Stellantis: accordo biennale con i sindacati per aumenti salariali del 6,6% a oltre 60.000 lavoratori
- piscitellidaniel
- 6 giu
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Accordo raggiunto tra Stellantis e sindacati
Il 6 giugno 2025, Stellantis e le sigle sindacali metalmeccaniche Fim, Uilm, Fismic, Uglm e AqcfR hanno sottoscritto un accordo economico biennale che riguarda circa 60.000 dipendenti italiani del gruppo automobilistico. L’intesa, raggiunta dopo settimane di confronto, prevede un aumento salariale complessivo del 6,6% da erogare in tre tranche: il 3,7% a partire dal 1° giugno 2025, il 2% a gennaio 2026 e lo 0,8% a novembre dello stesso anno. Si tratta di un ulteriore tassello all’interno del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (CCSL) già siglato nel 2023 e valido per il quadriennio 2023-2026.
L’accordo prevede anche due erogazioni una tantum da 240 euro lordi ciascuna, da versare ai lavoratori nei mesi di giugno 2025 e aprile 2026. Queste somme aggiuntive hanno lo scopo di compensare gli effetti residui dell’inflazione e contribuire al rafforzamento del potere d’acquisto, duramente colpito dall’aumento generalizzato dei prezzi registrato tra il 2022 e il 2023.
Un intervento in continuità con la precedente intesa
L’intesa biennale si innesta nel percorso avviato nel 2023 con il rinnovo del CCSL, che aveva già previsto un aumento dell’11% per il biennio 2023-2024. Complessivamente, il piano salariale pluriennale garantisce agli operai e agli impiegati del gruppo un incremento del 18,7% in quattro anni. Una cifra significativa, soprattutto se si considera che viene applicata in un contesto di razionalizzazione produttiva, di forte competizione internazionale e di trasformazione del settore automotive.
Il precedente accordo aveva già introdotto elementi innovativi, come la riformulazione dei premi di efficienza e produttività, un ampliamento degli strumenti di welfare aziendale e un rafforzamento delle tutele in materia di sicurezza sul lavoro. L’ulteriore incremento salariale pattuito nel 2025-2026 conferma la volontà delle parti di mantenere un dialogo aperto e costruttivo anche nella fase di transizione verso la mobilità elettrica e digitale.
Il contesto economico e industriale
L’accordo arriva in un momento cruciale per Stellantis, impegnata in un profondo processo di ristrutturazione industriale che coinvolge diversi stabilimenti italiani, tra cui quelli di Mirafiori, Pomigliano, Melfi, Cassino e Atessa. Le fabbriche italiane sono al centro di un delicato bilanciamento tra investimenti tecnologici e contenimento dei costi, reso necessario dal passaggio accelerato ai veicoli elettrici e dalle tensioni sui mercati internazionali.
Nel 2024, il gruppo guidato da Carlos Tavares ha annunciato investimenti complessivi per 30 miliardi di euro a livello globale, di cui una quota significativa destinata alla produzione di piattaforme EV e alla riconversione degli impianti esistenti. Tuttavia, i sindacati hanno più volte denunciato una sotto-utilizzazione degli stabilimenti italiani e una crescente dipendenza dalla produzione estera. Il nuovo accordo economico rappresenta quindi anche una risposta alle richieste dei lavoratori di maggiore riconoscimento e stabilità.
Le reazioni delle organizzazioni sindacali
La firma dell’accordo è stata accolta positivamente dai rappresentanti sindacali. Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, ha definito l’intesa "un risultato importante per i lavoratori in un contesto in cui l’inflazione e le difficoltà economiche mettono sotto pressione le famiglie". Secondo Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic Confsal, “l’aumento salariale è un segnale concreto che valorizza l’impegno e la produttività dei dipendenti”.
Anche Fim-Cisl ha sottolineato il valore della continuità contrattuale e della concertazione, rivendicando il ruolo dei sindacati nel tenere aperto un confronto con l’azienda su tutti i fronti strategici: dal salario alla formazione, dalla salute e sicurezza al futuro industriale dei siti italiani. Le organizzazioni hanno anche ribadito la necessità di aprire un tavolo con il Governo per una politica industriale più strutturata, in grado di sostenere l’occupazione nel lungo periodo.
La posizione dell’azienda
Stellantis, da parte sua, ha espresso soddisfazione per l’esito della trattativa, evidenziando come l’accordo confermi il valore del modello negoziale italiano. In una nota ufficiale, il gruppo ha sottolineato che l’intesa "rappresenta un riconoscimento del contributo dei lavoratori al raggiungimento degli obiettivi aziendali", e si inserisce nella più ampia strategia globale di responsabilità sociale d’impresa.
L’azienda ha inoltre ribadito il proprio impegno a mantenere in Italia una presenza industriale significativa, pur in un contesto competitivo che impone scelte difficili e razionalizzazioni produttive. Stellantis ha ricordato i recenti progetti avviati nei siti di Termoli e Melfi, dove si stanno installando nuove linee di produzione per veicoli elettrici basati sulle piattaforme STLA.
Effetti sull’intero comparto automotive
L’accordo siglato da Stellantis rappresenta un potenziale punto di riferimento per l’intero comparto della componentistica e della filiera automotive italiana, che impiega centinaia di migliaia di lavoratori e affronta una delicata transizione. Gli aumenti salariali, pur sostenibili in un gruppo dalle dimensioni di Stellantis, potrebbero essere difficilmente replicabili nelle PMI che costituiscono l’ossatura della subfornitura.
Ciò pone interrogativi sulla necessità di politiche di accompagnamento e incentivi che possano sostenere l’aggiornamento tecnologico delle imprese minori senza sacrificare l’occupazione o comprimere ulteriormente i salari. Il governo è chiamato a giocare un ruolo chiave nel garantire che la transizione ecologica non produca squilibri sociali o industriali.
Prossimi passi e calendario contrattuale
Secondo quanto previsto dal CCSL, le parti si incontreranno nuovamente nel corso del 2026 per definire la nuova piattaforma contrattuale per il successivo quadriennio. I sindacati hanno già dichiarato l’intenzione di porre al centro del confronto i temi dell’occupazione giovanile, della formazione per la transizione ecologica e digitale, e del rafforzamento dei diritti sindacali nei siti produttivi.
Nel frattempo, l’attuazione dell’accordo 2025-2026 sarà monitorata attraverso le commissioni paritetiche previste dal contratto, che avranno il compito di verificare la puntuale applicazione degli aumenti e dei bonus, e di raccogliere eventuali segnalazioni da parte dei lavoratori.
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