, il processo Hoop consentirà di abbattere dell’81% le emissioni rispetto alla produzione di polimeri da materia prima fossile, risparmiando circa 140.000 tonnellate di CO₂ nel corso dei prossimi dieci anni.


Uno degli aspetti centrali del progetto è la possibilità di trattare plastiche che altrimenti verrebbero destinate a smaltimento. Nel panorama della raccolta differenziata, una quota significativa delle plastiche post-consumo – fino al 50% – non può essere riciclata meccanicamente per ragioni legate alla contaminazione, alla composizione multistrato o alla bassa qualità del materiale. La tecnologia Hoop si inserisce proprio in questa zona grigia del ciclo dei rifiuti, consentendo una valorizzazione di flussi oggi considerati residuali.


Il processo di pirolisi su cui si basa l’impianto consiste nella decomposizione termochimica dei materiali plastici in assenza di ossigeno. Questo consente di ottenere, oltre alla r-nafta, anche altri composti come gas e oli secondari, che possono essere riutilizzati come fonti energetiche o materie prime. L’obiettivo è quello di chiudere il ciclo della plastica, restituendo un materiale riutilizzabile all’inizio del processo produttivo, in una logica di economia circolare integrata.


Versalis ha già annunciato l’intenzione di portare a scala industriale il progetto Hoop, con un impianto di maggiori dimensioni previsto a Priolo, in Sicilia, per il quale si sta valutando un investimento pari a circa 200 milioni di euro. La decisione finale verrà presa entro il 2025. L’impianto siciliano avrà una capacità produttiva fino a 40.000 tonnellate annue e costituirà un importante snodo della strategia nazionale per il trattamento delle plastiche complesse. Sarà inoltre integrato nel sistema di raccolta e selezione dei rifiuti plastici operato da Corepla, con cui Eni collabora per l’approvvigionamento della materia prima da pirolizzare.


La scelta di Mantova per avviare la prima fase del progetto non è casuale. Il sito rappresenta uno dei principali poli industriali chimici italiani, storicamente legato alla produzione di polimeri e oggi al centro del piano di riconversione di Versalis. La società ha infatti avviato un processo di trasformazione dei propri stabilimenti con l’obiettivo di orientarsi verso tecnologie a basso impatto, tra cui il riciclo chimico, la produzione di bioplastiche e lo sviluppo di biointermedi derivati da materie prime rinnovabili.


Con l’inaugurazione dell’impianto Hoop, Versalis segna anche un’evoluzione della propria identità industriale. La nuova linea di sviluppo affianca alla produzione tradizionale di polimeri il concetto di “circolarità molecolare”, in cui il rifiuto plastico diventa materia prima secondaria di qualità equivalente a quella vergine. Questo modello, se replicato e diffuso su larga scala, potrebbe incidere in modo determinante sull’economia dei materiali e sul raggiungimento degli obiettivi europei di riciclo, che prevedono entro il 2030 il 55% di riciclo degli imballaggi in plastica.


Il riciclo chimico, a differenza di quello meccanico, permette inoltre di ottenere materiali ad alte prestazioni a partire da rifiuti plastici molto eterogenei, senza perdere qualità né proprietà funzionali. Questo rappresenta un vantaggio significativo per settori come l’imballaggio alimentare, l’automotive o l’elettronica, dove i requisiti tecnici sono molto elevati e spesso non raggiungibili con materiali riciclati meccanicamente.


L’innovazione introdotta da Versalis si colloca anche nel quadro della strategia industriale di Eni per la transizione energetica. Il gruppo ha stanziato risorse ingenti – oltre 2 miliardi di euro – per sostenere la riconversione dei propri impianti chimici e accelerare la penetrazione delle tecnologie verdi nei settori ad alta intensità energetica. Il progetto Hoop rappresenta quindi una delle espressioni più concrete della volontà del gruppo di ridefinire il proprio posizionamento nella chimica del futuro, con un approccio che integra efficienza produttiva, sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica.

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