Toscana e Umbria siglano l’accordo per la gestione congiunta del bacino di Montedoglio: un patto strategico per acqua, agricoltura e resilienza climatica
- piscitellidaniel
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La Toscana e l’Umbria hanno firmato un accordo storico per la gestione integrata delle acque del bacino di Montedoglio, la più grande diga a uso plurimo dell’Italia centrale con una capacità di invaso pari a 168 milioni di metri cubi. Il patto, siglato il 7 giugno 2025 a Castiglione del Lago, segna un punto di svolta per la cooperazione interregionale nel governo delle risorse idriche, in un’epoca in cui l’emergenza siccità e la pressione dei cambiamenti climatici stanno imponendo nuove logiche di programmazione.
Il documento è stato sottoscritto dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dalla presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, alla presenza del Commissario straordinario nazionale per l’emergenza idrica Nicola Dell’Acqua, e dei rappresentanti delle Autorità di bacino dell’Appennino Centrale e Settentrionale. Si tratta di un’intesa che era attesa da oltre vent’anni, ma che solo ora è stata possibile grazie all’allineamento politico, tecnico e istituzionale tra le parti.
Il cuore dell’accordo riguarda l’utilizzo razionale e concertato dell’acqua del lago di Montedoglio, che attualmente serve come fonte primaria per l’irrigazione agricola e per l’approvvigionamento potabile di circa 50 comuni tra Toscana e Umbria. Una delle innovazioni principali dell’intesa è rappresentata dalla decisione di destinare ogni anno 10 milioni di metri cubi d’acqua, nei mesi invernali, al lago Trasimeno, con lo scopo di garantirne l’equilibrio idrico e contrastare la cronica tendenza all’abbassamento del livello delle acque.
L’intervento sarà realizzato attraverso il ripristino e l’adeguamento del Fosso Paganico, uno degli immissari del Trasimeno, che fungerà da canale di collegamento per il trasferimento delle acque da Montedoglio. Le opere saranno finanziate con fondi già disponibili nell’ambito del Piano nazionale di interventi infrastrutturali per la resilienza climatica, sotto il coordinamento del Commissario Dell’Acqua.
Parallelamente, l’accordo prevede un impegno comune per il completamento del sistema irriguo del cosiddetto Sistema Occidentale di Montedoglio. I distretti interessati comprendono i Distretti 23 di Foiano della Chiana e 38-39 di Montepulciano, dove sono previsti investimenti per 76 milioni di euro per la posa di condotte, serbatoi e infrastrutture per la distribuzione idrica. Si tratta di un’opera strategica per la tenuta del comparto agricolo della Valdichiana, una delle aree più produttive dell’agricoltura toscana, e per il rilancio dell’irrigazione anche nel versante umbro.
Uno degli elementi centrali dell’accordo è l’introduzione di un sistema di gestione partecipata e integrata, che coinvolgerà non solo le istituzioni regionali, ma anche i consorzi di bonifica, le Autorità di bacino e le società di gestione idrica. Il nuovo modello prevede un tavolo tecnico permanente per monitorare i livelli del bacino, pianificare gli invasi e modulare l’erogazione dell’acqua in funzione delle necessità stagionali e delle emergenze climatiche.
L’accordo valorizza anche il ruolo del bacino di Montedoglio come infrastruttura multifunzionale: non solo risorsa per l’agricoltura, ma anche riserva strategica per l’uso potabile, fonte di produzione energetica tramite idroelettrico e strumento di salvaguardia ambientale. Nella visione condivisa tra Toscana e Umbria, il futuro dell’acqua non può prescindere da una pianificazione lungimirante, capace di conciliare la tutela degli ecosistemi con le esigenze economiche e sociali delle comunità.
Particolarmente rilevante è il collegamento tra questa intesa e i grandi obiettivi di adattamento ai cambiamenti climatici. Il bacino di Montedoglio diventerà un laboratorio di gestione sostenibile della risorsa idrica, con l’obiettivo di garantire una maggiore resilienza dei territori a fronte della crescente imprevedibilità dei regimi pluviometrici. Le regioni hanno espresso l’intenzione di candidare il progetto a finanziamenti europei nell’ambito del Green Deal e del programma LIFE, come esempio virtuoso di cooperazione interistituzionale.
L’accordo si inserisce inoltre in un contesto nazionale di crescente attenzione per il ruolo delle infrastrutture idriche. Il Commissario Dell’Acqua ha ricordato come siano in corso, a livello statale, investimenti per oltre 4 miliardi di euro in nuove dighe, manutenzioni straordinarie, invasi e interconnessioni, con l’obiettivo di raddoppiare la capacità di stoccaggio idrico del Paese entro il 2030. In questo quadro, Montedoglio si conferma come un nodo strategico della rete nazionale delle acque, nonché punto di equilibrio tra esigenze agricole, ambientali e civili.
Anche gli enti locali hanno espresso apprezzamento per l’accordo raggiunto. I sindaci dei comuni rivieraschi del Trasimeno hanno definito la firma dell’intesa come un passaggio epocale che potrà finalmente assicurare al lago il giusto livello di rifornimento e un futuro più stabile dal punto di vista ambientale e turistico. Analogamente, i consorzi di bonifica toscani hanno evidenziato l’importanza di una programmazione congiunta delle risorse per affrontare con efficacia le ondate di calore e le stagioni siccitose che negli ultimi anni stanno mettendo in crisi il comparto agricolo.
L’accordo tra Toscana e Umbria rappresenta anche un esempio concreto di federalismo cooperativo. In un contesto in cui spesso le competenze amministrative finiscono per ostacolarsi, la firma di un’intesa di questo tipo dimostra che la concertazione tra Regioni può produrre soluzioni innovative, efficaci e condivise, in grado di rispondere a sfide complesse e trasversali come quella della gestione dell’acqua. Il patto per Montedoglio non è soltanto una questione tecnica o ambientale, ma un vero e proprio modello di governance che potrà ispirare anche altre realtà regionali italiane.
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